giovedì 29 marzo 2018

Recensione di "Io e il Chiari... con il sole alle spalle" di Riccardo Gramola.

Recensione di "Io e il Chiari... con il sole alle spalle" di Riccardo Gramola.
Questo è un libro speciale, e non perché Riccardo è mio amico. Questo libro è speciale perché Riccardo è speciale. E' un uomo che ha conosciuto il dolore fisico e quello "di cuore", quello che ti prende a pugni l'anima. Ma il suo motto è: non dargliela vinta. Riccardo dopo essere stato operato per la patologia rara di Chiari, ha guardato in faccia la vita e ha deciso di "scavalcarla". Decide infatti di fare un bel tratto di strada, quella del pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. Il suo libro è un diario che invita ognuno di noi a credere nel miracolo della vita e soprattutto ci invita a non arrendersi mai. Si cammina con le gambe, è vero, ma Riccardo ci insegna che non è sempre così. A volte bisogna camminare con il cuore.


mercoledì 28 marzo 2018

Recensione de "La maestra cattiva" di Maria Tarditi, edizioni Araba Fenice Libri.

Recensione de "La maestra cattiva" di Maria Tarditi, edizioni Araba Fenice Libri.
Questo è il nono libro della Tarditi che leggo. Mi ero oramai convinta che nessuno potesse prendere il posto de "L'ultimo della fila" e invece non è così. "La maestra cattiva" è molto, molto di più. Si potrebbe dire che in questo libro vale quella specie di -regola-: niente appare com'è e nulla è come appare. La maestra è davvero cattiva? E se sì, perché lo è ?
In questo libro certi nodi duri da sciogliere vengono al pettine. Sono i peccati di una Italia fascista, avvolta nel perbenismo e nell'ipocrisia. E' sicuramente un romanzo storico. La storia della guerra d'Etiopia raccontata però attraverso vicende individuali. Narrata con garbo, chiarezza e ironia. Uno stile letterario che trascina il lettore, fino a farlo sentire parte integrante della storia. Un libro che sottolinea l'importanza dell'amore per gli altri e per noi stessi. Perché è solo amando noi stessi che possiamo amare gli altri. "Quanti sbagli fa compiere l'amore, una delle trappole che insidiano l'essere umano e gli tolgono l'uso della ragione." , però, "Gesù ha detto di essere venuto dal Cielo per i peccatori, non per i santi..."
La maestra cattiva è un romanzo da leggere perché insegna che c'è sempre tempo per cambiare e che non tutto quello che si piange è -male-.

lunedì 26 marzo 2018

Recensione di "Nadeo Bruzzardi, Principe del Foro" di Emiliano Olivieri, edito da ilmiolibro.it

Recensione di "Nadeo Bruzzardi, Principe del Foro" di Emiliano Olivieri, edito da ilmiolibro.it

Siamo alla seconda puntata (al 'sequel' come dice, prendendosi in giro, l'autore) e il taglio umoristico, a tratti sarcastico, continua a colpire il 'povero' Nadeo Bruzzardi, vittima di se stesso e delle sue manie di protagonismo e di arricchimento. Qui però, a differenza che nel 'Nadeo Bruzzardi, avvocato rampante', compare un comprimario che non sfigura al cospetto con il maestro: Olivieri Emiliano (sì l'autore), prima praticante del prestigioso studio legale e poi giovane avvocato, che apprende in fretta le arti per poter diventare (chissà?) nell'immaginario popolare il successore del grande Nadeo Bruzzardi. Nella postfazione/minaccia a firma dello stesso Bruzzardi c'è tutto il senso dell'autoironia dell'autore. Il libro va letto perché ridere fa bene, ci salva e fa del bene (il ricavato anche in questo caso, tolte le spese di stampa, è devoluto all'UNICEF).


Recensione di "Nadeo Bruzzardi, avvocato rampante" di Emiliano Olivieri, edito ilmiolibro.it.

Recensione di "Nadeo Bruzzardi, avvocato rampante" di Emiliano Olivieri, edito ilmiolibro.it.

Il 'libercolo', come lo chiama l'autore, è un pretesto per dar sfogo, più che sfoggio, all'ironia ed all'autoironia. Il protagonista è Nadeo Bruzzardi, avvocato valbormidese di fantasia cui sono attribuite imprese legali uniche, comportamenti ridicoli, spregiudicati cui il mito popolare attribuisce dignità di vere e proprie gesta epiche. La scrittura scorrevole, l'umorismo che trasuda da ogni pagina e lo scopo benefico (tutto il ricavato, tolte le spese di stampa, è devoluto all'UNICEF) rendono la lettura piacevolissima anche per chi, a differenza dell'autore, non è collega del protagonista.


domenica 25 marzo 2018

Recensione di "Una finestra sul noir" di AA:VV Fratelli Frilli Editori.

