venerdì 9 marzo 2018

Recensione di "Tredici giorni a Natale" di Rocco Ballacchino, edito da Fratelli Frilli Editor

Recensione di "Tredici giorni a Natale" di Rocco Ballacchino, edito da Fratelli Frilli Editori
Un giallo perfetto. Tutti gli ingredienti sono dosati con cura e si legano perfettamente l'uno all'altro. Nessun ingrediente prevale, tutto si amalgama. La bravura dello scrittore sta anche nel riuscire a trattare due periodi storici diversi: il primo quello del 1990, il secondo quello dei giorni nostri, il 2016. Ballacchino ci riesce perfettamente. Il lettore resta inchiodato al libro non solo per la trama che è sicuramente originale e avvincente ma anche per la tenerezza che il commissario Crema suscita. Sergio Crema è un uomo che sta lì appeso tra il sogno e la solita scontata realtà. Tra il vivere e il sopravvivere alla quotidianità. Tra il sogno erotico e una moglie un po' pressante. Ballacchino insegna anche questo: che tutto non si può avere e che nella vita bisogna fare delle scelte. E si fa portavoce di due sacrosante verità: la prima che non basta trovare un qualcuno da punire per risolvere un caso, la seconda che "Il bene non sempre può porre rimedio al male."
E' il primo libro che leggo dell'autore, sono stata attratta dal titolo. Ora mi vedo costretta a leggere anche gli altri.


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