Recensione di "Tutto chiede salvezza" di #DanieleMencarelli, Mondadori editore.
"Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un'estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo..."
Un romanzo straordinario. Una storia straordinaria. La trama ha uno sviluppo lineare con un "Io narrante", il protagonista nonché l’autore del romanzo. Il libro è suddiviso in sette capitoli rispondenti ai sette giorni di TSO. Ansia, depressione, schizofrenia, bipolarità, catatonia: una miscela di ingredienti esplosivi. Eppure veri. Veri sempre. Aspetti veri in un mondo che non conosciamo, che rifiutiamo. Il mondo degli altri. La storia, però, ce lo insegna (storia che puntualmente per comodità dimentichiamo) che “gli altri siamo noi”. E il perno sul quale gira il romanzo è proprio “l’altro”, l’essere umano, così fragile, così consumato dentro, così impotente fuori.
Perché tutto chiede salvezza e tutto andrebbe salvato: “Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani.”
La capacità descrittiva dell’autore rende questo romanzo speciale. Le sensazioni che Mencarelli riesce a trasmettere disarmano il lettore.
Il lettore non può fare a meno di chiederselo: “E se un giorno io diventassi come uno di loro: catatonico, schizofrenico… consumato, consumato nel cuore. Consumato al centro dove il cuore batte.
Basta talmente poco per entrare nel tunnel. Meno di quello che immaginiamo. Eppure i matti sono sempre e solo gli altri. Quelli che fanno paura. La mente umana è complessa, è vero, non educata ad accogliere il prossimo, a riconoscere le emozioni. Veloce ad esprimere giudizi... che non sono i selfie a renderci felici lo sappiamo tutti, eppure è in base a questo che stabiliamo che sia felice e chi no. I rapporti umani sono complessi, anche questo è vero. Daniele durante il suo TSO ne ha la certezza, ma sono proprio i rapporti umani a essere necessari, perché siamo tutti a rischio di solitudine. Tutti, chi più chi meno, abbiamo un contenzioso con la solitudine. E tutti abbiamo bisogno di salvezza. Il problema è che non sappiamo chiederla. Siamo occupati ad apparire invece di essere.
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