domenica 7 settembre 2025

Recensione di "Laura e il filo" di Silvio Zenoni, Leucotea.it edizioni.

 Recensione di "Laura e il filo" di Silvio Zenoni, Leucotea.it edizioni.

"La mattina del 7 agosto 1974 Philippe Petit passa da una torre gemella all'altra su un cavo d'acciaio senza alcuna protezione, né sistema di sicurezza. Questo romanzo però non è una sua biografia e gli avvenimenti narrati nulla inseriscono alla sua vita. Philippe Petit è soltanto un indebito pretesto, un'ignobile scusa che l'autore ha utilizzato per parlare dell'amore e dell'equilibrio precario a cui ci costringe, un giorno innalzandoci a inaccessibili altezze e un altro facendoci sprofondare irrimediabilmente nel vuoto."

Sicuramente un romanzo d’amore. Sicuramente un romanzo psicologico. Con uno stile narrativo e al contempo poetico, l’autore ha dato vita a una storia scritta con cura, dove ogni parola è pesata e ben amalgamata all’altra. La narrazione è interessante e coinvolgente, ricca di momenti di introspezione, che costringono il lettore a riflettere sull’amore e sul modo in cui lo si affronta quando iniziamo a tessere una relazione. È un viaggio tra emozioni e riflessioni, un viaggio nell’amore con le sue zone d’ombra e di luce, in tutte le sue sfaccettature. L’autore racconta dell’amore che un ragazzo sente di provare per una sua amica e lo fa in modo delicato e concreto, mostrando come i sentimenti possano essere difficili perché pieni di sfumature. Un romanzo che mi sento di consigliare a chi ha bisogno di esplorare le complessità delle emozioni giovanili.



domenica 31 agosto 2025

Recensione di "Bucaneve" di Mélissa Da Costa - Auteure, edito Rizzoli.

Recensione di "Bucaneve" di Mélissa Da Costa - Auteure, edito Rizzoli.

"Ambre ha vent’anni e la vita davanti a sé, ma non la vede. Da un anno è l’amante ragazzina di un quarantenne, Philippe, professionista affermato, padre di famiglia. Vive nell’appartamento che lui le ha messo a disposizione, ma è un amore asfissiato che si nutre di scampoli di tempo. Quando Ambre, sopraffatta dal vuoto, tenta di farla finita, Philippe è già distante da quell’amore nuovo e salva il proprio imbarazzo offrendole una via di fuga: le trova una sistemazione ad Arvieux, un paesino delle Alte Alpi francesi, come cameriera stagionale in un albergo. In questa valle azzurra, dove la montagna si presenta allo stato puro e le vetrine dei bar sono appannate dai fumi della cioccolata, Ambre scopre un micromondo di sogni, fragilità, entusiasmi, delusioni. Le persone che incontra hanno, come lei, dolori che pesano e solitudini schierate come scudi. Persone come Tim, l’aiuto cuoco, ventiduenne gay rifiutato dalla sua famiglia; come Rosalie, madre single di una bambina di quattro mesi, che soffre di fobia dell’abbandono. Come Wilson, che preferisce il rumore del vento tra i pini alla compagnia degli uomini. Giorno dopo giorno, tra un turno in sala e una ciaspolata nei boschi di larici, tra incomprensioni e risate leggere, Ambre mette piede nei loro silenzi ed esce dal suo. Come accade quando, sulla superficie di neve invernale, protettiva e muta, riaffiora la vita nei petali di un bucaneve."

Un romanzo che scalda, che scaccia via il cattivo umore, che dona speranza facendo credere nel sentimento dell’amicizia.
L’autrice con uno stile letterario così preciso scevro da inutili voli di pensiero, ha dato vita a un romanzo intriso di dolore ma nello stesso tempo a un romanzo che cura.
I dialoghi frizzanti e veloci delineano personaggi bisognosi di amore e di coraggio. Il coraggio necessario per affrontare la vita, per abbandonare una strada e percorrerne una nuova.
Una lettura fresca carica, però, di pagine intense che provocano al lettore un arcobaleno di emozioni. Ben descritti gli ambienti.
Un romanzo che aiuta a riflettere sull’importanza dei legami e di come spesso i rancori impediscono di procedere in avanti.





domenica 24 agosto 2025

Recensione de "La mossa dell'assassino" di Angela Marsons Author, Newton Compton editori.

Recensione de "La mossa dell'assassino" di Angela Marsons Author, Newton Compton editori.


"Una tarda sera d'estate, la detective Kim Stone arriva a Haden Hill Park sulla scena di un orribile delitto: una donna è stata legata a un'altalena con del filo spinato e ha una X incisa sulla parte posteriore del collo. La vittima si chiamava Belinda Evans ed era una professoressa universitaria di psicologia infantile ormai in pensione. Perquisendone l'abitazione, Kim e la sua squadra trovano una valigia pronta e indizi di un complesso rapporto tra Belinda e la sorella Veronica. Quando vengono rinvenuti altri due cadaveri con gli stessi segni distintivi, Kim capisce di avere a che fare con un serial killer rituale. Indagando sulle vittime, individua un comun denominatore: tutte e tre erano coinvolte in tornei per bambini prodigio e si stavano recando all'evento annuale. L'assassino è uno dei più spietati che Kim abbia mai incontrato, e l'unico modo per scovarlo è indagare su ogni bambino che ha partecipato alle gare nei decenni addietro. Di fronte a centinaia di potenziali piste e a una sorella in lutto che si rifiuta di collaborare, riuscirà Kim a entrare nella mente del killer e a impedire un altro omicidio prima che sia troppo tardi? Ogni anima ha un lato oscuro. Angela Marsons nel suo nuovo romanzo ci porta a scoprire quanto l'abisso può essere profondo."