Recensione di "Una finestra sul noir" di AA:VV Fratelli Frilli Editori.
Per chi ancora non lo sapesse, "Una finestra sul noir" è un'antologia di racconti della Casa Editrice Fratelli Frilli, dedicata a Marco Frilli.
Quindi un lettore che si appresta a leggere un'antologia si aspetta di leggere un'antologia. Il ragionamento fila come il rigiro di parole che ho appena scritto.
E invece no. 
Il lettore si trova di fronte a narrazioni diverse per stile, alcune più lunghe alcune più corte, che aprono uno spunto e una riflessione sull'amicizia.
L'Amicizia che va oltre.
Oltre la morte.
Il denominatore comune è Marco Frilli, editore, amico fraterno, consigliere, critico, a volte anche un po' burbero.
Marco Frilli diventa personaggio non nel ricordo ma nella realtà.
Niente è più vero e reale di quello che si scrive. Almeno questo è così per me.
La grandezza di questa raccolta sta nella capacità che tutti gli scrittori hanno avuto di parlare di Marco Frilli come se non se ne fosse mai andato, come se fosse partito per un viaggio dal quale prima o poi farà ritorno. Non lo ricordano soltanto ma lo fanno vivere nei loro racconti.
Il lettore mentre legge impara a conoscere Marco Frilli. Apprende che fuma, che apprezza il buon vino, che ha la voce roca, che ha pochi capelli, che ama il suo lavoro e che ha realizzato un sogno, nonostante tutto.
Ecco, appunto, nonostante tutto.
Chi non si arrende davanti alle difficoltà e nonostante queste porta avanti il suo sogno, ha già vinto.
Marco Frilli ha vinto. E la sua famiglia, i suoi amici e tutti i suoi autori sanno che per non farlo morire davvero devono continuare a far vivere il suo sogno. Quindi i miei complimenti a tutti.
Ricordo che parte dei proventi delle vendite di questo volume sarà devoluta all'Associazione Gigi Ghirotti Onlus. Un motivo in più per leggere questa raccolta.


sabato 24 marzo 2018

Recensione di "Le tre signore" di Irene SchiavettaCoedit Edizioni
Un romanzo ben costruito. La Schiavetta mostra uno stile letterario che non ha nulla da invidiare ai più grandi -scrittori-. C'è sostanza in quello che scrive perché i messaggi che lascia al lettore sono sostanziosi. Uno tra questi è che: “La riservatezza è una delle virtù meno celebrate e più preziose”. 
E' la storia di tre donne che vivono in un paesino, Folasca, siamo negli anni Sessanta. E' un paesino fatto di persone retrograde e molto pettegole. Tutto ciò però non impedirà la nascita della grande amicizia tra queste donne e tanto meno impedirà il suo forte incedere. La loro storia si snoda per mano di un'altra donna, siamo ai giorni nostri, che ereditando la casa di una delle tre donne, inevitabilmente farà i conti con il loro passato. Non è un giallo, non c'è suspense. C'è molto di più: c'è l'amore. L'amore di cui tutti abbiamo bisogno ma che purtroppo a volte viene sporcato da cattiveria, invidia ed ignoranza. E' un romanzo che si conclude con una grande verità: che il sentimento dell'amicizia “più a lungo dell'amore può dare un senso alle proprie giornate”. 



giovedì 22 marzo 2018

Recensione di Primo Miraggio, di Sergia Monleone, edito da Liberodiscrivere associazione culturale edizioni.

È un ottimo giallo. Scritto con chiarezza, che non vuol dire scritto con semplicità, ma colmo di una scrittura attenta, schietta e a tratti nuda e cruda. Come per me deve essere un giallo.
È una bella storia d'amore. Scritta con chiarezza, che non vuol dire scritta con semplicità, ma colma di dolcezza, passione e comprensione. Come per me deve essere una storia d'amore.
Questa lettura colpisce per la capacità della scrittrice di intrecciare il noir con l'amore, l'amaro con il dolce, l'ascolto con la comunicazione.

