tag:blogger.com,1999:blog-77151304432919639172024-03-23T18:41:07.914+01:00Sono i libri che ti salvano la vitaGiuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.comBlogger251125tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-43962242938400230282024-03-23T18:39:00.008+01:002024-03-23T18:40:35.900+01:00Recensione de "La custode del miele e delle api" di Cristina Caboni - autrice Garzanti Libri.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione de "La custode del miele e delle api" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Cristina Caboni - autrice</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Garzanti Libri</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C'è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un'apicoltrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l'infanzia, quando viveva su un'isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo. Ma adesso il destino ha deciso di darle un'altra possibilità. C'è un'eredità che l'aspetta là dove tutto è cominciato, su quell'isola dove è stata felice. C'è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c'è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L'unico posto dove il cuore può essere davvero libero.” </span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Uno stile letterario efficace, elegante, a tratti poetico che porta a galla emozioni, sentimenti, stati d’animo. Una storia delicata intrisa d’amore, di speranza e determinazione. L’autrice parla della sua passione per la natura e del suo legame con la terra. Racconta la sua dedizione al lavoro di apicultrice. I riferimenti al miele sono interessanti e ben inseriti nella trama.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un intreccio ben congegnato che descrive la forza dell’amore che tutto muove e tutto salva.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMAKIzgiNS7K5J5do9WG4PPkyKM-WPY20q-cnwsJC2FEA3hoJ5qSes4kDDspumN2D4TTU_9udKMQiGZitco_M099TIEgjQr-YEKv4KsR2oqTUX2j0_UAYGJq4Ecim1WOdHg7x_0WWqM0hARkY9zyEZadVJ_0ocNCnHdQxFrJ8lLOGEY3pgkBYr8rons2GX/s811/caboni.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="811" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMAKIzgiNS7K5J5do9WG4PPkyKM-WPY20q-cnwsJC2FEA3hoJ5qSes4kDDspumN2D4TTU_9udKMQiGZitco_M099TIEgjQr-YEKv4KsR2oqTUX2j0_UAYGJq4Ecim1WOdHg7x_0WWqM0hARkY9zyEZadVJ_0ocNCnHdQxFrJ8lLOGEY3pgkBYr8rons2GX/s320/caboni.jpg" width="211" /></a></div><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-50825356256837936242024-03-10T18:59:00.002+01:002024-03-10T18:59:48.604+01:00 Recensione di "Tra il silenzio e il tuono" di Roberto Vecchioni Einaudi editore.<p> <span style="white-space-collapse: preserve;"> </span></p><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione di "Tra il silenzio e il tuono" di <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Roberto Vecchioni</span> <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Einaudi editore</span>.</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">“C’è un’età della vita in cui si può trovare una voce pura: una voce tra il silenzio e il tuono. Non c’è un altro modo per parlare di sé, forse, quando guardarsi indietro, e dentro, è lo stesso movimento.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">E tutto, proprio tutto – le gioie, i dolori, la scoperta dell’amore come quella della morte – è in noi con la stessa forza. Attraverso le lettere di un ragazzo che cresce e di un misterioso nonno, Roberto Vecchioni ha scritto il suo romanzo più intimo e struggente.”</div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Svariati silenzi e altrettanti tuoni. E questo ciò che si legge in questo romanzo. Cosa c’è in mezzo, cosa c’è tra il silenzio e il tuono? Forse la vita, sicuramente l’amore, il dolore descritto con grande maestria. E come potrebbe non esserci “maestria” quando si parla di Vecchioni?</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Cinquantatré lettere, cinquantatré episodi che catturano il lettore ponendolo davanti a una disarmante verità, a una realtà abbagliante. Passato e presente mescolano le carte e, a volte, quelle stesse carte le confondono. Non è un vero romanzo epistolare o perlomeno non lo è nel senso vero del termine. C’è Vecchioni che scrive e narra al nonno, che non gli risponde mai, gli eventi più significativi della sua vita, raccontandoglieli mentre accadono. Lo troviamo a dieci, quindici, trenta, ottant’anni. Troviamo la sua infanzia, la sua giovinezza, il suo amore per lo studio, in particolare per il greco. Racconta delle sue canzoni, dei suoi compagni di viaggio, delle sue donne, dei suoi amori e delle sue canzoni. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">E poi ci sono le lettere indirizzate a personaggi come Corrado Augias, al monsignor Ravasi, ad Arnoldo Mosca Mondadori, al comandante dei vigili urbani di Milano… giusto per citarne qualcuno. E in queste lettere affronta i più svariati argomenti: dagli ingorghi stradali a Schubert.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Tutte scritte con dedizione, con cura, con passione.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Uno studente che affronta gli esami che poi diventa un professore che sale in cattedra, che si trasforma in un cantautore che sale su un palco, un marito che ama la moglie e i suoi figli, un uomo che si ammala… ma, soprattutto, un uomo che passa attraverso il dolore più atroce, quello della morte di un figlio.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Vita interiore ed esteriore vissuta tra tuoni e silenzi. Si legge la gioia, si osserva il pianto, si ascolta il lamento. Tutti particolari della vita che Vecchioni ha piacere di condividere con il lettore. E quest’ultimo non può che sentirsi simile a lui. Buttiamo via il nostro tempo cercando di essere migliori degli altri ridicolizzandoci e banalizzandoci, perché il confronto, spesso, brucia sulla pelle. Perdiamo di vista il fatto che solo l’amore può salvarci, può zittire il rumore che viene da fuori, chiudere le bocche di chi chiacchiera producendo suoni ma non parole. Solo l’amore può salvarci dall’oscurità e dall’abbandono. Credo che sia proprio questo il messaggio che, attraverso questo libro, Vecchioni vuole lanciare e lasciare. In fondo provare dolore e provare gioia ci rende umani, ci rende vivi. Spesso questo ce lo dimentichiamo, come scordiamo il fatto che “venire al mondo è stata proprio una gran botta di culo”.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">“Nessuna fine ti addormenti l’amore”, scrive Vecchioni mentre parla del figlio che è partito per quel lungo viaggio.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">E così deve essere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1EZeSt7lDeNQD2V50S6sCkaVTXNeEKuclg6IV2DVWAEPleamoGlALcLyfq5aonAjzoAmFIaBSUUq1QqC7Igds_kJL_Ni5Ts_KyAHhn0y3z2Sz-sbZXeEQpECww8baYNguW3E80vivku6aQ9Jd42EKjPw1Uv1pyfcgUFK7EM3PtZHGcppzFxBYrW_B4bev/s830/ve.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="830" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1EZeSt7lDeNQD2V50S6sCkaVTXNeEKuclg6IV2DVWAEPleamoGlALcLyfq5aonAjzoAmFIaBSUUq1QqC7Igds_kJL_Ni5Ts_KyAHhn0y3z2Sz-sbZXeEQpECww8baYNguW3E80vivku6aQ9Jd42EKjPw1Uv1pyfcgUFK7EM3PtZHGcppzFxBYrW_B4bev/s320/ve.jpg" width="207" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-52535864702707343222024-02-29T15:33:00.005+01:002024-02-29T15:33:51.838+01:00Recensione di "Una sola vita infinita" di Mimo Lovanio, edizioni Montag.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Una sola vita infinita" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Mimo Lovanio</span><span style="white-space-collapse: preserve;">, edizioni Montag.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Raimondo, narratore di storie, cercatore di parole e di luoghi, vive nel villaggio di Arboreto, preservato dalla sua ubicazione montana, mondo chiuso, vitale, seppure al tramonto. “Giardino” dei suoi anni giovanili, nel quale aleggiano lo spirito dell’arte e lo spirito della conoscenza. Una ricerca orientata da Azoth, un professore di liceo girovago, che riconosce in Raimondo una curiosità speciale per la bellezza assoluta. Una storia che percorre la natura, le profonde esplorazioni della sua anima, il mistero delle parole, la religione, l’arte, la scienza, il tempo, l’amore, l’universo, Dio, la morte… Fino a che a Raimondo apparirà il senso imperscrutabile della vita: lo spirito creativo delle arti e delle scienze, il segreto impulso, continuo e inesauribile, presente non solo negli uomini, ma nell’intero universo.”</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Con una scrittura sicura e una buona tecnica narrativa l’autore cattura il lettore facendolo diventare protagonista di una storia singolare e soprattutto non banale.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Arte e spirito, natura e religione si amalgamano offrendo un “prodotto” di qualità. L’autore con un’ottima padronanza linguistica mescola parole dando un senso compiuto alle stesse, mostra personaggi e ambienti con precisione. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Quanto è importante creare? E soprattutto quanto è fondamentale per vivere appieno la nostra vita? Possiamo insegnare agli altri agli cosa significhi creare? Possiamo portare a galla lo spirito vero della creatività?</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"> </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">«Le cose create dall’uomo, le invenzioni degli artisti e degli scienziati, appartengono al mondo delle idee?» chiese Raimondo.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"> «Apparentemente sembrerebbe di no» rispose Azoth, «potrebbero sembrare delle “creazioni dell’uomo”. Ma io penso che non sia così. Preferisco credere che provengano dal mondo delle idee, dove le anime sono state e dove le hanno vedute. Gli artisti e gli scienziati hanno il merito di “ricordarle”…»</div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD2ndX-Aiv44Q6QEwxeUIz_IOZ8syG0OxJSQ9i7oQBGozaNShyyhJjw9IncZTHmdAfJ2-enUyJlwbeVmwuwdsofDE-OG1uMAp30VaSN83tiTExbOe4T3hvCZlnmtPacmUhp_jq1UEFNnY3LFdjKTioUirdFUvdoKmYXHcpTriWF-zVrqjSwVFuK6a7sRXX/s710/lovanio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="710" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD2ndX-Aiv44Q6QEwxeUIz_IOZ8syG0OxJSQ9i7oQBGozaNShyyhJjw9IncZTHmdAfJ2-enUyJlwbeVmwuwdsofDE-OG1uMAp30VaSN83tiTExbOe4T3hvCZlnmtPacmUhp_jq1UEFNnY3LFdjKTioUirdFUvdoKmYXHcpTriWF-zVrqjSwVFuK6a7sRXX/s320/lovanio.jpg" width="225" /></a></div><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-38821382374368240332024-02-19T15:11:00.007+01:002024-02-19T15:11:57.462+01:00Recensione di "Immemòriam" di Giulia Depentor, Feltrinelli Editore<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Immemòriam" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Giulia Depentor</span><span style="white-space-collapse: preserve;">, </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Feltrinelli Editore</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Visitare i campisanti, leggere le lapidi, osservare le foto dei defunti sono attività piene di sorprese e un modo per conoscere culture e popoli. "In questo libro, una sorta di atlante cimiteriale, vi porterò con me in giro per l’Italia a visitare cimiteri e luoghi legati alla morte, e ve ne racconterò storie, misteri, aneddoti e tradizioni. Andremo di fronte alle tombe di personaggi famosi, esploreremo cimiteri abbandonati su cui circolano strane leggende, ripercorreremo eventi della storia italiana, indagheremo su delitti rimasti senza colpevoli e racconteremo vicende quasi dimenticate.” Se è vero, come dice qualcuno, che i cimiteri sono luoghi fatti dai vivi per i vivi e dove i morti in realtà c’entrano poco, è anche vero che tutte le storie, anche quelle apparentemente insignificanti, meritano di essere raccontate. E le storie, nei cimiteri, non finiscono mai."