venerdì 6 luglio 2018

Recensione di "Scuro e stirboro" di Alessandro Marenco ed Emiliano Olivieri Delfino Enrile Editore

Recensione di "Scuro e stirboro" di Alessandro Marenco ed Emiliano Olivieri Delfino Enrile Editore

-Eh, ctonie, come dire sotterranee. Pensa che l'omicidio di Alduccio sia da ascrivere agli ambienti esoterici?
-Ma non saveisa, adesso. A me mi smia che ian dato una bella randellata e gli hanno doverto la zucca come una rizza der castagne. ...-

Uno stile letterario genuino, un dialetto italianizzato, è vero, ma gustoso. Una Valbormida autentica, con i suoi pregi e difetti, un buon bicchiere di vino, del buon cibo. Tutto questo fa da cornice al commissario Montenotte, con il suo sottoposto Fazzino, il suo aiutante Passerotti e l'immancabile Caratello. Tutto scorre. Ingredienti amalgamati che non fanno un grumo: omicidio, movente, colpevole. Un giallo che vuole essere divertente, è vero, ma nel contempo umano. Perché se uno uccide un motivo ce l'ha, perché: “.... alla fine l'unico che non dava la colpa a nessuno era proprio il sassino.”
Un giallo che insegna due cose fondamentali: che nessun uomo può essere un grande uomo se non ama e comprende il prossimo e che il requisito necessario per rendere vero un uomo è l'autocritica e la forza di ridersi addosso. Fanno centro questi autori, questi due matotti valbormidesi. E centro lo fanno perché, in questo mondo dove tutti vogliono apparire piuttosto che essere, loro non solo sorridono ma fanno sorridere. Leggetelo che magari, poi, starete meglio.

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