mercoledì 29 agosto 2018

Recensione de "Lo spaventapasseri" di Bruno Morchio, edizioni Garzanti

Recensione de "Lo spaventapasseri" di Bruno Morchio, edizioni Garzanti
Cesare Almansi, avvocato genovese, decide di candidarsi per il Senato. Qualcuno cerca di fermarlo spaventandolo con delle telefonate minatorie. Almansi si rivolge all’investigatore Bacci Pagano, suo ex compagno del liceo, chiedendogli di scoprire chi sia l'autore delle telefonate. Pagano farà conoscenza con l'intera squadra elettorale che fa da supporto all'avvocato. Conoscerà Lou una donna affascinante e bella con la quale inizierà una relazione tutto meno che facile. La storia si svolge a Genova, città magica con i suoi pregi, difetti e incoerenze. Una narrazione efficace quella di Bruno Morchio che non delude mai il lettore coinvolgendolo fin dalle prime pagine. Una storia carica di rabbia e dolore. La gioventù che ritorna ma che forse, per certi versi, sarebbe stato meglio che fosse rimasta un ricordo. Un Bacci Pagano arrabbiato e teso che rischia in prima persona. Un Bacci Pagano che, come sempre, ha sete di giustizia. Un'indagine pericolosa, paure e orrori che ritornano a galla e che, inevitabilmente, causano dolore. Bacci Pagano indaga con gli occhi del passato portando alla luce un triste e inaspettato presente. Un romanzo giallo che insegna che "Interrogare il passato non serve a niente. È al futuro che bisogna fare le domande. Senza il futuro il presente è solo disordine."

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