sabato 23 febbraio 2019

Recensione de "L'energia del vuoto" di Roberto Bragalone Alter Ego Edizioni.

Recensione de "L'energia del vuoto" di Roberto Bragalone Alter Ego Edizioni.
Il titolo è tutto un programma, un titolo così attrae i lettori -malati- come me. Energia e vuoto, vuoto ed energia: da cosa sono legate queste due parole? Ovviamente la lettura del romanzo lo spiegherà, ma andiamo con ordine.
Siamo a Roma. È un tardo pomeriggio di marzo quando, lungo la via Appia, viene trovato il cadavere di un cameriere, Emanuele Damiani. Morte naturale o omicidio? Sarà Stefano Pacini, ispettore triste ripiegato su se stesso, insieme al suo vice, Montali, sotto la direzione del nuovo commissario Quattrucci, a condurre le indagini. E molte cose verranno a galla: loschi affari, poteri corrotti, traffico di soldi. E poi c'è l'amore. Ma davvero è amore?
Uno stile letterario attento e sicuro. Un ottimo intreccio, personaggi ben delineati animati dai più svariati sentimenti. Un thriller che parte benissimo e che lungo la lettura diventerà un thriller introspettivo. Non sono molti i colpi di scena ma non sempre questi sono necessari se la storia è intrigante e non perde mai il ritmo. E questo è il caso di questo romanzo.

mercoledì 13 febbraio 2019

Recensione di "Vittoria" di Barbara Fiorio, la Feltrinelli, editore

Recensione di "Vittoria" di Barbara Fioriola Feltrinelli, editore
Qui si parla di Genova, qui si parla di focaccia. Qui si parla di vita. E che vita. Non avevo mai letto nulla della Fiorio ma è bastato questo libro perché lei facesse breccia nel mio cuore malato di accanita lettrice. Una scrittura vivace, sorprendente. L'autrice riesce a scrivere pagine senza nemmeno usare un punto, usando solo virgole, senza però far perdere al lettore il filo del discorso. Una stile letterario frizzante e nello stesso tempo serio, puntuale mai scontato.
Prendi una donna, amala, poi lasciala: di lei farai un sacchetto di coriandoli. E' quello che accade a Vittoria, la protagonista, una donna di 46 anni. Vittoria è distrutta ma in realtà non perde mai del tutto la sua voglia di vivere. Cade ma ogni volta si rialza. E si rialza con entusiasmo, con il suo gatto, Sugo, con il conto in banca, che aveva insieme a lui, da chiudere (quel bastardo), con il suo profumo ancora nel contenitore del vetro (quel bastardo), con il dover mettere insieme il pranzo con la cena perché Vittoria non ha neanche più un lavoro. Quello che era il suo lavoro, ovvero fotografare, ora sembra non appartenerle più. E cercalo un lavoro a Genova... Vittoria intenerisce, Vittoria fa sorridere, Vittoria fa pensare, Vittoria ti salva la giornata. C'è tutto in questo libro: la gioia, il dolore, il pianto e il riso. La voglia di morire ma anche di vivere perché la vita non è finita anche se lui l'ha lasciata. Ci sono gli amici e gli amici di Vittoria sono dei giganti. C'è autocritica e la critica vera, perché Vittoria osserva, ascolta, non giudica ma consiglia e lo fa con intelligenza. S'inventa, Vittoria s'inventa un lavoro e fa centro. Questo romanzo è una perla perché l'autrice non ostenta la sua grandezza ma va dritta al cuore del lettore spronandolo a non mollare e a credere che tutto sia possibile. Leggetelo. Vi farete un regalo bellissimo.

mercoledì 6 febbraio 2019

Recensione di "Mazzo e rubamazzo" di Roberto Centazzo, TEA

Recensione di "Mazzo e rubamazzo" di Roberto CentazzoTEA
Una scrittura attenta e precisa. Roberto Centazzo non impone mai i suoi pensieri al lettore, mai nemmeno pontifica ma semplicemente scrive (e scrivere è quello che dovrebbe fare uno scrittore). Una storia che si potrebbe definire umana ed è di "roba" umana che abbiamo bisogno.
Fanno tenerezza (e anche della tenerezza abbiamo bisogno) i nostri Ferruccio Pammattone, Eugenio Mignogna e Luc Santoro, alias Semolino, Kukident e Maalox. Eccome se lo fanno: i bonifici della loro meritata pensione non vengono più versati sui loro conti in banca. E senza pensione si trovano catapultati nel mondo di quelli che devono tirare a campare. Niente, però, accade per caso perché la loro provvisoria ma tremenda indigenza farà in modo di condurli in una Genova povera e fragile che fa gola agli speculatori, ai venditori di fumo, ai politici corrotti e agli sporchi uomini d'affari. E quando un prete, don Parodi, economo della diocesi, viene trovato morto, ecco che l'inchiesta, aperta per indagare sulla sua morte, farà emergere fatti tutto meno che puliti, che porteranno a pensare a speculazioni immobiliari e ad attività di riciclaggio. Ed ecco che entrano in campo i nostri tre eroi.
Semolino, Kukident e Maalox contro la politica, le banche, la mafia e la Chiesa. Detto niente? Detto tutto se è Centazzo a scrivere la storia e a condurre i nostri squattrinati amici alla soluzione del caso. E tutto con un bel colpo di scena finale,
Una storia che sta dalla parte dei poveri, dei fragili e degli onesti perché Semolino, Kukident e Maalox danno voce a chi la voce purtroppo non ce l'ha.
Centazzo fa di nuovo centro. E una domanda sorge spontanea: a quando la serie televisiva?