martedì 18 febbraio 2025

Recensione di "Anime fragili" di Mauro Sangiorgi, Robin Edizioni.

 Recensione di "Anime fragili" di Mauro Sangiorgi, Robin Edizioni.


"Marco Bosetti è una persona normale. O almeno lo sembra. È una colonna della società: avvocato in un prestigioso studio legale di Pavia, gode dell’amicizia di persone di indubbio valore, ama gli animali e dona parte dei suoi guadagni in beneficenza. È saggio ed equilibrato, ma ha un solo difetto: detesta cordialmente coloro che arrecano del male alle persone che ama. Dopo aver inflitto sanzioni soltanto virtuali a molti di coloro che si sono macchiati di peccati di vario genere nei confronti di alcuni individui da lui amati, Marco ha deciso di irrogare la pena di morte a un soggetto da lui cordialmente detestato e l’ha ucciso. Questa è la storia di un uomo normale che è diventato, seppur in una sola occasione, un giustiziere solitario. Potremo seguire i tortuosi percorsi della mente di un uomo brillante, seppur complesso e tormentato, e la sua storia personale, ricca di eventi, ma in fondo non molto dissimile da quella di ognuno di noi."

Una scrittura elegante, precisa che non lascia spazio a quei lunghi e fastidiosi voli di pensiero, ai troppi dialoghi e alle inutili descrizioni. Sangiorgi ha scritto una storia che io ben comprendo. Il mio romanzo "Le complicazioni" non è tanto diverso per l’argomento trattato, con una sostanziale differenza: la protagonista afferma di aver ucciso due sue colleghe di lavoro perché diventate una "complicazione", uccide per amore, per il bene che si vuole; Marco, il protagonista di questo romanzo, uccide per amore degli altri.
Può la mente umana partorire un tale piano così preciso e in un certo senso diabolico? Sì, la cronaca nera ce lo ricorda tutti i giorni, purtroppo. E per parafrasare De Andrè: noi esseri umani anche se ci crediamo assolti siamo lo stesso coinvolti. Sempre troppo occupati a guardare oltre: oltre il dolore, la sofferenza, la solitudine degli altri. Troppo impegnati per educare ed educarci. Incapaci di riconoscere e accettare le nostre emozioni. Marco potrebbe essere il nostro vicino di casa, il nostro collega, nostro figlio… quello di cui si dice sempre: «Pensare che era così bravo, sempre gentile…»
Un romanzo che sorprende per intensità. Mantiene lo stesso ritmo dalla prima all’ultima pagina.

"La paura si trasformò in convincimento, il dubbio in persuasione e nel mio animo spaventato si radicò il pensiero di un futuro meraviglioso gettato alle ortiche, sacrificato sull’altare dell’ipocrisia delle convenzioni sociali e del quieto vivere."

E se la paura si trasforma in convincimento, ecco che il controllo delle emozioni va a gambe all’aria e a volte in mille pezzi. Un romanzo che lascia l’amaro in bocca. ma che fa riflettere.


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