</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Questo libro non poteva che entusiasmarmi. La mia “passione” per i cimiteri è ben nota a tanti. Ognuno, in fondo, ha le proprie di passioni. E il mio ottavo libro parla proprio di questo: della vita nei cimiteri…</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Giulia Depentor con una scrittura chiara e al contempo frizzante narra di tombe, di cappelle funebri, di cenotafi, lapidi, loculi, mausolei, sarcofaghi, sepolcri, urne… </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Lo fa con disinvoltura senza cadere nella banalità e senza essere mai troppo didascalica. Non ha la presunzione di insegnare ma semplicemente di condividere quello che ha appreso girovagando per cimiteri su e giù per l’Italia e anche all’estero.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Sono tante le cose che racconta e vado a citarvene qualcuna.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Ci narra che a Napoli, oltre al più famoso cimitero delle Fontanelle, è presente quello delle 366 fosse, dove i defunti venivano sepolti in una buca differente l’una dall’altra a seconda del giorno in cui morivano.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Ci rende edotti del fatto che esistono cimiteri dove non c’è nemmeno una croce, dove i morti sono indicati solo da un numero, come nel cimitero del manicomio abbondonato di Volterra. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Ci spiega che Garibaldi voleva essere cremato ma che, in un primo momento, la cremazione fu impedita, perché il governo italiano voleva mostrare la sua salma… </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Stimola la nostra curiosità quando narra che alcune delle mummie meglio conservate al mondo non si trovano al Cairo e nemmeno a Torino nel museo Egizio, ma a Palermo in una cripta.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Insomma, in poche parole Giulia, come me, crede che i cimiteri siano in grado di raccontare la vita, le storie di chi ha oltrepassato il ponte, quello che attraverseremo tutti.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Parla di uguaglianza davanti alla morte, perché la morte “livella” tutti come afferma Totò nella sua poesia ‘A livella’. Antonio De Curtis affronta con ironia e leggerezza il tema della morte, ricordando come al di là delle professioni e posizioni che occupiamo in vita, davanti all’ultimo passo siamo tutti uguali e umani.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Giulia Depentor ha scritto un libro di “nicchia”, questo è vero, ma gli appassionati dei cimiteri sono molti di più di quello che si pensa. Io nei cimiteri respiro la vita e soprattutto do alla vita il valore che merita e credo che questo sia così anche per l’autrice.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlmTcPd9d17OxhY33PJGZFVja1dL9953NQSfLATMpIeICABjXNYxEEPgkFs0ttpS0x_H0ICjSiNinpPbzP2B2jrfq6KtzB1nwhnFPT5h-geDH5NoQEIdqlXg5YjRccy43nHPUwIIBQEF4t2y90XhTlc0NJCjz5AYWXZYRR0yXfMcAHjRazgHCWmwW2Gybu/s835/depentor.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="835" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlmTcPd9d17OxhY33PJGZFVja1dL9953NQSfLATMpIeICABjXNYxEEPgkFs0ttpS0x_H0ICjSiNinpPbzP2B2jrfq6KtzB1nwhnFPT5h-geDH5NoQEIdqlXg5YjRccy43nHPUwIIBQEF4t2y90XhTlc0NJCjz5AYWXZYRR0yXfMcAHjRazgHCWmwW2Gybu/s320/depentor.jpg" width="205" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-45318702891652052792024-02-02T17:50:00.004+01:002024-02-02T17:53:12.947+01:00Recensione di "Un caldo mortale" di Nora Venturini, Edizioni Mondadori.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Un caldo mortale" di Nora Venturini, </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Edizioni Mondadori</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Ci troviamo a Torvajanica, luogo noto ai romani per i continui episodi di violenza - risse, spaccio, aggressioni... Ma quando il commissario Raggio arriva sul posto con il suo vice Milillo scopre che la vittima, Davide Jodice, è un cittadino incensurato, un operatore sanitario a cui nessuno poteva voler fare del male. Un uomo mite che viveva solo con il suo cagnolino, insieme al quale aveva l'abitudine di fare lunghe passeggiate sulla spiaggia non ancora affollata, al mattino presto o di sera tardi. È così che ha incontrato il suo assassino?” </span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Una scrittura precisa per una storia in cui tutto quadra. Il racconto risulta essere magistralmente costruito, anche il più piccolo dettaglio ha un significato ben preciso. Ambienti perfettamente descritti, dialoghi ben articolati, soprattutto quelli con l’inflessione dialettale. Fin dalle prime pagine il lettore capisce di essere davanti a un racconto giallo intrigante dal ritmo incalzante. Personaggi veritieri di un’umanità disarmante con pregi e difetti. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNUuX-VIkLqJQMkTGLstTra2Z1k2QR_e-GZLdeujgNZt5z6Yl6n4FkaN6cSG_wXMXliwbZbq0ECZkzONf3OLv9avDZWZ6IwgVQiO3XVj8ff1pvvNe9Z3nlTaQEmY_J1bKMVJsRslWX9r6U7cEICh33x-w7KItGikQK1WNAgoVGosAQYa-QEkkXx-LKpIfz/s726/venturini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="726" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNUuX-VIkLqJQMkTGLstTra2Z1k2QR_e-GZLdeujgNZt5z6Yl6n4FkaN6cSG_wXMXliwbZbq0ECZkzONf3OLv9avDZWZ6IwgVQiO3XVj8ff1pvvNe9Z3nlTaQEmY_J1bKMVJsRslWX9r6U7cEICh33x-w7KItGikQK1WNAgoVGosAQYa-QEkkXx-LKpIfz/s320/venturini.jpg" width="236" /></a></div><br /></span></div></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-7912658072531402302024-01-20T18:59:00.004+01:002024-01-20T19:02:20.334+01:00Recensione di "Semina il vento" di Alessandro Perissinotto, Edizioni Piemme<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Semina il vento" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Alessandro Perissinotto</span><span style="white-space-collapse: preserve;">, </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Edizioni Piemme</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Braccio 6, nel reparto di massima sicurezza di un carcere del Nord Italia. Sulle labbra, la dichiarazione di innocenza; tra le mani, il giornale che ritrae in prima pagina il corpo senza vita di sua moglie. Su consiglio del proprio avvocato, Giacomo decide di raccontare la propria vicenda, l'inevitabile serie di eventi che lo ha condotto in quella cella. E così torna all'epoca in cui, per riuscire a sopravvivere a Parigi, alternava il lavoro di curatore di mostre per bambini, a quello di cameriere. Era in quel periodo che aveva conosciuto Shirin. Non l'aveva trovata subito bella, almeno non nel senso consueto del termine; era stato attratto piuttosto dalla storia che i suoi occhi sembravano celare, da quel profondo distacco verso chi le stava accanto, come se per lei la vita vera fosse altrove. Ci sono amori che iniziano all'improvviso, con notti memorabili, il loro invece era nato con la lentezza inesorabile delle cose fatte per durare. L'innamoramento, il matrimonio e poi la decisione che avrebbe cambiato le loro vite per sempre: lasciare Parigi per trasferirsi a Molini, sulle montagne piemontesi, nel paese dove lui era nato. Ma nessun luogo è al riparo dal vento dell'odio, dal fanatismo delle religioni, dall'arroganza del potere, dall'intolleranza strisciante. Così il paradiso aveva cominciato a scivolare verso l'inferno, prima piano, poi sempre più rapidamente, fino ad arrestarsi lì, in quella cella, con il tormento del ricordo d'un amore reso perfetto dalla morte."</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Con uno stile chiaro l’autore tratta un tema molto delicato. Mostra una città e i suoi abitanti così operosi e uniti nel promuovere idee razziste. Lo fa in maniera esemplare perché scevro da giudizi. Con eleganza e cura, Perissinotto affonda la penna per portare a galla l’ostilità e l’odio verso chi “non è come noi”, verso l’estraneo, quello che viene considerato l’intruso, quello che dovrebbe tornare “a casa sua”. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Il ritmo narrativo, per tutta la durata del romanzo, è in una tensione crescente, mentre risulta lenta la narrazione. Ciò può risultare fastidioso ma in realtà è necessario per fare in modo che il lettore comprenda la storia di Shirin, la straniera, quella che sicuramente prima o poi sbaglierà.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Shirin è forte, è brava, talmente brava che riesce a controllare la rabbia.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"> «Così brava ad esprimere tenerezza con le parole, Shirin era, al contrario, totalmente incapace di tirar fuori la rabbia. La collera le si cristallizzava nell’iride e cresceva dentro».</div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">L’esclusione dell’altro, il cercare sempre il difetto nell’altro, travolgerà anche Giacomo, il marito di Shirin. Il loro matrimonio incomincerà a vacillare. Il giudizio altrui prenderà il sopravvento mettendolo al tappetto.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">«Tra due persone, anche i silenzi posseggono sfumature di senso. Avevamo conosciuto i silenzi degli innamorati e entrambi sapevamo che quello che calava tra noi non lo era… L’amore non era scomparso, ma né io né lei avevamo voglia di cercare, schiacciati com’eravamo dal peso delle scelte sbagliate.»</div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un romanzo che fa riflettere su quanto sia dannoso il giudizio degli altri, soprattutto quando è basato sull’ottusità, sulla chiusura mentale e sull’ignoranza. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Le scelte narrative dell’autore risultano essere originali e, soprattutto, utili per non far calare mai l’attenzione del lettore. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisnk0e-i5WEP0hkr00PnKdah2kPmnu9iG1Rio97OBFa1NYil21HW15haS2hpZe7Td9OCVOM_zzKaYwsNz-kuYikuPZjTab0hXgmpjwDm6mhNvGo4y2eH0mHcx4q2TLSAiC_fH9us0KfoXK66IiJj10emEbfehFsSo6ir7VQpdGnF10mGDXRL_M4Vsg5l6P/s780/per.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="780" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisnk0e-i5WEP0hkr00PnKdah2kPmnu9iG1Rio97OBFa1NYil21HW15haS2hpZe7Td9OCVOM_zzKaYwsNz-kuYikuPZjTab0hXgmpjwDm6mhNvGo4y2eH0mHcx4q2TLSAiC_fH9us0KfoXK66IiJj10emEbfehFsSo6ir7VQpdGnF10mGDXRL_M4Vsg5l6P/s320/per.jpg" width="205" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-77692052206269539172024-01-14T17:37:00.007+01:002024-01-14T18:39:55.783+01:00Recensione di "Mio fratello rincorre i dinosauri" di Giacomo Mazzariol Giacomo Mazzariol, edito Giulio Einaudi Editore.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Mio fratello rincorre i dinosauri" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Giacomo Mazzariol</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Giacomo Mazzariol</span><span style="white-space-collapse: preserve;">, edito </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Giulio Einaudi Editore</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire "supereroe". Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sì, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era così sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico."