sabato 19 maggio 2018

Recensione di "Se la notte ti cerca" di Romano De Marco Edizioni Piemme

Recensione di "Se la notte ti cerca" di Romano De Marco Edizioni Piemme
Farei prima a dire cosa in questo giallo manca ma perché sprecare tempo a cercare un ago in un pagliaio?
Un romanzo magistrale. Uno stile letterario impeccabile che non perde mai il ritmo. Un giallo intimista.
L'autore ci mette davanti alle nostre verità, quelle che cerchiamo di non vedere e che spesso raggiriamo per non affrontarle. Quelle verità che si fanno vive di -notte-, perché la notte è scura proprio come il nostro lato oscuro. Tutti ne abbiamo uno. E la notte -ci cerca- e ci trova portando a galla le nostre paure, le nostre voglie più scabrose, le nostre solitudini e il nostro essere pavidi.
Laura Damiani, commissario di polizia, insieme ai suoi uomini indaga sulla morte di Claudia Longo una donna di cinquant’anni, single. La Damiani scoprirà fin da subito che esistono connessioni tra l'omicidio brutale di quella donna e gli assassini di altre donne single. Per indagare sul caso dovrà infiltrarsi all'interno di un locale per incontri tra single venendo a conoscenza di un mondo fatto di vizi, segreti e trasgressioni.
Ma non solo. Laura Damiani dovrà fare i conti con se stessa, con il suo passato e il suo presente, così come dovranno fare i suoi uomini.
La grandezza di questo romanzo sta proprio in questo: l'autore è riuscito a fondere la trama di un intrigante thriller con pensieri e riflessioni profondi che riguardano la vita in tutte le sue sfaccettature. De Romano esplora l'essere umano facendo riflettere il lettore su come la solitudine possa spingere le persone a scelte sbagliate e comportamenti estremi.
C'è musica in questo romanzo, la musica di Andy Lovato, un musicista, che per tutto il tempo tiene il lettore sulla corda: “perché la musica è una questione che ha a che fare con l'amore”, quell'amore che in questo giallo è ben presente, quello di cui tutti abbiamo bisogno.
“Lo sbaglio peggiore che possiamo fare, nella vita, è rinunciare a vivere certe sensazioni...”, scrive l'autore: una grande verità che incita il lettore a riflettere sul fatto che la vita va vissuta e non sopravvissuta.

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