Recensione de "Il mare non ha colpe" di Paola Zagarella, Leucotea.it
"Tutto ha inizio da un lungo viaggio. Lingue, dialetti, colori della pelle s'incontrano per la prima volta per il “viaggio della speranza”. Poi un naufragio li travolge. Fato e umanità segneranno i loro destini. Quale sarà la sorte di Felice, il giovane immigrato in cerca di futuro? Morte, sopravvivenza o vita? Il romanzo affronta un problema attuale e divisivo dichiarando senza remore più aspetti: positivi e negativi, bene e male, giusto e ingiusto, accogliere o rifiutare; proponendo un percorso per riflettere insieme."
Con una scrittura sicura, precisa e sensibile, l’autrice ha dato vita a un piccolo capolavoro. E nemmeno poi così piccolo visto l’argomento che tratta. Un argomento che coinvolge tutti ma che molti trattano con superficialità, ignoranza ed egoismo. Perché è vero: il mare non ha colpe, così come le stesse colpe non sono da imputare a chi sceglie il mare come fuga; a chi nel nostro bel paese spera di poter trovare una vita migliore.
Perché non scegliamo dove nascere tantomeno come essere, quali occhi, pelle e capelli indossare. Eppure, ancora oggi, l’immigrato è l’altro, il bruto, quello che violenta, ruba e sputa sulla nostra terra. È sempre colpa di quello che è diverso da noi.
La vita la fa la fortuna, la fa il destino.
Una storia vera, raccontata con intelligenza, con sentimento, senza veli e soprattutto senza ipocrisia.
La storia di Felice o meglio di uno che hanno chiamato "Felice per una smorfia di dolore simile a un sorriso" e di Felice, su quei barconi che trasportano anime e corpi, ce ne sono tanti.
Ed è anche la storia del nostro tempo che va di fretta, che lascia poco spazio, che non ha "tempo" per riflettere sul fatto che siamo tutti figli dello stesso Dio (se esiste), della stessa terra e dello stesso mare.
Un tempo incerto, a tratti burrascoso. Un tempo che non fa sconti a nessuno. Un tempo che potrebbe, però, migliorare se tutti noi imparassimo a vedere e agire con il cuore. L’immigrazione è un fenomeno vecchio quanto il mondo, ma purtroppo spesso è controllata e gestita da chi non conosce la storia. E l’ignoranza è proprio figlia di questo tempo malato.
Paola Zagarella ha scritto un romanzo che grida l’amore per l’altro, l’amore per la vita dell’altro… quell’altro che è uguale a noi.