</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">La storia è raccontata da Giacomo, l’autore di questo romanzo straordinario. Straordinario per la sua singolarità, per la capacità di far sentire il lettore parte integrante di una storia, quella della disabilità, la vera protagonista di questo libro. E ci riesce benissimo, lo fa in maniera divertente e leggera, attraverso le più svariate emozioni. Narra di suo fratello Giovanni, un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. Di lui racconta la sua gioia di vivere, mostra la vita vista dai suoi occhi, attraverso una comunicazione non sempre chiara ma affascinante. Giovanni è un concentrato di genialità, di gesti unici e istintivi carichi di amore verso la quotidianità, verso quello che spesso viene dato per scontato. A modo suo Giovanni grida, a volte sussurra, a volte disarma, come quando torna a casa tutto felice e annuncia di essersi sposato. Insegna Giovanni. Insegna quando ruba il cappello a un barbone e scappa via, quando in mezzo alla piazza trascina tutti in un ballo. Insegna ad amare la vita, insegna come andrebbe vissuta la vita, come un Supereroe. Perché lui è questo: un eroe proprio super.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Giacomo Mazzariol sa scrivere, su questo non c’è dubbio. La costruzione dei dialoghi è perfetta, reale, così come i dubbi, le frustrazioni, le paure le angosce che mostra. Reali sono le gioie, l’allegria che un “ragazzo Down” sa donare. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Giacomo Mazzariol, però, non sa solo scrivere, non sa solo usare le parole. Giacomo sa emozionare attraverso le parole. Non c’è pagina di questo romanzo che non lo dimostri. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Conosco questa sindrome, so cosa toglie e cosa lascia. <span style="text-align: left;">Conosco il sentimento d’affetto che, coloro che ne sono affetti, riescono a tirare fuori.</span> Conosco l’amore che sanno donare, so benissimo quale siano le loro attenzioni verso il prossimo. Per loro i regali si fanno sempre, non solo a Natale. E sanno cogliere nelle piccole cose, quello che di grande c’è. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Viva Giacomo. E viva suo fratello Giovanni. </div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsGHhys8afUmJ-47r0735Spe2F-eSF5G8zQbhtGHHPu8X50kncTflKQE16LwjDZ3nFv2ixdQ7lbtPngEJNGPJe1Qk-qIJIpFStCodt_lA8JSh4JmGcmAtodMaMI8BZTg97Mf9qjTL-Ry3GH7sJCtY4QqEJjMXiTnMIuFl8-UL7HmOcy0QwFu0iGouZbAZP/s846/dinosauri.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="846" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsGHhys8afUmJ-47r0735Spe2F-eSF5G8zQbhtGHHPu8X50kncTflKQE16LwjDZ3nFv2ixdQ7lbtPngEJNGPJe1Qk-qIJIpFStCodt_lA8JSh4JmGcmAtodMaMI8BZTg97Mf9qjTL-Ry3GH7sJCtY4QqEJjMXiTnMIuFl8-UL7HmOcy0QwFu0iGouZbAZP/s320/dinosauri.jpg" width="203" /></a></div><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-4806357771543513562023-12-31T13:41:00.002+01:002023-12-31T13:41:13.953+01:00Recensione de "La donna che salvò la bellezza" di Sara Rattaro. Edizioni Mondadori.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione de "La donna che salvò la bellezza" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Sara Rattaro</span><span style="white-space-collapse: preserve;">. </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Edizioni Mondadori</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">“Un romanzo intenso e appassionante che racconta la storia di Fernanda Wittgens, la prima direttrice donna della Pinacoteca di Brera, che con coraggio ha sfidato il nazifascismo e ha salvato non solo opere di inestimabile valore, ma anche vite umane.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Rachele è solo una ragazzina quando nel 1939 vengono promulgate le leggi razziali e la sua vita di colpo cambia. Per lei, ebrea, niente più scuola, niente più amici e una paura strisciante che riempie le sue giornate. Per fortuna incontra un ragazzo che le dà la forza per affrontare i terribili cambiamenti che sconvolgono la sua esistenza. Vittorio ha appena quindici anni, eppure ha un coraggio sconfinato. Lavora, per volere del padre fascista, come uomo di fatica alla Pinacoteca di Brera, fianco a fianco con la direttrice Fernanda Wittgens, che aiuterà nella sua straordinaria missione. Due sono gli obiettivi di Fernanda: salvare dai bombardamenti e dalle razzie naziste le opere d'arte conservate nei musei milanesi e aiutare familiari, amici, ebrei e perseguitati a espatriare e mettersi in salvo. Un'impresa pericolosissima e che potrebbe costarle la vita. Ma a lei non importa.” </div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un romanzo che insegna o perlomeno che ricorda a tutti che non si deve mai dimenticare che ogni guerra porta dolore. Provoca orrori e mancanze improvvise. Causa la perdita della libertà di pensiero, di scelta. Cancella la vita. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Con “La donna che salvò la bellezza” ci ritroviamo nell’arco temporale del secondo conflitto mondiale in una Milano distrutta dalle bombe e devastata dal fascismo.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">La narrazione viaggia su due binari paralleli:</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">- su uno troviamo l’arte, la Pinacoteca di Brera, i primi bombardamenti e Fernanda che con coraggio e determinazione cerca di mettere in salvo la bellezza. Per riuscire nel suo intento si fa aiutare da Vittorio, un dolcissimo ragazzo figlio di un uomo fascista, fedele a Mussolini. Il padre, credendo il figlio un indolente con nessuna voglia di lavorare, pensa che, obbligandolo a sfacchinare nel museo di Brera, possa cambiare la sua visione del mondo e avvicinarsi al fascismo. Ignaro del fatto che la passione per l’arte di Fernanda non farà altro che infondergli valori opposti.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">- sull’altro troviamo Rachele, una ragazzina ebrea che poco alla volta vede negarsi tutto, tutta la sua libertà fino a quando, con l’inasprirsi delle leggi razziali, lei e la sua saranno costretti a scappare e nascondersi.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Ciò che lega le due storie è l’amore tra Vittorio e Rachele.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Fernanda non solo metterà in salvo le opere d’arte ma anche molte famiglie ebree.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Una narrazione chiara che riporta a galla sentimenti che già consociamo ma che spesso, forse, diamo per scontati e acquisiti. La grandezza di questo romanzo è saper raccontare il fascismo e tutto il suo orrore senza cadere nel banale, in tutto quello che può essere definito già visto e già letto.</div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">- «Hanno fatto una strage di ebrei sul Lago Maggiore.» Nessuno fece domande e lui continuò.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">«Li hanno tirati fuori dagli alberghi dove si erano rifugiati e li hanno fucilati.»</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Mia madre portò le mani alla bocca e mio padre si appoggiò al tavolo come se cercasse un appoggio per non cadere.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">«C’erano anche dei bambini.»</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Guardai le valigie e mossi appena la testa. Non avevo nemmeno la forza di piangere. Era come se l’incredulità e la disperazione mi avessero prosciugato le lacrime. Per cinque anni, dal 1938 al 1943, avevamo vissuto privati di tutto, isolati ed esclusi. E adesso dovevamo anche cercare di salvarci la vita.-</div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un romanzo rivolto ai ragazzi ma che dovrebbe essere letto anche dagli adulti che a loro volta dovrebbero spiegare e ricordare di più ai giovani quello che è stato il fascismo, un’ideologia che potrebbe ritornare. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Conoscevo la storia di Fernanda Wittgens, una grandissima donna che non è stata sola amante dell’arte ma, come afferma la Rattaro, anche della vita. Questo romanzo accende i riflettori su di lei e porta a galla quello che non dovrebbe mai essere dimenticato: l’orrore che provoca l’odio di un essere umano verso un altro essere umano. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Io ho amato tutti i romanzi di Sara. Mi piace il suo stile, l’ho affermato più volte. Ritengo che fra quelli che lei ha scritto per un pubblico “giovane” questo sia il migliore. Dovrebbe essere letto nelle scuole. Letto e riletto. Per non dimenticare e per insegnare ai ragazzi che «… il fascismo è un alone che respinge chiunque si opponga alla violenza.»</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Xk51BtY1guqFlu3br0k8mjYRB7PosFgRyeVhjAuT6BMRdIh10mrRRE6Q1-Q00id23TaHOfUAL5gfRZxNNNy94HtjOhilWjC6nJHMlrDr0bOo5u5uQBKe_0255s32rZq5ydSkRGFZqflwNZ9syXtd1jY8L1Z31cr5V1xxxTuT4JhsKMvD9kflIjj63y_t/s825/rattaro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="825" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9Xk51BtY1guqFlu3br0k8mjYRB7PosFgRyeVhjAuT6BMRdIh10mrRRE6Q1-Q00id23TaHOfUAL5gfRZxNNNy94HtjOhilWjC6nJHMlrDr0bOo5u5uQBKe_0255s32rZq5ydSkRGFZqflwNZ9syXtd1jY8L1Z31cr5V1xxxTuT4JhsKMvD9kflIjj63y_t/s320/rattaro.jpg" width="208" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-49775836388492096262023-12-27T18:47:00.005+01:002023-12-27T18:50:41.706+01:00Recensione di "Con tanto affetto ti ammazzerò" di Pino Imperatore, edito DeA Planeta.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium; white-space-collapse: preserve;">"A Villa Roccaromana, una delle dimore marine più affascinanti di Posillipo, si festeggia il novantesimo compleanno della baronessa Elena De Flavis, la cui nobiltà d'animo è riconosciuta in tutta Napoli. L'ispettore Gianni Scapece, tra gli invitati insieme al commissario Carlo Improta, si gode la serata e la conoscenza di Naomi, incantevole nipote della padrona di casa. Tutto scorre con piacevolezza finché qualcuno decide di mettere in scena il finimondo: proprio quando un tenore attacca a cantare Nessun dorma, molti dei presenti iniziano a perdere i sensi, uno dopo l'altro. Nella gran confusione che segue, la baronessa scompare insieme al suo maggiordomo cingalese Kiribaba. Un rapimento? Un suicidio? Un tragico incidente? Il mistero prende una brutta piega quando Scapece e Improta incontrano i tre figli della baronessa, per nulla sconvolti dall'accaduto e interessati piuttosto alla spartizione dell'eredità. È l'inizio di una complicata indagine tra i rancori, le gelosie e le meschinità che a volte distruggono i legami familiari; ma per fortuna l'ispettore e il commissario saranno spalleggiati da un'altra famiglia, quella dei Vitiello e della trattoria Parthenope, fonte inesauribile di buonumore e di trovate geniali. In un susseguirsi di colpi di scena ed episodi esilaranti, Pino Imperatore ci conduce in una vicenda emblematica di ciò che può diventare la vita: una delizia, se trascorsa con chi amiamo e facendo del bene al prossimo, o un inferno, se ci lasciamo avvelenare dal denaro e dall'egoismo."</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un libro, un giallo, un romanzo divertente. E far divertire è un‘arte. È più facile far piangere. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Umanità, sentimenti, personaggi ben caratterizzati, un’indagine perfetta, ironia, buona cucina e una Napoli straordinaria. Sono questi gli ingredienti che rendono questo giallo, un giallo speciale.