mercoledì 1 novembre 2023

Recensione di "Luce della notte" di Ilaria Tuti, Tea edizioni.

 Recensione di "Luce della notte" di Ilaria Tuti, Tea edizioni.


"Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell'albero l'ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, no­nostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino. Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un'indagine folle e insensata. Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico... E di terribile."

Una storia vera. Vera e agghiacciante. Vera perché l’autrice racconta di un -male- che esiste e che ancora fa -storia-. Uno stile letterario freddo, preciso ma purtroppo lento, forse anche troppo lento. Una storia che parte con la penna premuta sull’acceleratore ma che poi viene mollato di colpo e il lettore si trova costretto a girare pagine su pagine per arrivare al dunque che, per via di quella accelerazione, è chiaro fin da subito. Concordo su quello che hanno già detto in molti: non è un romanzo ma un racconto lungo. L'indagine si svolge in poco tempo e in pochi punti, tanto che il finale arriva che nemmeno te ne accorgi. Ho trovato i dialoghi un tantino freddi e sono pochi gli "Show, don't tell". Lo sforzo che deve fare il lettore per immaginarsi i personaggi, alcune volte, è davvero troppo. Detto questo, però, è un buon romanzo perché Teresa Battaglia è un personaggio straordinario. Le sue paure la rendono tale, così come le sue fragilità, così umano il suo essere scorbutica. Non si può non provare empatia per lei.



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