lunedì 21 novembre 2022

Recensione di "Un uso qualunque di te. Dieci anni dopo" di Sara Rattaro Sara Rattaro, edizione Sperling & Kupfer.

Recensione di "Un uso qualunque di te. Dieci anni dopo" di Sara Rattaro Sara Rattaro, edizione Sperling & Kupfer.

"Carlo è un marito presente e innamorato; Viola è un'anima inafferrabile e una moglie distratta da mille inquietudini e troppi rimpianti. Eppure la loro coppia resta in equilibrio, per quanto precario, sorretta da Luce, la figlia diciassettenne. Finché, al termine di una notte che non ha trascorso nel suo letto, Viola trova in segreteria un messaggio del marito che le dice di correre in ospedale. In quel momento di verità, sospeso tra la vita e la morte, nessuna bugia potrà più salvarla, ma solo un atto d'amore. Il più grande e il più coraggioso che abbia mai compiuto."
Una chiamata nel cuore della notte e la vita va completamente all’aria.
Così succede a Viola e a Carlo. Tutto va in mille pezzi, tutto si trasforma in un sacchetto di coriandoli di un unico solo colore: il nero. Cala il sipario e l’armonia famigliare, l’amore, il bene, il sesso, gli abbracci fanno un inchino, salutano il pubblico e scompaiono dietro le quinte. Al loro posto, sul palco, troviamo un unico attore che si trova a recitare un ruolo difficilissimo, quello del -segreto- che sconvolge gli equilibri e spazza via le certezze.
Esiste l’amore? Se sì, esiste anche dopo? Anche dopo l’amore?
Una voce narrante che viaggia tra passato e presente, racconta la vita di Viola e di Carlo. Lui è un uomo dai sentimenti autentici, freschi, chiari: ama Viola come ama se stesso, forse anche di più. Viola è una donna che vive sull’onda del caos che riesce a creare nella sua vita. Non conosce disciplina, sa amare ma di un amore che disperde, che semina qua e là, a volte su un terreno fertile, a volte su un terreno paludoso che non le darà mai alcun frutto.
Viola sa fare bene una cosa: mettere a repentaglio la sua felicità. O forse, semplicemente, non è incline ad amare se stessa. La coppia, però, riesce a stare a galla, grazie a Luce, la loro figlia. Tutto è in apparente equilibrio fino a quella telefonata.
Una scrittura sicura, dolce, chiara che inchioda il lettore alle pagine. Una storia che avvolge esattamente come l’amore di cui parla.
«… non esiste nulla di più egoista dell’amore.»
E l’amore se è vero, salta ogni ostacolo, oltrepassa qualsiasi muro.
L’autrice, con un prosa introspettiva, conduce il lettore per le vie del cuore meno praticate, perché tortuose. Sono quelle che mettono a rischio il nostro equilibrio emotivo, la nostra capacità a gestire l’emotività.
Negazione, rabbia, patteggiamento, depressione, accettazione. Sono le fasi attraverso le quali è necessario passare per cadere, rialzarsi e rinascere. Niente è perduto, tutto si mescola, la vita fa di nuovo il suo primo passo e viene riconsegnata al mondo. E poi la vita corre incontro all’amore, che sta fermo lì, che aspetta. E non delude mai.


giovedì 10 novembre 2022

Recensione di "Gala Eluard Dalì. Per interposti uomini" di Anna Di Cagno Morellini Editore

Recensione di "Gala Eluard Dalì. Per interposti uomini" di Anna Di Cagno Morellini Editore