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Il rancore, la vendetta e l’odio sembrano avere la meglio sull’amore, ma la capacità dell’autore di riuscire a mitigare e stemperare la tensione attraverso la comicità napoletana, rende la lettura di questo romanzo molto piacevole. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Dialoghi ben costruiti, ambientazioni suggestive.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWKXanguuNVJbA5_VozbEybjY-ZO87kvfPCLr65fICg7iyDnfJw4qKShDdhMOM_U6d70KW-YFl3c7R8HF74JgfRKt50GkkbkH3xnaL7WgL12yULAOfDo2DK6sNjmGIxqoc74crlWqsxhTkQiBu2neKp9IaUg1LDdae8Q8xxaPCwZArqTkwuZnRVcpodi11/s466/imperatore.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="296" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWKXanguuNVJbA5_VozbEybjY-ZO87kvfPCLr65fICg7iyDnfJw4qKShDdhMOM_U6d70KW-YFl3c7R8HF74JgfRKt50GkkbkH3xnaL7WgL12yULAOfDo2DK6sNjmGIxqoc74crlWqsxhTkQiBu2neKp9IaUg1LDdae8Q8xxaPCwZArqTkwuZnRVcpodi11/s320/imperatore.jpg" width="203" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-87295519507889403282023-12-03T19:01:00.002+01:002023-12-03T20:56:39.086+01:00Recensione di "Lacci" di Domenico Starnone edizioni Giulio Einaudi Editore.<p style="text-align: justify;"> <span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Lacci" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Domenico Starnone</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> edizioni </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Giulio Einaudi Editore</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">-"Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie". Si apre cosi la lettera che Vanda scrive al marito che se n'è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani all'inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent'anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l'estensione del silenzio e il crescere dell'estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è più radicale dell'abbandono, ma niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.- </span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Nessun intreccio, eppure questo libro ha una trama che funziona più che bene. Una trama che mette a soqquadro una stanza apparentemente in ordine, rompe gli equilibri apparentemente stabili e dà voce a tanti silenzi che non aspettavano altro di cambiare il loro stato e tramutarsi in rumore. L’autore analizza, senza banalizzare, il rapporto di una coppia che si lascia, si prende, si lascia, si prende… portando a galla tutti quelli che sono i punti deboli di coppia che sta insieme forzatamente. Lacci appunto, lacci che basta poco per tramutarli in nodi e basta poco per sfilarli. L’amore che vorrebbe dire ma che tace e che poi vomita tutto tra passato e presente. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un romanzo ben strutturato, originale e apprezzabile già dalle prime pagine. </div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilzY5Wehaq5DWrUliKHP-sfcY4Rehoz8TyTW5aDnIaxA5oEfboQZzdGJ0rNn51NATw75cJ24wGy5f4v-NpFcv-96Tqzj-bV_qqR03OY7AK3ytcBrUPbV7ZQwJzUFJ9opyUSkY0BFScy13zLSjg8ONUCb5BHsHMlQgwr5Q3vwdh30ow0ZFrc-0alDJfxaVS/s826/lacci.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="826" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilzY5Wehaq5DWrUliKHP-sfcY4Rehoz8TyTW5aDnIaxA5oEfboQZzdGJ0rNn51NATw75cJ24wGy5f4v-NpFcv-96Tqzj-bV_qqR03OY7AK3ytcBrUPbV7ZQwJzUFJ9opyUSkY0BFScy13zLSjg8ONUCb5BHsHMlQgwr5Q3vwdh30ow0ZFrc-0alDJfxaVS/s320/lacci.jpg" width="208" /></a></div><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-67258069615324116792023-11-16T18:19:00.004+01:002023-11-16T18:19:42.776+01:00Recensione di "Storie e leggende di Murialdo" di Antonello Merialdo.<p style="text-align: justify;"> <span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Storie e leggende di Murialdo" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Antonello Merialdo</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">In un mondo dove tanti si sentono scrittori solo perché hanno pubblicato un libro [molti tra questi a pagamento…(ma mi taccio su questo argomento, che è meglio)] ecco che compare tra la mia libreria questo libro “Storie e leggende di Murialdo” di Antonello Merialdo.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Sono rimasta colpita, basita ed estasiata. Un libro che non è solo ben scritto ma anche ben pensato e strutturato. È un viaggio nella storia di Murialdo, un paese della Valbormida, viaggio che risulta essere molto interessante.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">L’autore ha svolto un lavoro minuzioso, traendo notizie e curiosità dalle più disparate fonti: ricerche sul web, nelle biblioteche, negli archivi locali ma soprattutto attraverso la narrazione di gente comune, di gente del territorio.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Le pagine sanno di “festa”, profumano di pane, raccontano povertà, leggende… pagine che fanno la storia di questo piccolo e grande paese. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">L’autore ha molto da insegnare a tanti scrittori diciamo “storici”, credo che nemmeno sia consapevole della grandezza del lavoro che ha fatto. Probabilmente ha scritto con il cuore, cedendo il passo alla ragione solo quando gli era necessario. Però, che gran cosa che ha scritto!</div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4dXJZ0N_tR51sPD6w4suWQuM8Qfmc_GFVkM29BDXKZISsAyrewS8S6FsmpPzTB4RARa8vv46dNuGblA3mjYy8uQymOB8ymgCooz8An5Zu6xLyvpd0ei4LhmHq_BsN9b6CTdxyYtHoxismYGhwzrWsosLySeK-9QD1hqg0vG_wWMhk_XD0VzK7s13KvOEf/s378/murialdo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="378" data-original-width="262" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4dXJZ0N_tR51sPD6w4suWQuM8Qfmc_GFVkM29BDXKZISsAyrewS8S6FsmpPzTB4RARa8vv46dNuGblA3mjYy8uQymOB8ymgCooz8An5Zu6xLyvpd0ei4LhmHq_BsN9b6CTdxyYtHoxismYGhwzrWsosLySeK-9QD1hqg0vG_wWMhk_XD0VzK7s13KvOEf/s320/murialdo.jpg" width="222" /></a></div><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-20839441407971800662023-11-06T20:30:00.002+01:002023-11-06T20:30:21.905+01:00Recensione di "Borgo Case Nuove" di Alessandro Marenco edito da Temposospeso.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Borgo Case Nuove" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Alessandro Marenco</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> edito da T</span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">emposospeso.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Una fabbrica, le case che le sono state costruite accanto, le sue maestranze, operai, impiegate, dirigenti, la gente che in quelle case - a un passo dalla fabbrica - sceglie di andarci a vivere; storie di famiglie, storie di vicinato, storie incrociate narrate da molte voci, storie che si leggono come capita di fare quando passando su una strada sopraelevata si sguarda dentro le finestre e si comincia a immaginare le vite degli altri. Borgo Case Nuove aggiunge una nuova tessera - sempre corale, intima e popolare - al mosaico narrativo che da anni Alessandro Marenco dedica alla vita di una valle contadina, stravolta dall'impeto di un vento industriale che, dopo il suo passaggio, ha lasciato scheletri di capannoni vuoti e un incerto deserto sociale."</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Una scrittura che cura, che arricchisce e che allontana la mente dalla banalità, dal buonismo, dalla sciatteria. Leggere romanzi di questo spessore salva l’attento lettore dall’arroganza e ignoranza di chi crede che basti pubblicare un libro per definirsi scrittore. La scrittura di Marenco è arte. Ogni parola ha un preciso intento. Così sono tutti i suoi libri ma Borgo Case Nuove è speciale. Funziona fin dalle prime quattro righe. Arriva subito. Ti porta in quel mondo che Marenco descrive ed ecco che, di pagina in pagina, il lettore si trova a indossare i panni di quei personaggi di cui lui narra. È sicuramente una storia straordinaria per come l’ha pensata l’autore. Una storia che fa sospirar , riflettere, piangere, sorridere, imprecare per quello che c’è alla fine della storia. Rassegnazione, rabbia, frustrazione. Un vuoto, un vuoto immenso che nemmeno i ricordi potranno colmare. Regna la vita con tutte le sue sfumature, ricca e povera, bella e brutta, ma pur sempre vita. Storie che si intrecciano, cuori che si aggrovigliano, mani che si lasciano. Balla la vita in questo romanzo, anche senza musica. Spesso senza andare a tempo. Però balla e lo fa dietro la porta di ogni casa. Danza e dopo, alla fine di tutto, rimane quella disarmante incertezza per il futuro perché: «Forse un giorno la fabbrica chiuderà: e se sarà pazienza.» Ed è la fabbrica il personaggio principale di questo romanzo, la fabbrica che tanto ha dato e che poi, chiudendo, tutto ha tolto.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Scrivere una storia come questa è un gesto di disarmante umanità. Marenco ha “umanizzato” la fabbrica, lo ha fatto attraverso tutti i personaggi che intorno allo stabilimento fanno una specie di girotondo… poi, però, si fermano e come dice la filastrocca: “casca il mondo, casca la terra… tutti giù per terra.”</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6XOZy5VNdh78KbucVOTvYElr1_0fg2VNBT5NgR2FmFDa2Fl0WYzMDPKYP-WWeGmZ-M91Y33EZACOWpihCxYg54zoNDNRZhwt2mx3J4f4vD-DesyrfhTcIEjBpcDbCW-jrQmuCHJI0BOj49UFlJO9Zpw_vnEP7C5TV7hGmCZW2gTY6jNXg-mdP_3AU43L3/s582/marenco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="582" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6XOZy5VNdh78KbucVOTvYElr1_0fg2VNBT5NgR2FmFDa2Fl0WYzMDPKYP-WWeGmZ-M91Y33EZACOWpihCxYg54zoNDNRZhwt2mx3J4f4vD-DesyrfhTcIEjBpcDbCW-jrQmuCHJI0BOj49UFlJO9Zpw_vnEP7C5TV7hGmCZW2gTY6jNXg-mdP_3AU43L3/s320/marenco.jpg" width="200" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-47976084566366384152023-11-01T14:53:00.003+01:002023-11-01T17:03:39.407+01:00Recensione di "Luce della notte" di Ilaria Tuti, Tea edizioni.<p style="text-align: justify;"> <span style="white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione di "Luce della notte" di Ilaria Tuti, Tea edizioni.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell'albero l'ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, nonostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino. Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un'indagine folle e insensata. Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico... E di terribile."</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Una storia vera. Vera e agghiacciante. Vera perché l’autrice racconta di un -male- che esiste e che ancora fa -storia-. Uno stile letterario freddo, preciso ma purtroppo lento, forse anche troppo lento. Una storia che parte con la penna premuta sull’acceleratore ma che poi viene mollato di colpo e il lettore si trova costretto a girare pagine su pagine per arrivare al dunque che, per via di quella accelerazione, è chiaro fin da subito. Concordo su quello che hanno già detto in molti: non è un romanzo ma un racconto lungo. L'indagine si svolge in poco tempo e in pochi punti, tanto che il finale arriva che nemmeno te ne accorgi. Ho trovato i dialoghi un tantino freddi e sono pochi gli "Show, don't tell". Lo sforzo che deve fare il lettore per immaginarsi i personaggi, alcune volte, è davvero troppo. Detto questo, però, è un buon romanzo perché Teresa Battaglia è un personaggio straordinario. Le sue paure la rendono tale, così come le sue fragilità, così umano il suo essere scorbutica. Non si può non provare empatia per lei. