giovedì 10 novembre 2022

Recensione di "Gala Eluard Dalì. Per interposti uomini" di Anna Di Cagno Morellini Editore

Recensione di "Gala Eluard Dalì. Per interposti uomini" di Anna Di Cagno Morellini Editore

“Aprile 1975, Pùbol, Gerona. Gala Éluard Dalì si ritira per una settimana in solitudine nel castello che il suo secondo marito, Salvador Dalì, le ha regalato. Una notte una ragazza bussa alla sua porta: è una giovane studentessa dell’Università di Torino che sta lavorando alla sua tesi di laurea. Si apre così un incontro causale, ma forse necessario per entrambe, che si svolge all’interno di quello che Dalì considerò il suo più grande capolavoro.
In ogni stanza si apre uno squarcio sulla vita, incredibile e mitica, della Musa più celebre del surrealismo; una donna che ha segnato un’epoca, e ispirato il poeta e l’artista più famosi del movimento culturale.
Un incontro-scontro dal quale entrambe usciranno trasformate: la giovane studentessa troverà finalmente una strada tutta sua, e Gala troverà il modo di realizzare ancora se stessa, questa volta per -interposta donna-.”
Un romanzo intenso e affascinante, scritto con cura, con trasporto, con lucidità. Ritmo, musicalità, poesia, passione, seduzione, erotismo rendono questo libro speciale.
Gala Éluard Dalì è stata la musa e la moglie del poeta Paul Éluard e di Salvador Dalí. Eppure di lei si sa poco. L’autrice ci prende per mano, ci conduce al castello di Pubol, trasformandoci in spettatori. Spettatori della vita di Gala. Ascoltiamo i suoi tormenti, le sue partenze e i suoi “non ritorni”. Odio e amore, gioia e dolore, tutto il contrario di tutto. Nulla è come appare e niente appare come è.
Perché Gala è una donna per alcuni versi antipatica ma anche il contrario. È cinica ma a tratti premurosa, tanto amabile quanto odiosa. Sicuramente è determinata, fiera, pericolosa ed esplosiva. Non teme la morte e muove i suoi passi su quello che sarà il luogo dove verrà sepolta.
Egoista, egocentrica, ma non completamente perché si “regala” a Nicoletta, donando a lei tutta la sua attenzione.
Ciò che mi ha molto entusiasmata in questo romanzo sono le immagine nitide e vive di una donna che “ferisce” un’altra donna senza, però, alcuna cattiveria. Gala apre gli occhi a Nicoletta mettendola davanti a una realtà che non conosce, dinanzi a un mondo che ancora ignora, ma soprattutto per darle speranza. Perché un futuro migliore è sempre possibile. La vita è un brivido, la morte è saggezza.



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