sabato 11 giugno 2022

Recensione de "La casa di tolleranza" di Marco Vichi, Guanda Editore.

Recensione de "La casa di tolleranza" di Marco Vichi, Guanda Editore.

“Siamo nel '49, Bordelli è entrato in Pubblica Sicurezza da due anni, è vice commissario in prova. Non ha ancora l'automobile e si muove in bicicletta. Sta comprando l'appartamento di via del Leone, con l'aiuto dei genitori e di un prestito bancario. Ha trentanove anni, e la memoria colma di ricordi di una guerra sanguinosa, dalla quale è tornato con un cane lupo grande come un vitello, un cane delle SS che lui ha trovato ferito e che ha salvato: Blisk. Durante un controllo in una casa di tolleranza, incarico che lui detesta, incontra una prostituta singolare, che nelle pause tra un cliente e l'altro lavora a maglia. Nasce subito una simpatia destinata a trasformarsi in amicizia. E il loro incontro, per puro caso, trascinerà Bordelli in un'indagine complicata e pericolosa, che lo costringerà a mettere in moto tutte le sue capacità. Tra una «rilassante» passeggiata nei cimiteri – dove verrà scoperchiata una macabra vicenda – e il ricordo di una notte passata a raccontarsi storie, che darà il via alla tradizione delle cene della Confraternita del Chianti, conosciamo il giovane Bordelli, investigatore alle prime armi ma con un gran fiuto nel risolvere i casi più intricati.”
L’autore descrive una Firenze del secondo dopoguerra. Vichi ci consegna tre racconti che formano un percorso di storia. La nostra storia, fatta di -bene- e di -male-.
«… non dimenticare che in ogni momento della vita ci si trova a scegliere tra il bene e il male, anche quando non ce ne rendiamo conto. Mi raccomando: scegli unicamente il bene, anche se spesso sarai costretto a percorrere la strada più difficile.» Così l'autore fa dire a un suo personaggio.
La lettura scorre via veloce. Tutti i tre racconti sono avvincenti, con una trama solida e ben costruita. Uno stile letterario magistrale, perché preciso e senza inutili figure retoriche. Vichi va al sodo e ogni volta fa centro.