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKhMf9k0Ihd_COuAXT7bn2mLREHiI7P6R1yRfhWbvhIPN8e8NW9MZ3H0FTGcXNbr6KEee0BPVCkZw1kkKNSUdEaF_o8CQUjaZnJJlFxNnLIJq_VKCzO1avr_lbirNKnNFTK7y23UL9D_gJGO_dkTSifYC9xYd_UYZiZBG20YWb9fatXmhOkZ85tTZtDStp/s813/tuti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="813" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKhMf9k0Ihd_COuAXT7bn2mLREHiI7P6R1yRfhWbvhIPN8e8NW9MZ3H0FTGcXNbr6KEee0BPVCkZw1kkKNSUdEaF_o8CQUjaZnJJlFxNnLIJq_VKCzO1avr_lbirNKnNFTK7y23UL9D_gJGO_dkTSifYC9xYd_UYZiZBG20YWb9fatXmhOkZ85tTZtDStp/s320/tuti.jpg" width="211" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-77968172498973292652023-10-10T17:41:00.002+02:002023-10-10T17:49:45.067+02:00Recensione de "L'enigma del gatto" di Sonia Sacrato, edizioni I dobloni del Covo della Ladra.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione de "L'enigma del gatto" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Sonia Sacrato</span><span style="white-space-collapse: preserve;">, edizioni </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">I dobloni del Covo della Ladra</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Quando nel novembre del 2016 un'esondazione del fiume Po trascina le imbarcazioni gemelle, il Valentino II e il Valentina II, affondando quest'ultima, nessuno può immaginare che la stessa porti con sé un terribile segreto. Circa un anno dopo, infatti, durante le operazioni di recupero del Valentina II, insieme al battello, viene estratto anche il corpo di una vittima, rimasta intrappolata nel fango. Toccherà al vicequestore Luca Ferraris, e alla sua squadra, indagare su quello che appare subito un efferato delitto. E mentre Natale è alle porte, Cloe, e il suo inseparabile gatto Pablo, raggiungono Luca a Torino per trascorrere le vacanze per la prima volta sotto lo stesso tetto: un passo che aveva richiesto una grossa prova di fiducia soprattutto da parte di lei. Ma non tutto va come sperato perché anche Cloe, suo malgrado, si ritrova coinvolta in un nuovo omicidio che arriva ad intorpidire un'indagine già molto difficile. Tra gli abbracci della sua amica Roberto, drag queen e titolare di uno dei locali più trendy di Torino, le imprese dell'aspirante giornalista Alex e una nuova e inaspettata amicizia, Cloe si ritroverà ad indagare su un doppio caso dai risvolti inaspettati." </span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Quello della Sacrato è uno stile letterario unico. Singolare e prepotente. La grinta e la voglia di raccontare fanno da padrone anche in questo terzo romanzo dove nemmeno l’atmosfera natalizia riesce a tenere a bada Cloe. E nemmeno su Pablo, il suo fedele compagno di vita, la festa più attesa dell’anno ha un effetto calmante. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Cloe e Pablo. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Pablo e Cloe. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Cosa sarebbe Cloe senza il suo gatto? E Ferraris, il vicequestore, chi sarebbe senza Cloe? Potrebbe farcela senza di lei?</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Ho apprezzato tutti i personaggi di questo libro per la loro autenticità e soprattutto perché nessuno di loro è scontato. Ognuno è necessario per portare avanti una storia dalla trama avvincente e ben costruita. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Ho amato soprattutto Roberto, la drag queen, che mi piacerebbe avere come migliore amica, come dispensatrice di buoni consigli. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">E poi c’è Torino, questa città dalle mille sfaccettature e colori. Seria e enigmatica. Sarà per questo che la parola enigma compare nel titolo?</div></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Non tutti i casi vengono risolti, non tutti i morti ottengono giustizia.”</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un romanzo giallo che non si adagia sulla banalità. Che racconta il male contrapponendo a quest’ultimo il bene. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Si dice che niente appare com’è e nulla è come appare. Davvero è così? E allora quel corpo rimasto intrappolato nel fango, che durante le operazioni di recupero del Valentina II, viene estratto, cosa vuole dirci? Quale segreto vuole portare a galla? Perché anche i morti parlano, pur stando bene zitti.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un giallo che sorprende e che non dimentica che l’amore esiste. Eccome se esiste. Lo sa bene l’autrice che ha scelto di devolvere una parte delle ricavato delle vendite all’Associazione <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Progetto AISHA</span>, contribuendo così a dare sostegno alle donne vittime di abusi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZq9ieFMH4T1MJEvfZwN-2MyXzHInvqUzUyYYGgwICDY1VWbKAhCgviNOm74hpw4-LrAGNLLZLnjBirIj0WM50MZcrOuHcB_Kh9ntIND9oVN-XlwtHut-lXZ3dmscSNEA3NRHCUB1NdvcbsI_4riOSRde5y3fhhG9TwHEsvxL-IcCcLfhO-BzNAF-CwIon/s857/gatto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="857" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZq9ieFMH4T1MJEvfZwN-2MyXzHInvqUzUyYYGgwICDY1VWbKAhCgviNOm74hpw4-LrAGNLLZLnjBirIj0WM50MZcrOuHcB_Kh9ntIND9oVN-XlwtHut-lXZ3dmscSNEA3NRHCUB1NdvcbsI_4riOSRde5y3fhhG9TwHEsvxL-IcCcLfhO-BzNAF-CwIon/s320/gatto.jpg" width="200" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-82799165934066488742023-10-03T16:30:00.003+02:002023-10-03T16:30:25.428+02:00Recensione di "I monti negati" di Francesco Mancuso, Leucotea.it edizioni.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "I monti negati" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Francesco Mancuso</span><span style="white-space-collapse: preserve;">, </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Leucotea.it</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> edizioni.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Tonno - un piccolo paesino nell’appennino alle spalle di Genova. È lì che scompare Agata Banchero ed è lì, tra le ancestralità della montagna, che Nicola Piccoli, giovane avvocato d’origine calabrese, ha deciso di stabilirsi. Ed è la scomparsa, turbando l’ordito della quotidianità, a rivelare un intreccio in cui il micro mondo diviene croce-via dinamico delle vite, delle passioni e del malaffare coinvolgendo Nicola in un’indagine che andrà ben oltre i confini cittadini fino a rivelargli anche qualcosa di sé."</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Una scrittura precisa, attenta e sicura. Una storia accattivante. Luoghi bene descritti, personaggi ben caratterizzati. Quello che ho apprezzato di questo romanzo giallo è la sua struttura così perfetta. Compaiono tutte le fasi, ovvero la situazione iniziale, la rottura o complicazione, il Climax, lo scioglimento e la conclusione.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Tutto è chiaro, persino i sentimenti. Si prova empatia per il giovane avvocato Piccoli che vaga per i -suoi monti- in cerca anche di se stesso e... della verità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYsEoWkbRJQc3ny5DwTC5l9qhVzalAGNTpivSwaG3DlnG3YJOyHu-xAJlYifOPrdTOA6OyLINsMjKK6pP9c4g46qoPQN6imf-x33oORi9EAsCv9Pc-tPe9RB2ErVRxme7a0e9MGHs54uH9a9D2ZGJwsKNhNueQZx5IKAeJDTCKFNVig_90w9tz3ndiwBgu/s466/mancuso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="296" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYsEoWkbRJQc3ny5DwTC5l9qhVzalAGNTpivSwaG3DlnG3YJOyHu-xAJlYifOPrdTOA6OyLINsMjKK6pP9c4g46qoPQN6imf-x33oORi9EAsCv9Pc-tPe9RB2ErVRxme7a0e9MGHs54uH9a9D2ZGJwsKNhNueQZx5IKAeJDTCKFNVig_90w9tz3ndiwBgu/s320/mancuso.jpg" width="203" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-81541860227090630742023-09-26T17:49:00.003+02:002023-09-26T17:49:32.276+02:00Recensione de “Il vento conosce il mio nome” di Isabel AllendeI, Feltrinelli Editore.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione de “Il vento conosce il mio nome” di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Isabel Allende</span><span style="white-space-collapse: preserve;">I, </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="white-space-collapse: preserve;">Feltrinelli Editore</span><span style="white-space-collapse: preserve;">.</span></span></p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">“Vienna, 1938. Samuel Adler è un bambino ebreo di sei anni il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli, quando la sua famiglia perde tutto. La madre, per salvarlo, lo mette su un treno che lo porterà dall’Austria all’Inghilterra. Per Samuel inizia così una nuova fase della sua lunga vita, sempre accompagnato dal suo fedele violino e dal peso dell’incertezza e della solitudine. Arizona, 2019. Anita Díaz, sette anni, sale su un altro treno con sua madre per sfuggire a un pericolo imminente nel Salvador e cercare rifugio negli Stati Uniti. Ma il loro arrivo coincide con la nuova politica di separazione famigliare, e Anita si ritrova sola e spaventata in un centro di accoglienza a Nogales. Lontana dai suoi affetti e senza certezze, si rifugia su Azabahar, una magica stella che esiste solo nella sua immaginazione. Nel frattempo Selena Durán, una giovane assistente sociale, chiede aiuto a un avvocato di successo nella speranza di rintracciare la madre di Anita. Intrecciando passato e presente, Il vento conosce il mio nome racconta la storia di due personaggi indimenticabili, entrambi alla ricerca di una famiglia. È una testimonianza delle scelte estreme a cui i genitori sono costretti, una lettera d’amore ai bambini che sopravvivono ai traumi più devastanti senza mai smettere di sognare.”</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;"> </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">“Nessuno sceglie di abbandonare tutto e fuggire: si fa per disperazione.” </div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Un romanzo che, come tutti quelli della scrittrice cilena, si legge con gli occhi del cuore, sospirando tra una pagina e l’altra. La Allende ancora una volta fa centro e lo fa con una storia “forte”, attraverso dei personaggi con i quali è facile empatizzare fin da subito, con un dramma che lascia, comunque, spazio alla speranza. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Racconta una triste vicenda, quella dell’immigrazione e quella dei rifugiati intrecciando presente e passato. Narra il dolore, la violenza, il bisogno di fuggire che trova ragione nella speranza, quella che spinge tante famiglie ad abbandonare la propria terra per costruirsi un futuro migliore o perlomeno accettabile. Racconta la storia di due bambini costretti a separarsi dalle loro famiglie trovandosi a sopravvivere in una terra non loro. Straordinaria la figura di una donna americana che, insieme a un avvocato italo americano, si prodiga per salvaguardare i migranti minorenni che viaggiano da soli. Il romanzo lancia un messaggio di speranza e soprattutto pone l’attenzione sul delicato lavoro che svolgono certi professionisti che tendono una mano, fornendo supporto e protezione, a chi per disperazione è costretto ad abbandonare tutto e fuggire. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpsjLpac63KRWt7KjxM1mMb3WEKpHBDfitwm8y9X6cTsOKOu9BtZRqSH8Kv-zzj5GbPahO7GOpCDnCoc3SCjXDJLN5ukouC7sPJLwZeJ-oRcoaDxreSde18sWyFlr7yLu36qDYxfXah2bc5zkizn4vIIpAo26oNA4dhh67qu2RBq-PFPh-ej4gc2Cv19sD/s840/allende.