martedì 21 maggio 2019

Recensione de "La mossa del gatto" di Sonia Syssa Sacrato, Golem Edizioni

Recensione de "La mossa del gatto" di Sonia Syssa SacratoGolem Edizioni
Uno stile letterario brioso, allegro ma non troppo. Amore, odio, dolore, gioia e ricordi sono gli ingredienti di questo giallo, che non è certo un thriller e forse nemmeno un noir ma è molto di più. Un giallo nel giallo perché l'autrice indaga anche negli animi dei personaggi che via via si presentano nella lettura. Lo fa con tatto e cura senza appesantire mai il racconto. Anzi lo fa incuriosendo parola dopo parola il lettore che alla fine del giallo si troverà spiazzato dal finale.
La protagonista è Cloe, che dopo la morte della nonna materna, accompagna la madre a Vas, il suo paese d’origine, per svuotare la vecchia casa della nonna. Ed ecco che i ricordi di un'infanzia poco felice riaffiorano venendo a galla violentemente. Sono ricordi maleducati, irruenti che le si presenteranno davanti senza chiedere nemmeno il permesso. Il lettore si troverà di fronte a una Cloe nervosa, impaziente e solo desiderosa di andarsene prima possibile da quel luogo. La sfortuna e il caso, però, le si mettono contro perché il ritrovamento di una scatola di latta sconvolgeranno i suoi piani trattenendola più del dovuto. Cloe dovrà chiedere aiuto a Fabrizio, maresciallo dei carabinieri in pensione, per il quale prova un'attrazione fisica non sempre controllabile. Presente e passato si intrecceranno ma sarà il suo gatto Pablo a sbrogliare la matassa. Come? Quando?
Un esordio strepitoso per questa giovane autrice che afferma di essersi avvicinata a questo genere per dar voce al suo ruvido e pessimo carattere. Eppure in questo giallo il lettore troverà una scrittrice di una spalancata umanità, che gli lascerà dei chiari messaggi: che l'amore vince su tutto e che solo una sana risata può salvarci.
La scrittura brillante della Sacrato scatena sensazioni piacevoli e rilascia dolci profumi. I suoi personaggi sono ben caratterizzati e il lettore non potrà che amarli tutti. La verità verrà a galla esattamente come i ricordi della protagonista, senza chiedere permesso ma come “Com’è che diceva Pavese? Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola”.

1 commento:

  1. Che dirti Giuliana, se non grazie.
    Per avermi letta, e capita. E per avermi regalato il tuo tempo.
    Grazie di cuore.

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