domenica 18 marzo 2018

Recensione di "Come foglie" , di Alessandro Marenco, edizioni Pentagora

Recensione di "Come foglie" , di Alessandro Marenco, edizioni Pentagora
E' un romanzo che porta alla luce luoghi bui, quasi infrattati, di una Valbormida che non c'è più ma che ha avuto un enorme peso storico.
Il romanzo è tratto da una storia vera... e che storia.
Si potrebbe dire che questo romanzo è quasi tutto al femminile. Ciò non vuol dire che l'uomo non compaia, anzi compare eccome. Compare come quello che porta i pantaloni, che purtroppo a volte tira giù scoprendo quanto basta per soddisfare i suoi brutali istinti. Compare come soldato, compare per uccidere, compare facendo venire a galla la parte che non vorrebbe avere ma che invece ha: la debolezza.
Per quanto le donne, come dice lo stesso autore: “... hanno un destino, ed è tutto e niente. Non basta fare volume, fare peso. Le donne fanno cose che non pesano”, l'uomo da questo romanzo esce perdente. Perdente perché ha bisogno di essere perdonato. La donna no.
E' un romanzo che parla di Teresa, classe 1889, che viene al mondo “nel quieto ripetersi dei giorni e delle stagioni, nella speranza quotidiana di sopravvivere al tempo, di superare un altro giro di macina indenne”. Una donna che rifiuta il cambiamento rimanendo ancorata al suo bosco, ai suoi animali, al suo orto e ad una vita che è tutto meno che vita, ma lei questo non lo sa. A cosa serve sapere?
E' la storia di Anna, classe 1913, figlia di Teresa, partorita al pascolo proprio come partoriscono le capre. Anna viene al mondo ed è buona fin da subito, “Certo aveva pianto e urlato, ma non più di tanto.” Anna però subisce il fascino del cambiamento che nell'aria incomincia a farsi sentire. Anna andrà a lavorare in fabbrica, a Ferrania. E lo sanno tutti che una volta che una donna va a lavorare in fabbrica diventa “mossa” e sfrontata.
La fabbrica Ferrania nasce dal niente in mezzo ai boschi, ed è fin da subito un grande tentativo di avanguardia, produttività e benessere sociale anche se subirà pure lei, come tutta l'Italia, i danni del fascismo. Così dovrà subirli Anna che riuscirà a resistere più di tanti uomini. Anna ha solo una colpa: quella di essere stata violentata. La violenza la vive come una colpa perché è l'unica cosa che può fare per andare avanti. Così avanti da farle partorire un bambino “figlio di nessuno”. Perché se non hai un padre sei figlio di nessuno. Anna dimostrerà il contrario.
Alessandro Marenco, con una grande sensibilità ed un eccezionale stile letterario, scatta una fotografia su un Italia “femmina”, una di quelle foto in bianco e nero sulle quali scendono lacrime, perché davanti a tanto dolore si può solo piangere. La fotografia però rimarrà indenne da quel passaggio di lacrime perché l'amore cura sempre tutto. L'amore che il lettore imparerà da Anna che perdonerà chi quel giorno nel bosco le tolse la verginità: “... se non ci perdoniamo tra di noi, da chi dobbiamo aspettare il perdono? Chi altro possiamo perdonare?”
Leggetelo questo romanzo, fatevi un regalo, vi aiuterà a ricordare che “Il tempo è una macina che gira, non c'è sasso o nocciolo che resista: prima o dopo, un giro per volta, si sgretola tutto, tutto si trasforma. Polvere, indistinta, omogenea.”
Essere consapevoli di questo vi aiuterà ad essere migliori.


venerdì 16 marzo 2018

Recensione de "Il trasloco", di Alessandra Monaco, edito da Liberodiscrivere associazione culturale edizioni

Recensione de "Il trasloco", di Alessandra Monaco, edito da Liberodiscrivere associazione culturale edizioni.
Un libro meraviglioso. Un libro potente, da persone forti. Solo "Fai bei sogni" di Gramellini era riuscito finora a tirarmi fuori così tante emozioni, prendendomi a pugni, ferendomi per poi prendersi cura delle mie ferite.
Mi sono ritrovata in ogni parola, in ogni pagina e in ogni segno di punteggiatura. Mi ci sono ritrovata come figlia e come madre.
Un libro che insegna che l'amore è lasciare andare non trattenere, anche se questo ci provoca dolore. Possiamo rimanere legati stretti stretti ai luoghi dove abbiamo vissuto con i nostri genitori, fare in modo che non venga cambiato nulla nella casa dove abbiamo vissuto con loro. Questo però non ci porta a nulla se non a covare rabbia per averli persi. Loro non sono nella casa dove siamo vissuti, loro sono nell'essenza della vita.
Leggetelo, vi renderà liberi e non schiavi del dolore.


domenica 11 marzo 2018

Recensione di "Vico dell'Amore Perfetto" di Adelaide Barigozzi. Fratelli Frilli Editori

Recensione di "Vico dell'Amore Perfetto" di Adelaide Barigozzi. Fratelli Frilli Editori
Scrittura fluida, allegra e mai scontata. Un giallo sorprendete. Trama originale. E che trama! Un giallo che non risparmia riflessioni sulla vita e sui danni che la violenza psicologica può causare ad un individuo. Merito dell'autrice averne parlato senza urtare la sensibilità del lettore. Un giallo che parla di donne e che sottolinea l'importanza dell'amicizia. Un giallo che insegna che l'amore ripaga sempre e che la cattiveria e l'ingordigia rendono schiavi. Un giallo tragico e allo stesso tempo comico. La spontaneità delle tre donne “diversamente rotonde” scalda e rallegra il cuore del lettore. Un giallo che insegna che “Il vento alza la polvere, ma non la crea.” Un giallo da leggere.