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="840" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpsjLpac63KRWt7KjxM1mMb3WEKpHBDfitwm8y9X6cTsOKOu9BtZRqSH8Kv-zzj5GbPahO7GOpCDnCoc3SCjXDJLN5ukouC7sPJLwZeJ-oRcoaDxreSde18sWyFlr7yLu36qDYxfXah2bc5zkizn4vIIpAo26oNA4dhh67qu2RBq-PFPh-ej4gc2Cv19sD/s320/allende.jpg" width="204" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-23276506417600783632023-09-15T17:03:00.003+02:002023-09-15T17:04:05.864+02:00Recensione di "Non perdiamoci di vista" di Federica Bosco, Garzanti edizioni.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Recensione di "Non perdiamoci di vista" di Federica Bosco, Garzanti </span><span style="white-space-collapse: preserve;">edizioni.</span></span></p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;"><span style="white-space-collapse: preserve;">“È l’ennesimo 31 dicembre, e Benedetta lo trascorre con gli amici della storica compagnia di via Gonzaga, gli stessi amici che, negli anni Ottanta, passavano i pomeriggi seduti sui motorini a fumare e a scambiarsi pettegolezzi, e che ora sono dei quarantenni alle prese con divorzi, figli ingestibili, botulino e sindrome di Peter Pan. Ma quello che, a distanza di trent’anni, accomuna ancora quei «ragazzi» è l’aspettativa di un sabato sera diverso dal solito in cui, forse, succederà qualcosa di speciale: un bacio, un incontro, una svolta. Un senso di attesa che non li ha mai abbandonati e che adesso si traduce in un messaggio sul telefonino che tarda ad arrivare. Un messaggio che potrebbe riannodare il filo di un amore che non si è mai spezzato nonostante il tempo e la distanza, che forse era quello giusto e che torna a far battere il cuore nell’era dei social, quando spunte blu, playlist e selfie hanno preso il posto di lettere struggenti, musicassette e foto sbiadite dalle lacrime. Una nostalgia del passato difficile da lasciare andare perché significherebbe rassegnarsi a un mondo complicato, competitivo e senza punti di riferimento, che niente ha a che vedere con quello scandito dai tramonti e dal suono della chitarra intorno a un falò. Fino al giorno in cui qualcosa cambia davvero. Il sabato diverso dagli altri arriva. L’inatteso accade. La vita sorprende. E allora bisogna trovare il coraggio di abbandonare la scialuppa e avventurarsi a nuoto nel mare della maturità, quella vera.”</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Una scrittura fluida, scorrevole. Un romanzo ben scritto, nessuno potrebbe sostenere il contrario. Profonde le tematiche: bullismo che viene trattato con delicatezza; angosce adolescenziali; separazioni; matrimoni falliti; tradimenti, malattia; disabilità. </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Tutto fila liscio, personaggi ben caratterizzati anche se stereotipati, dialoghi veritieri… tutto perfetto. Forse troppo perfetto. Persino il dolore, persino la malattia, persino i sentimenti.</div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Quello che ha reso piacevole la lettura è l’ironia che l’autrice è riuscita a far esternare alla protagonista, Benedetta, e a sua madre, il personaggio che io ho preferito, anche se mi viene da chiedermi se esistono davvero madri così… </div></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><div style="text-align: justify;">Tanti i luoghi comuni e poche le emozioni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSTlK26-TfnERVUpYrCWdDebFG4Ic20DN0lN4Irz7gWj6A7ndvorPuqv3s_ifGWYnCHolmQJNatNEfENkxt-YoS3IGBOOD-7S1juUYOD2U-ETU7Iqvai-faSikymGIP6G7rU9B1VSxxtQ8unZq6YXRzgNtrTbEQVb4u0sHETt3n6xuDb_k7Y3xPp19RVia/s831/bosco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="831" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSTlK26-TfnERVUpYrCWdDebFG4Ic20DN0lN4Irz7gWj6A7ndvorPuqv3s_ifGWYnCHolmQJNatNEfENkxt-YoS3IGBOOD-7S1juUYOD2U-ETU7Iqvai-faSikymGIP6G7rU9B1VSxxtQ8unZq6YXRzgNtrTbEQVb4u0sHETt3n6xuDb_k7Y3xPp19RVia/s320/bosco.jpg" width="206" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></span>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-75814607178864541632023-08-16T11:13:00.003+02:002023-08-16T11:24:20.466+02:00Recensione di "Fiori dalla cenere" di Kate Quinn, edizioni Tea<p style="text-align: justify;"></p><p align="justify" style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%;">
<span style="color: black;"><span style="background-color: white; font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione
di "Fiori dalla cenere" di Kate Quinn, edizioni Tea</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; orphans: 2; widows: 2;"><span style="background-color: white; font-family: georgia; font-size: medium;"><em><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="letter-spacing: normal;">“</span></span></span></em><em><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span><span style="letter-spacing: normal;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Charlie
ha affrontato un lungo viaggio su strade ancora dissestate dai
bombardamenti. Ma adesso che è finalmente arrivata davanti a quella
casa, esita. Questa è la sua ultima speranza di ritrovare la cugina
Rose, scomparsa in Francia sei anni fa, nel 1941. Col cuore in gola,
Charlie bussa alla porta. Ad aprire è Eve Gardiner, una donna
burbera e piena di rancore, per nulla intenzionata ad aiutarla. Sta
per cacciarla via, quando Charlie pronuncia il nome dell’uomo per
cui lavorava Rose. E allora lo sguardo di Eve cambia. Perché sono
trent’anni che lei cerca quell’uomo. Sono trent’anni che
attende la sua vendetta. Eve viene sempre sottovalutata: è giovane,
timida, fin troppo silenziosa. Il giorno del suo arrivo a Lille, nel
1915, con un documento falso e l’entusiasmo dei suoi vent’anni,
sembra una delle tante ragazze spinte in città dalla fame,
abbastanza graziosa da essere assunta come cameriera, abbastanza
insignificante da passare inosservata. Nessuno sospetta che sia una
spia inglese, e che capisca perfettamente le conversazioni sussurrate
in tedesco dai soldati cui serve da bere. Nessuno fa caso a lei.
Tranne il proprietario del locale, un collaborazionista scaltro e
spregevole, che vuole aggiungerla alla sua collezione di conquiste.
Per Eve, quell’uomo segnerà il suo trionfo e la sua rovina…
Charlie ed Eve sono molto diverse, eppure condividono la stessa
determinazione, lo stesso coraggio nel combattere per quello in cui
credono. Facendo affidamento l’una sull’altra, intraprenderanno
un cammino costellato di pericoli e di segreti, perché la fine della
guerra non significa per forza l’inizio della pace. Ma solo
scoprendo la verità saranno finalmente libere dai fantasmi del
passato e pronte a guardare al futuro.”</span></span></span></span></span></span></em></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="border: none; display: inline-block; padding: 0cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span><span style="letter-spacing: normal;"><span style="background-color: white; font-weight: normal;">L’autrice,
per scrivere questo romanzo, ha tratto ispirazione
dalla efficiente rete femminile di
spionaggio, che durante la Prima Guerra Mondiale riferiva
informazioni sulle operazioni tedesche con velocità
e precisione, come la preparazione dell’attacco a Verdun, una
delle più violente e sanguinose battaglie della storia che vide contrapposti i soldati tedeschi e quelli francesi.</span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><em><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: white; font-style: normal;">La
Quinn ha costruito, con mano abile e precisa, una
storia intrigante ed emotivamente molto coinvolgente. Racconta
con ritmo alternato e serrato le vicissitudini di due donne, due
spie, che in nome della libertà lottano e combattono.</span></span></em></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><em><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: white; font-style: normal;">Grazie
a uno stile di scrittura scorrevole, (il merito va sicuramente anche
alla traduttrice) l’autrice intreccia le vicende personali di
Eve e Charlie senza mai confondere il lettore che non può
fare a meno di provare empatia per le due protagoniste. Con loro si
trova a perseguire la verità -gridando- giustizia. Con loro prova
orrore verso chi ha favorito i terribili scenari della
prima e della seconda guerra mondiale collaborando col
nemico.</span></span></em></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-color: white; font-family: georgia; font-size: medium;">Il
romanzo mostra alla perfezione azioni di guerra attraverso l’animo
femmin<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="letter-spacing: normal;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ile,
rendendo ad esso giustizia. Narra delle reti di spionaggio femminili,
quelle che agivano nell’ombra, che lottavano senza sottrarsi a
violenze fisiche e psichiche.</span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="background-color: white; font-family: georgia; font-size: medium;">Un
romanzo straordinario che spiega quanto “male” può fare l’essere
umano in nome dello stesso “Male”. Fa riflettere sul fatto che
ancora oggi in tempi apparentemente di “Pace” ancora l’uomo
inciti alla guerra portando devastazione e dolore, come se la storia
letta sui libri fosse solo frutto della fantasia di qualche
scrittore… come se la storia non ci avesse insegnato nulla.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6UEybA5M-F1lx4guH8XXpyX3DOBpfmAkOwYwGm5j7PTZtF7FmoFa1PA7W8oM-9OgNz81hVZxR2LGE2C1FGIyeesYDQgOmU1IwSgBnVmUfWupnBhhpgg3ydzAlsIXub4cZZk3p9ZSzVKw_0cyZSk_zKu5waam4ZfxQEjFN4rttMOxIkgERHEMQwl2qfsdS/s813/cenere.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="813" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6UEybA5M-F1lx4guH8XXpyX3DOBpfmAkOwYwGm5j7PTZtF7FmoFa1PA7W8oM-9OgNz81hVZxR2LGE2C1FGIyeesYDQgOmU1IwSgBnVmUfWupnBhhpgg3ydzAlsIXub4cZZk3p9ZSzVKw_0cyZSk_zKu5waam4ZfxQEjFN4rttMOxIkgERHEMQwl2qfsdS/s320/cenere.jpg" width="211" /></a></span></span></div><span style="color: black;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></span><p></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%;"><br />
<br />
</p><br /><p></p>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-73984218003496128862023-08-16T10:17:00.002+02:002023-08-16T10:20:55.883+02:00Recensione de "Il mio funerale e altre cose poco importanti" di Ottavia Spaggiari edizioni bookabook<div style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="text-align: left;">Recensione de "Il mio funerale e altre cose poco importanti" di </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="text-align: left;">Ottavia Spaggiari</span><span style="text-align: left;"> edizioni </span><span class="xv78j7m" spellcheck="false" style="text-align: left;">bookabook</span><span style="text-align: left;">.</span></span></div><p style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #263238; text-align: left;">“</span><span style="color: #263238; text-align: left;"><span>Giacomo
Necchi, il protagonista di questa storia, è morto. Lascia un figlio,
una moglie, una sorella, due nipoti, degli affezionati vicini. Ma
soprattutto una passione bruciante per la scrittura che ha sempre e
solo confinato al suo studio, la "stanza senza sottobicchieri",
l'unico spazio della sua casa di Long Beach che per quasi trent'anni
è riuscito a sottrarre all'ordine maniacale della moglie americana,
Grace. Mentre le persone più importanti della sua vita si riuniscono
per il suo funerale, Giacomo si accorge che la morte gli concede una
prospettiva privilegiata. Si rende subito conto che tutti intorno a
lui hanno qualcosa da nascondere e che non sono davvero come ha
sempre creduto che fossero. Persino lui stesso ha un segreto postumo
che potrebbe sconvolgere la sua famiglia. Scrittore mancato e
