domenica 3 dicembre 2023

Recensione di "Lacci" di Domenico Starnone edizioni Giulio Einaudi Editore.

 Recensione di "Lacci" di Domenico Starnone edizioni Giulio Einaudi Editore.

-"Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie". Si apre cosi la lettera che Vanda scrive al marito che se n'è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani all'inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent'anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l'estensione del silenzio e il crescere dell'estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è più radicale dell'abbandono, ma niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.-


Nessun intreccio, eppure questo libro ha una trama che funziona più che bene. Una trama che mette a soqquadro una stanza apparentemente in ordine, rompe gli equilibri apparentemente stabili e dà voce a tanti silenzi che non aspettavano altro di cambiare il loro stato e tramutarsi in rumore. L’autore analizza, senza banalizzare, il rapporto di una coppia che si lascia, si prende, si lascia, si prende… portando a galla tutti quelli che sono i punti deboli di coppia che sta insieme forzatamente. Lacci appunto, lacci che basta poco per tramutarli in nodi e basta poco per sfilarli. L’amore che vorrebbe dire ma che tace e che poi vomita tutto tra passato e presente.
Un romanzo ben strutturato, originale e apprezzabile già dalle prime pagine.


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