Recensione di "Una parola per non morire" di Sandra Bonzi, Garzanti Libri.
"Una ragazzina è scomparsa da casa e non se ne hanno più notizie. Milano, attonita e ferita, si è stretta in silenzio attorno ai genitori che da quel momento hanno smesso di vivere. Elena non può proprio fare a meno di assecondare la sua anima da detective e si immerge in un caso che le è più vicino di quanto possa sospettare. Ma come sempre la sua famiglia non le dà tregua: i genitori ottantenni, separati di fresco, sono in pieno rigurgito adolescenziale e il marito la assilla con proposte di vita bucolica e faticose escursioni su due ruote. Per non parlare dei figli, che saccheggiano frigoriferi e pianificano vite spericolate che non la lasciano dormire tranquilla. Forse dovrebbe dare retta alla sua amica Claudia, mollare tutto e tutti e partire con lei, come quando erano ragazze, per un viaggio all’insegna del piacere e dell’avventura. Ma ci sono casi che toccano corde profonde. Storie che non si possono lasciar perdere. Tornano Elena Donati e la sua irresistibile combriccola che, per questa nuova avventura, stabiliscono il proprio quartier generale nel piacevole bistrot-libreria aperto dal padre e dalla sua compagna. Ma è davvero il luogo tranquillo che tutti pensano? O anche tra quegli scaffali si nascondono segreti e misteri? La letteratura ne è piena e, Elena ormai lo sa, anche la vita vera. In vetta alle classifiche e apprezzata dalla stampa, Sandra Bonzi ci regala, con questo nuovo capitolo, la freschezza di pagine che non si riescono ad abbandonare"
Con questo ultimo romanzo, Sandra Bonzi ci regala una sagace commedia in cui temi contemporanei di un certo spessore vengono trattati con ironia, senza cadere nel già detto e nella banalità. Le pagine assumono toni leggeri, fornendo al lettore l’opportunità di sorridere e ridere. Elena, la protagonista, non è solo una cronista ma una madre portatrice di difetti, gli stessi di tutte le madri; è una moglie che vede il marito adagiarsi sul tempo che passa, su un matrimonio ormai datato; è una figlia che si trova ad affrontare i genitori ottantenni che hanno deciso di separarsi; è un’amica, è una collega… è una lavoratrice che deve scontrarsi con un capo sgradevole che pensa che l’intelligenza artificiale possa sostituire il pensiero umano. Elena si imbatterà in un caso che la metterà a dura prova: a Milano scompare una ragazzina. Chi l’avrà rapita e perché?
Il bistrot-libreria, locale aperto dal padre e dalla sua nuova compagna, diventa un luogo di riferimento e di ricerca, ovvero un posto dove confidenze, promesse, emozioni, sospetti, paure e dubbi si intrecceranno. La Bonzi racconta una disarmante e nel contempo vera umanità senza esprimere giudizi, alternando diversi registri con fine maestria, passando da momenti di riflessione a scene familiari divertenti, fino all’indagine vera e propria. Lo stile letterario è brillante e l’ironia, che come sempre la contraddistingue, mette suspense e umorismo in un perfetto equilibrio. Questa sua ultima fatica fa commuovere e sorridere portando a galla le verità e le debolezze più nascoste dell’animo umano, mostrando l’essere umano esattamente per quello che è: inevitabilmente fragile.