osservatore impotente, Giacomo capisce però che questa è la più
grande occasione di narrare una storia che gli sia mai capitata, e
non ha nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire.</span>“</span></span></p>
<p style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un
romanzo brillante, ben scritto e ben delineato. Mostra uno stile
fresco e molto ironico. Purtroppo lo è a tratti. Geniale l’idea di
partenza ma poi l’autrice si perde a raccontare la vita dei
personaggi secondari della storia, instillando nel lettore il dubbio
di aver perso il filo del discorso. La partenza è straordinaria,
conduce a una sana risata, così come altre molte pagine ed è per
questo che quei tratti lenti interrompono in modo fastidioso la
lettura.</span></span></p>
<p style="border: none; font-variant: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; text-align: justify; widows: 2;">
<span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #404040;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">È</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">sicuramente
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">un’ottima
lettura che </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">porta
il lettore a riflettere sul senso della vita e su quello della morte
o per meglio dire su quello che potrebbe succedere dopo la nostra
morte. </span></span></span></span>
</span></p><p style="border: none; font-variant: normal; letter-spacing: normal; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; text-align: justify; widows: 2;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #404040;"><span><span style="font-style: normal;"></span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #404040;"><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggCeQE4BSpYxIUBPHBjULUyxrUv3mNzCPD4I6WUMlVrLmph-4MGLFLgiv2WkV9FSxQSHdC5V82UVPYH8gJkHcM-fI2lEP0iLuy1Bt6C20pD1p4xZNUUMWH5WKR2ccdyXyATYVOFHgHkRl5VCnwpzaWrlSmHLBxUUREZVJwv9uKh6WHvdVKNrj5STDLOISV/s790/spaggiari.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="790" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggCeQE4BSpYxIUBPHBjULUyxrUv3mNzCPD4I6WUMlVrLmph-4MGLFLgiv2WkV9FSxQSHdC5V82UVPYH8gJkHcM-fI2lEP0iLuy1Bt6C20pD1p4xZNUUMWH5WKR2ccdyXyATYVOFHgHkRl5VCnwpzaWrlSmHLBxUUREZVJwv9uKh6WHvdVKNrj5STDLOISV/s320/spaggiari.jpg" width="217" /></a></span></span></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="color: #404040;"><span><br /><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></span><p></p>
<p style="border: none; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0.47cm; orphans: 2; padding: 0cm; text-align: justify; widows: 2;">
<br />
<br />
</p>
<p align="justify" style="border: none; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<br />
</p>
<p align="justify" style="border: none; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0.47cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<br />
<br />
</p>
<p align="justify" style="border: none; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<br />
</p>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-78869994110762150432023-07-13T22:21:00.002+02:002023-07-13T22:24:08.398+02:00Recensione de "La morte non ha rispetto" di Daniela Piazza Laurana Editore.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione de "La morte non ha rispetto" di <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Daniela Piazza</span> <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Laurana Editore</span>.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;">"È una fredda mattina d'inverno a Celle Ligure, ridente località balneare della Riviera ligure, quando l'anziana Annarita e la sua scorbutica badante Elena si ritrovano di colpo testimoni di un orrendo delitto che sconvolge la quiete del paese. Il maresciallo Talarico, da loro chiamato con un certo ritardo sulla scena del crimine, avrà il suo bel da fare per venire a capo di una storia apparentemente senza senso, che porterà alla luce segreti gelosamente custoditi, invidie, rancori, attività misteriose e addirittura criminali. In un marasma di nuove piste e possibili colpevoli, il maresciallo dovrà anche riuscire a tenere a bada la strana coppia formata da Annarita ed Elena, che non vogliono saperne di essere escluse da quella che considerano la "loro" indagine..."</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un giallo ben strutturato dove nulla è lasciato al caso. Personaggi ben delineati che si muovono in una Celle Ligure descritta come un buon pittore la dipingerebbe sulla tela. Arte, cultura, libri… ma non solo, perché questo romanzo lascia spazio anche al sociale, toccando temi di una disarmante attualità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Tutto parte dall’uccisione di un prete ritrovato morto nella sua canonica. Tanti potrebbero essere gli assassini a partire dalla perpetua… ma forse è la misteriosa bionda, che è stata vista entrare in parrocchia alle tre di notte, che brutalmente ha fatto fuori Don Luigi… oppure la badante ucraina di un’arzilla vecchietta… oppure ancora quel barbone… insomma lo scoprirete leggendolo. La Piazza, oltre ad avere una penna precisa ed elegante quanto basta, sa anche come tenere il lettore inchiodato al libro: lancia sospetti apparentemente fondati per poi ribaltare tutto. Un giallo umano, allegro ma non troppo che fa anche venire l’acquolina in bocca quando la cucina ligure trionfa sui tavoli.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un giallo che sa parlare d’amore, del senso del dovere, del significato vero della famiglia, della maternità e della disperazione che provoca la solitudine. Un giallo che invoglia anche ad andare avanti, ad aprire un nuovo libro dopo averlo terminato perché, come afferma Montesquieu: “Non ho mai avuto un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato”.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdf0cxNT21gZRUUMb28SLexUhWGFsj0qJOwHg36sYSYATy5cJPRM8aDR6KTf1GubqGmwBNXkC2Y82UZybLcfir3QAInAbX-4lI6fS09UTYfLMoKIcueD_nRmXmb5M7FfvDmzaoofWpv0X6NibxEcU-_LCuKbsVXrURJGBYI_5MbqqHvXxpCfyFLbEIqUCO/s309/piazza.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="309" data-original-width="200" height="309" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdf0cxNT21gZRUUMb28SLexUhWGFsj0qJOwHg36sYSYATy5cJPRM8aDR6KTf1GubqGmwBNXkC2Y82UZybLcfir3QAInAbX-4lI6fS09UTYfLMoKIcueD_nRmXmb5M7FfvDmzaoofWpv0X6NibxEcU-_LCuKbsVXrURJGBYI_5MbqqHvXxpCfyFLbEIqUCO/s1600/piazza.jpg" width="200" /></a></div><br /></span></div>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-12920030328162199282023-06-29T16:36:00.003+02:002023-06-29T17:00:12.131+02:00Recensione di "Prendere o lasciare" di Lydia Millet, NNE editore.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione di "Prendere o lasciare" di Lydia Millet, NNE editore.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Nina è un'agente immobiliare di Los Angeles. Il suo lavoro è vendere abitazioni di lusso ad acquirenti capricciosi e imprevedibili, ma anche soddisfare le esigenze di proprietari, che abbandonano la loro casa sperando di liberarsi dai fantasmi di una vita. ù</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Conosce così un presunto dittatore africano che all'improvviso cerca di annegarsi in piscina; un adolescente rabbioso che si fa beccare mentre guarda un porno; una donna abbandonata dal marito, convinta che ci siano degli gnomi pronti a riparare tutto quello che non funziona nelle stanze della sua villa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E in mezzo a una giostra irresistibile di personaggi, Nina entra ed esce da case che diventano specchi delle vite degli altri, scrigni di confidenze e verità nascoste, finché non viene toccata da un amore improvviso che la cambia per sempre."</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La struttura del romanzo è suddivisa in capitoli, ognuno con un titolo diverso, un nome proprio di persona, ovvero il nome di battesimo del protagonista che non è mai lo stesso ma che cambia di storia in storia, di casa in casa… ognuno è un anello di una catena che poi, dico poi ma forse mai, dovrebbe congiungersi per dare un senso a tutta la storia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L’idea di partenza è originale e bella se non fosse stata scritta così, o forse tradotta in questo modo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L’autrice si avvale di un linguaggio forte, a tratti volgare, tutto meno che semplice. La lettura diventa pesante e purtroppo la storia perde la sua efficacia. Il ritmo è comunque buono ma non basta per rendere il romanzo funzionale. .</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La Millet affronta il disagio sociale, soprattutto quello che si trova e si crea all’interno di una famiglia disfunzionale. Parla di sofferenza ma il lettore non riesce a provare empatia per i personaggi che scivolano via pagina dopo pagina. Rimane l’amaro in bocca, perché ogni volta che si acquista un libro, sul quel libro si ripongono delle aspettative e quando queste vengono disattese quello che rimane è l’amarezza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sicuramente non è facile parlare di certi argomenti e l’autrice lo fa con rispetto, senza cadere nella retorica ma il romanzo, purtroppo, non è piacevole. Non lo è anche perché sono diversi i passaggi dove sintassi e gli elementi che vanno a costituire frasi e periodi, risultano contorti e poco chiari.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ4Ycvy82fLvWj009dwTonQQLIR1B65qz4AVnaQDeiBzPBztCSmQ-ssnGm4ZNDADCu4M1Kq6Gs_npAT9Tfk-O_paMKiCPyqyF7gr7_Fjt3g5PVJE2_kChzgf4DV8GmC4qBrDrahsK_vbExM08e53bObHLl2GQ7R32TZ0jwpGODiwKuvnMsxH1lN3nhMR2N/s788/schifo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="788" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ4Ycvy82fLvWj009dwTonQQLIR1B65qz4AVnaQDeiBzPBztCSmQ-ssnGm4ZNDADCu4M1Kq6Gs_npAT9Tfk-O_paMKiCPyqyF7gr7_Fjt3g5PVJE2_kChzgf4DV8GmC4qBrDrahsK_vbExM08e53bObHLl2GQ7R32TZ0jwpGODiwKuvnMsxH1lN3nhMR2N/s320/schifo.jpg" width="203" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-82497851751017370472023-06-24T12:26:00.002+02:002023-06-24T12:28:45.045+02:00Recensione de "Il cuore delle formiche" di Zena Roncada, Temposospeso edizioni.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione de "Il cuore delle formiche" di <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Zena Roncada</span>, T<span class="xv78j7m" spellcheck="false">emposospeso</span> edizioni.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"Un paese a ferro di cavallo, di campi e di nebbia, sulle rive del Po. Dentro il paese, una comunità attraversata dal fascismo e dalla guerra. Dentro la comunità, due famiglie, quella dei Bunéet e quella di Bigìn, vecchi e giovani, donne e uomini che amano, lavorano, soffrono, intrecciando i loro destini. Coltivano il senso del buono e del giusto, mentre la vita si fa stretta e nera: come formiche immerse nella storia grande, portatrici di un lievito di idee, passioni e scelte che nascono dal rispetto della vita e diventano Resistenza. A dimostrazione che ogni ‘cria’, ogni briciola, può fare la sua parte. Gigi, la Rosa e i loro mondi ne sono lo sguardo e la speranza."