Con i suoi protagonisti ben caratterizzati l’autrice mostra il bene e il male, sentimenti che albergano entrambi dentro ognuno di noi.
Usando una scrittura dinamica e scorrevole, l’autrice narra storie di rivalità, di abbandono, falsità e crudeltà.
I personaggi sono ben caratterizzati così come curati e precisi i dialoghi.
L’atmosfera è inquietante, pagina dopo pagina il lettore viene condotto verso il lato oscuro dell’animo umano. Un giallo dove si "sente" il dolore, soprattutto quello che provano i più deboli come i bambini che vengono cresciuti senza amore. Sicuramente un giallo con la G maiuscola che invita il lettore a riflettere sulla fragilità degli esseri umani.


domenica 13 luglio 2025

Recensione de "Il diario misterioso" di Ugo Moriano Ugo Moriano edito Leucotea.it.

 Recensione de "Il diario misterioso" di Ugo Moriano Ugo Moriano edito Leucotea.it.

"Le vacanze estive sono alle porte e l’anno scolastico volge al termine, quando, a Diano Marina, cinque giovani amici si addentrano in un misterioso sotterraneo che si trova proprio sotto la loro scuola. La scoperta di un antico manoscritto, che in parte svela i poteri di un antico frate, lascia intendere che Raymonde de Diane potrebbe essere legato alla leggenda del Graal e ciò spinge i ragazzi a oltrepassare un portale per addentrarsi nell’ignoto. Solo la grande complicità che li lega da sempre darà loro il coraggio di affrontare un’avventura assolutamente incredibile che cementerà ancor più la loro amicizia."

Scrivere libri per ragazzi non è un’impresa facile. Forse, per ottenere un buon risultato, bisogna essere rimasti un po’ ragazzi "dentro". Comunque sia, Ugo Moriano è riuscito nell'impresa e ha confezionato un’avventura con i fiocchi. Ottime le descrizioni, veritieri i dialoghi tra i ragazzini, così come consone all’età le emozioni che i personaggi esternano. E poi c’è l’amore, quello fraterno, quello che si innesca e si sviluppa quando l’amicizia diventa il motore di ricerca per studiare, curiosare, per rimanere uniti. Un’idea originale quella dell’autore che ha incuriosito e coinvolto una donna (quasi anziana) come me che non ama il genere avventuroso/fantasy ma che pagina dopo pagina si è lasciata condurre in questa storia carica di mistero… e non solo.



lunedì 7 luglio 2025

No. No. No.

No. No. No.

Nu. Nu. Nu.

E ci manca.

Se fosse segnalatemi a chi di dovere.
Quindi:
- non recensisco libri dietro compenso in denaro (e neanche in cambio di un buon rosso o bianco).
- non recensisco libri nemmeno se me li spedite (quindi gratis perché non acquisterei il libro. L'ho fatto una volta e me ne sono pentita perché poi è brutto scrivere: "Che romanzo moscio." Mentire mi riesce difficile.
-Sì, i libri che mi chiedono di presentare li ho in omaggio... Mi sembra anche ovvio. E nemmeno accetto di presentarli tutti perché ho una vita anche io... E ho ancora tanti cimiteri da visitare.
- Vado a pelle con i libri, così come con le persone e le lapidi. A volte sbaglio ma errare aiuta a crescere e migliorarsi.
Ma davvero siete seri quando in privato mi chiedete di recensire i vostri libri o quelli dei vostri amici o parenti o dei vostri autori?
Bah!
Punto.




domenica 6 luglio 2025

Recensione di Giona di Alessandro Marenco, edizioni temposospeso.

 Recensione di Giona di Alessandro Marenco, edizioni temposospeso.


"Sceso in un fosso per attingere acqua di fonte, Giona si ritrova intrappolato da un grosso masso rotolato improvvisamente. Siamo alla fine del Settecento, non ci sono vigili del fuoco da chiamare, macchine o catene per liberarlo. Giona dovrà organizzarsi la vita, diventando addirittura un personaggio quasi magico. Ne sappiamo di più grazie al memoriale del fratello, Giosuè, più piccolo di lui, che finirà per raccontare anche la sua vita, tra studi in seminario, battaglie sul Montenotte, arruolamenti nella grande armata francese, marce forzate, traversate oceaniche, visioni di isole magnifiche e irraggiungibili. Ma anche l’orrore estremo del campo di battaglia, il ritorno e tutti gli sforzi per liberare il fratello."