“Aprile 1975, Pùbol, Gerona. Gala Éluard Dalì si ritira per una settimana in solitudine nel castello che il suo secondo marito, Salvador Dalì, le ha regalato. Una notte una ragazza bussa alla sua porta: è una giovane studentessa dell’Università di Torino che sta lavorando alla sua tesi di laurea. Si apre così un incontro causale, ma forse necessario per entrambe, che si svolge all’interno di quello che Dalì considerò il suo più grande capolavoro.
In ogni stanza si apre uno squarcio sulla vita, incredibile e mitica, della Musa più celebre del surrealismo; una donna che ha segnato un’epoca, e ispirato il poeta e l’artista più famosi del movimento culturale.
Un incontro-scontro dal quale entrambe usciranno trasformate: la giovane studentessa troverà finalmente una strada tutta sua, e Gala troverà il modo di realizzare ancora se stessa, questa volta per -interposta donna-.”
Un romanzo intenso e affascinante, scritto con cura, con trasporto, con lucidità. Ritmo, musicalità, poesia, passione, seduzione, erotismo rendono questo libro speciale.
Gala Éluard Dalì è stata la musa e la moglie del poeta Paul Éluard e di Salvador Dalí. Eppure di lei si sa poco. L’autrice ci prende per mano, ci conduce al castello di Pubol, trasformandoci in spettatori. Spettatori della vita di Gala. Ascoltiamo i suoi tormenti, le sue partenze e i suoi “non ritorni”. Odio e amore, gioia e dolore, tutto il contrario di tutto. Nulla è come appare e niente appare come è.
Perché Gala è una donna per alcuni versi antipatica ma anche il contrario. È cinica ma a tratti premurosa, tanto amabile quanto odiosa. Sicuramente è determinata, fiera, pericolosa ed esplosiva. Non teme la morte e muove i suoi passi su quello che sarà il luogo dove verrà sepolta.
Egoista, egocentrica, ma non completamente perché si “regala” a Nicoletta, donando a lei tutta la sua attenzione.
Ciò che mi ha molto entusiasmata in questo romanzo sono le immagine nitide e vive di una donna che “ferisce” un’altra donna senza, però, alcuna cattiveria. Gala apre gli occhi a Nicoletta mettendola davanti a una realtà che non conosce, dinanzi a un mondo che ancora ignora, ma soprattutto per darle speranza. Perché un futuro migliore è sempre possibile. La vita è un brivido, la morte è saggezza.



mercoledì 2 novembre 2022

Recensione di "Rosso veneziano" di Guido Sgardoli Guido Sgardoli Fanucci Editore

Recensione di "Rosso veneziano" di Guido Sgardoli Guido Sgardoli Fanucci Editore

"Venezia, 1509: Zorzo Cigna, detto Giorgione, trascorre il suo tempo creando quadri e affreschi in preda a un'euforia causata dalla dipendenza dall'oppio. Nutre un amore segreto per Cecilia, la tenutaria del più apprezzato bordello veneziano, che incontra di notte in gran segreto. Durante il Carnevale, viene svegliato in piena notte da una triste notizia: il suo amico fra' Placidio è rimasto vittima delle fiamme che hanno colpito l'ospeal del bersaglio vicino alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Accorre sul luogo dell'incendio e qualcosa non gli torna; potrebbe trattarsi di un atto doloso e fra' Placidio potrebbe essere stato deliberatamente ucciso. E un uomo lì presente, che sembra guardarlo con interesse, non promette nulla di buono... Zorzo Cigna comincia a indagare e quando una serie di incendi colpisce la città e lui stesso si trova minacciato, capirà che la verità potrebbe cambiare per sempre il destino della Serenissima. Una Venezia rinascimentale inedita, violenta e segreta, fa da sfondo a una vicenda dai risvolti cupi, dove nulla e nessuno è mai come appare."
L’autore regala al lettore un thriller storico ambientato in una Venezia del 1500. Un romanzo preciso, elegante, dal ritmo incalzante. Nulla è lasciato al caso, tutti i personaggi sono ben caratterizzati e le descrizioni dei luoghi e della vita quotidiana risultano essere efficaci e curate in tutti i dettagli. Gli avvenimenti e i vari collegamenti tra una storia e l’altra sono raccontati dall’autore in modo limpido ed evocativo.
È un romanzo dalla ricostruzione storica ottima e, per questo, il lettore riesce a “girare” per le vie di Venezia senza perdersi, immedesimandosi in ogni situazione. Sentimenti ed emozioni escono prepotentemente mentre le pagine, che si colorano di rosso per il sangue, bruciano per il fuoco, si anneriscono per la cenere, raccontano la morte, fotografano distruzione e disperazione. Eppure è un romanzo che scalda perché la storia è comunque intrisa di poesia e di straordinaria passione.