“Giacomo Necchi, il protagonista di questa storia, è morto. Lascia un figlio, una moglie, una sorella, due nipoti, degli affezionati vicini. Ma soprattutto una passione bruciante per la scrittura che ha sempre e solo confinato al suo studio, la "stanza senza sottobicchieri", l'unico spazio della sua casa di Long Beach che per quasi trent'anni è riuscito a sottrarre all'ordine maniacale della moglie americana, Grace. Mentre le persone più importanti della sua vita si riuniscono per il suo funerale, Giacomo si accorge che la morte gli concede una prospettiva privilegiata. Si rende subito conto che tutti intorno a lui hanno qualcosa da nascondere e che non sono davvero come ha sempre creduto che fossero. Persino lui stesso ha un segreto postumo che potrebbe sconvolgere la sua famiglia. Scrittore mancato e osservatore impotente, Giacomo capisce però che questa è la più grande occasione di narrare una storia che gli sia mai capitata, e non ha nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire.“
Un romanzo brillante, ben scritto e ben delineato. Mostra uno stile fresco e molto ironico. Purtroppo lo è a tratti. Geniale l’idea di partenza ma poi l’autrice si perde a raccontare la vita dei personaggi secondari della storia, instillando nel lettore il dubbio di aver perso il filo del discorso. La partenza è straordinaria, conduce a una sana risata, così come altre molte pagine ed è per questo che quei tratti lenti interrompono in modo fastidioso la lettura.
È sicuramente un’ottima lettura che porta il lettore a riflettere sul senso della vita e su quello della morte o per meglio dire su quello che potrebbe succedere dopo la nostra morte.
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