Al lettore non è necessario sapere se la storia sia vera o inventata. Dopo avere gustato le prime pagine di questo romanzo, quello che conta è procedere nella lettura. Una scrittura genuina che solletica i cinque sensi, che apre la mente e che emoziona.
L’autore racconta una storia importante di straordinaria umanità e lo fa usando uno stile consono alla vicenda stessa. Si cala in ogni personaggio che risulta vero in pregi e difetti. Il romanzo non è suddiviso in capitoli, ogni parola è frutto dell’altra così come ogni pagina richiama la precedente.
Un romanzo che suscita riflessioni, una particolare: cosa saremo se non avessimo memoria? Perché è la memoria la vera protagonista dell’ultima fatica di Marenco. La memoria, questa funzione psichica che ci permette di ricordare, di immagazzinare ricordi e di assimilare quello che è stato anche se non vissuto da noi in prima persona. La memoria che è frutto dell’ascolto, della conoscenza. Ed è quest’ultima la coprotagonista di questo componimento. La conoscenza, arma fondamentale in ogni ambito della vita umana perché ci permette di crescere, di progredire sia dal punto di vista sociale, culturale, economico, scientifico e soprattutto individuale.
Una storia antica quella di Giona ma che in realtà è una finestra spalancata sul futuro che appare sempre più incerto e più fragile. Duecentoquarantacinque pagine intrise di vita che, per quanto passata, è necessario ricordare. Perché anche il ricordo è un’arma che ci permettere di camminare andando avanti, evitando di inciampare e cadere negli stessi errori commessi da altri.

"Ricevemmo l’ordine perentorio di non avvicinarsi a lui e non dargli nessuna confidenza poiché in quanto negro sarebbe stato sicuramente pericoloso e per i contagi e per l’indole selvaggia e fiera che contraddistingue quella razza. Erano uomini che venivano dall’Africa e che sull’isola furono portati prigionieri per lavorare da schiavi questa terra posseduta dalla Francia. La Repubblica, poi, decise che gli schiavi avessero diritto di vivere come uomini liberi, ma presto si tornò all’uso antico: ‘Troppo selvaggi’, dicevano alcuni, sostenendo che i negri erano al mondo per lavorare, data la loro resistenza e forza, così come i bianchi per comandare i negri. E concludevano che ribellarsi al destino porta sempre a male le cose."

Un piccolo grande capolavoro il Giona di Marenco che attraverso le parole di Giosuè Baccino, pone l’attenzione sul fatto che ci sono vite che, anche se non temerarie, meritano di essere ricordate…

... "Per quanto io ebbi una vita dura e avventurosa, quella di mio fratello merita ancora più della mia di essere raccontata, poiché egli la passò tutta nello stesso paese, e per la maggior parte del suo tempo, tutta nello stesso luogo, ben essendo egli in buona salute, di buona nomina e non sottoposto ad alcun regime o pena detentiva."


venerdì 4 luglio 2025

Recensione de "La grande sete" di Erica Cassano, Garzanti Libri.

Recensione de "La grande sete" di Erica Cassano, Garzanti Libri.

"Anna ha sete. Tutta la città ha sete, da settimane. C’è chi li chiamerà i giorni della Grande Sete, e chi le ricorderà come le Quattro Giornate di Napoli. È il 1943 e l’acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui Anna vive con la sua famiglia. Mentre davanti alla Casa del Miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia così insaziabile. Perché quella che Anna sente è diversa: è una sete di vita e di un futuro di riscatto. A vent’anni vorrebbe seguire le lezioni alla facoltà di Lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l’agguato continuo delle sirene antiaeree. Ma non c’è tempo per i sogni. Il padre è scomparso, la madre si è chiusa in sé stessa, la sorella e il nipote si sono ammalati. Il loro futuro dipende da lei. Così, quando ne ha l’opportunità, Anna accetta un impiego come segretaria presso la base americana di Bagnoli. Entra in un mondo che non conosce, incontra persone che provengono da una terra lontana, piena di promesse, che incanta e atterrisce allo stesso tempo, come tutte le promesse. La cosa più semplice sarebbe scappare, lasciarsi alle spalle gli anni dolorosi della guerra. Ma Anna non vuole che qualcun altro la salvi. Come Napoli si è liberata da sola, anche Anna deve trovare da sola la sua via di salvezza. La grande sete non è facile da soddisfare. Viene da dentro e parla di indipendenza e di amore per il sapere e, soprattutto, parla del coraggio necessario per farsi sentire in un mondo che non sa ascoltare."


Un romanzo che racconta la resistenza femminile. La protagonista, Anna, è la protagonista di questa lotta. Una lotta quotidiana, dinamica e nello steso tempo silenziosa. Anna lotta in un mondo di uomini che nega spazio alle donne. Anna ha sete. Di tutto. E non aspetta di essere salvata. Anna si salva da sola. La scrittura è densa, intensa. Narra delle quattro giornate di Napoli. Una città che diventa anima viva, con al centro un cuore che batte e grida resistenza, speranza e dolore.
L’autrice lancia un messaggio forte e chiaro: la sete non è solo di acqua, ma di vita, di cultura, di riscatto.