</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ci vuole coraggio a usare il cuore. È così da sempre. Le probabilità di fallire e di soffrire, impiegando questo organo, sono alte. C’è chi dice che sia addirittura un gesto ardito perché il rischio è quello di diventare banali. Insomma, in poche parole: anteporre il cuore alla ragione è pericoloso. In fondo cosa c'è di più banale dell'amore? Eppure c'è chi lo usa. C'è chi scrive con e attraverso il cuore. Come Zena Roncada che nel suo ultimo romanzo “Il cuore delle formiche” pagina dopo pagina racconta una storia -grande- dove i protagonisti sono -piccoli-. Piccoli come formiche. Una storia dove la nebbia, i campi, il sudore, la paura, la fame e il fascismo fanno da sfondo. Due famiglie, emozioni e sofferenze che s’impastano. È un romanzo di -vita-. Una vita che scalpita perché vuole -vivere-, che vuole lasciare il segno, che vuole avere ricordi. Altrimenti a cosa serve vivere se non ancoriamo alla nostra mente i ricordi? Se non li fotografiamo tutti gli attimi che ci hanno regalato emozioni, che ci hanno insegnato a emozionarci? La pellicola, dove l’intera nostra vita è stata impressa, prima o poi ci scivola dalle mani, cade a terra, si srotola e ci mostra il nostro vissuto. Il bene e il male, la gioia e il dolore. Che ci piaccia o non ci piaccia questo è quello che siamo costretti a rivedere tutti, a rivedere la nostra vita, anche quello che meno ci aggrada.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L'autrice racconta uno spaccato di vita, di chiaroscuri. Lo fa con una scrittura elegante ma senza fronzoli, senza voli pindarici che inquinano le parole. Lo fa con una semplicità precisa ed efficace. Agisce come una formica che è un essere piccolo, è vero, ma -respira- con un cuore grande. È bellezza questo libro, ed è della bellezza quello di cui abbiamo bisogno. Perché non è vero che l'amore è banale, che parlare d'amore è banale. È banale il contrario, semmai.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Il bello dell’andare a letto presto era quell’alzarsi dentro il buio chiaro, nel giorno che è sul punto di arrivare.”</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il bello di leggere questo libro è che quello che leggi sono parole che legate l’una all’altra disegnano persone, fatti, luoghi di un tempo dove forse tutto era possibile, quando ancora la parola speranza aveva un senso, così come la parola rispetto.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguldMl15v3SUvXSIFAh74tcepf5tj4akAaPnem19xtVM5ENbkp08GcZJ1c-Ouho7xQqTx1GGKBU-aPLmRzxlKwhD23nAWRA1cSwgU6vq9GtWK1t-eenDJR5I40psk4HA0cjftYfvA3qklqOSX23DniNTskEdfWEqtCD3JVAUqDmRGFY3Gbb621eP9nPNCY/s874/roncada.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="874" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguldMl15v3SUvXSIFAh74tcepf5tj4akAaPnem19xtVM5ENbkp08GcZJ1c-Ouho7xQqTx1GGKBU-aPLmRzxlKwhD23nAWRA1cSwgU6vq9GtWK1t-eenDJR5I40psk4HA0cjftYfvA3qklqOSX23DniNTskEdfWEqtCD3JVAUqDmRGFY3Gbb621eP9nPNCY/s320/roncada.jpg" width="196" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-68720980884215910052023-06-15T22:37:00.001+02:002023-06-15T22:39:46.912+02:00Recensione di "Come la noce nel cuscino" di Laura Fois, Arkadia Editore.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione di "Come la noce nel cuscino" di <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Laura Fois</span>, <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Arkadia Editore</span>.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Come la noce nel cuscino è un inno alla sensibilità e ai sentimenti, il racconto di una generazione capace di spogliarsi degli inutili orpelli della società, pronta a distinguersi e ad abbracciare le diversità. E se è vero, come tramanda una vecchia storia spagnola, che ognuno di noi ha una noce dentro il cuscino che non ci fa dormire, sta a noi e solo a noi rimuoverla, o meglio prenderla in mano, come la propria vita.”</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In fondo il nostro cuore lo teniamo sotto una coperta perché, non si sa mai, potrebbe prendere freddo…</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il freddo, però, arriva sempre per ognuno di noi. Quel dolore umido e gelido, prepotentemente, arriva senza farsi alcun scrupolo. E la coperta si sposta, nei casi peggiori si strappa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Pagine intrise di amore, dolore e forti sentimenti. Arrivi e partenze, presenze e assenze.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ginevra Corbez e Simone Spargi sono due giovani che affrontano una sfida: lottano per vincere sulla perdita di chi hanno amato. I loro destini si uniscono, s’intrecciano per dare vita a una nuova rinascita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Con una scrittura elegante e precisa, l’autrice regala al lettore un’ottima lettura che salva dalle brutture quotidiane.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">“Ci deve voler leggerezza a voltare pagina. Ci vuole esperienza a voltarsi senza provare il dolore degli errori, a lasciarli andare e guardarli, mentre sfumano come nuvole attraversate da un aereo che va sempre avanti. Perché ha l’obbligo di raggiungere una direzione. Un’altra.”</span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1_ASCLPf4iym3PQRSzYkW-M56gyC1OFJLj_oG464NWhmm5gdjQW3HWyvzmr-3EMiJEjq-NCAHX3_w_GIp5BT7W8HrG9Gl8qPa3udSlG3hzNkyo4ZNKIVDWw1v0MiEnqNWkBchWVxP1IigFXjo_YeekXOvYzk8r7T5PYPpcnBCWHmSLVDocNlJyXw0Ug/s546/download.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1_ASCLPf4iym3PQRSzYkW-M56gyC1OFJLj_oG464NWhmm5gdjQW3HWyvzmr-3EMiJEjq-NCAHX3_w_GIp5BT7W8HrG9Gl8qPa3udSlG3hzNkyo4ZNKIVDWw1v0MiEnqNWkBchWVxP1IigFXjo_YeekXOvYzk8r7T5PYPpcnBCWHmSLVDocNlJyXw0Ug/s320/download.jpg" width="213" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-77825300644829880932023-06-06T22:20:00.003+02:002023-06-06T22:25:13.515+02:00Recensione di "Una piccola danza Macabra" di Nico Priano, Argonauta Edizioni.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione di "Una piccola danza Macabra" di <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Nico Priano</span>, <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Argonauta Edizioni</span>.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">"A Ovada, piccola cittadina di provincia, tra il Monferrato e la Liguria, sta arrivando la prima-</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">vera. C’è qualcuno che scava, nella notte: sono buche profonde, terra smossa per ospitare dei corpi. E c’è una strana processione, un rituale antico e anacronistico che governa le vite di borghesi insospettabili, ormai prossimi alla vecchiaia. Una faccenda difficile da decifrare, tra sparizioni e falsi indizi. Una vicenda troppo complicata per gli investigatori locali guidati dal maresciallo Scacciamondi, di fresca nomina.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Sarà invece il vecchio maresciallo Priano, ormai in pensione, ad avvicinarsi alla soluzione del caso. Una vicinanza che circonda le cose senza riuscire a coglierle per intero. Una piccola danza macabra è un noir dürrenmattiano, costantemente in bilico, dove la verità è una medaglia a due facce. Al tempo stesso è il racconto ironico e disincantato della periferia italiana."</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Una piccola storia sbagliata. O forse giusta, chissà. La fragilità umana in tutte le sue sfumature. Con una stile letterario graffiante, con immagini chiare e nitide, Priano regala uno spaccato di vita di una città di provincia dove l’arrivo della primavera è un regalo caduto dal cielo, che regala tepore, colore e rinascita. Eppure qualcuno scava. Smuove la terra che diventerà rifugio. Per chi? E perché?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Un noir dove il bene, il male, la vita, la morte oscillano, mantengono un equilibro instabile tra ironia e incredulità. Il susseguirsi dei fatti offusca l’orizzonte delle cose, tanto che a volte il lettore si ritrova davanti a una trama che pagina dopo pagina sembra perdere consistenza per poi concretizzarsi nuovamente. E sta proprio qui la capacità di Priano, quella di tenere il lettore sulla corda: quale sarà la realtà delle cose?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Con un ritmo altalenante a volte allegro, a volte lento, l’autore mostra la continua lotta tra il bene e il male, tra la gioia e il dolore, tra la depressione e l’euforia. E la verità? La verità sarà davvero quella? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcNNHi-a_-XVHuCWQd7T_pSe0-VoTQm7b5f3mTTwRGfR_0iQ9nNMUPK4cXb7oyVByMOUTOuYX3wZceW21iBwNFG0kWS420ceoK5n6v-OnZ3lWUOjlpEI1Mydf4HTi8wHujzBGfuLrpwcoyADboD3aqdD9gMgo18mH4Nbgmsg2BY4nblOzV5y3nTwwI4w/s1024/priano.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="801" data-original-width="1024" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcNNHi-a_-XVHuCWQd7T_pSe0-VoTQm7b5f3mTTwRGfR_0iQ9nNMUPK4cXb7oyVByMOUTOuYX3wZceW21iBwNFG0kWS420ceoK5n6v-OnZ3lWUOjlpEI1Mydf4HTi8wHujzBGfuLrpwcoyADboD3aqdD9gMgo18mH4Nbgmsg2BY4nblOzV5y3nTwwI4w/s320/priano.png" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7715130443291963917.post-7666703690091605592023-05-25T17:54:00.003+02:002023-05-25T17:54:40.410+02:00Recensione di "Qualcosa di me" di Isabella Nicora, Golem Edizioni<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Recensione di "Qualcosa di me" di <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Isabella Nicora</span>, <span class="xv78j7m" spellcheck="false">Golem Edizioni</span>.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Penelope è una donna anziana, dotata di singolare particolarità: conversa con la propria coscienza. Vive al quarto piano di un condominio privo di ascensore, per questo Pier, portinaio e amico, si occupa di farle la spesa finché Penelope decide di avvalersi di una collaboratrice. Trova così Irina, una ragazza ucraina di bell’aspetto. Con la sua dolcezza conquista subito Penelope che vede in lei la figlia che non ha avuto. L’empatia che le accomuna spinge Penelope a raccontare alla ragazza la storia della sua famiglia. La partecipazione di Irina alla sua vita, convince Penelope a invitare suo marito, con la segreta speranza che i due restino a vivere con lei ma le cose prenderanno una piega inaspettata."</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Una scrittura morbida e sicura. Una storia e un intreccio senza buchi narrativi. Personaggi ben delineati ai quali ti affezioni, ambienti ben descritti. Una storia nella storia. Tempo al tempo, ricordo al ricordo. E poi Penelope in tutto il suo essere e splendore. Qualcosa di te è un'opera di straordinaria bellezza che gratifica il lettore perché la sua lettura porta lontano e nel contempo ti addolcisce l'oggi. L'emozione guida il lettore fin dalla prima pagina. L'autrice è riuscita per tutta la durata del romanzo a non mollare la presa dipingendo le emozioni in tutte le loro sfumature.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E Penelope ti entra nel cuore. E non va via.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH3wU_Be9EFvEjNKaPpMyoFJD-8_0fvMA6k27_v2BWx3Je1U7VwRTvwYc5cQHdtjwhGu5NpElJu_BNrp5BrsKuMD2Y6xbvNHPP6ahBgSw8lcjEcaXLmmnKU9D3ytYOuSS571apym075SQCJ9KcF5sBahdaTbvwyqVoCMOwq84mR9SzLIvk89NBbLeLvA/s259/nicora.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="259" data-original-width="194" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH3wU_Be9EFvEjNKaPpMyoFJD-8_0fvMA6k27_v2BWx3Je1U7VwRTvwYc5cQHdtjwhGu5NpElJu_BNrp5BrsKuMD2Y6xbvNHPP6ahBgSw8lcjEcaXLmmnKU9D3ytYOuSS571apym075SQCJ9KcF5sBahdaTbvwyqVoCMOwq84mR9SzLIvk89NBbLeLvA/s1600/nicora.jpg" width="194" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /></span></div>Giuliana Balzanohttp://www.blogger.com/profile/15652814121441082979noreply@blogger.com0