venerdì 26 dicembre 2025

Recensione de "La morte non paga doppio" di Bruno Morchio Bruno Morchio, Rizzoli.

Recensione de "La morte non paga doppio" di Bruno Morchio Bruno Morchio, Rizzoli.

"Mariolino Migliaccio non è un poliziotto. Non ha né un ufficio né una licenza. È un investigatore per necessità, un uomo ai margini che conosce bene le ombre di Genova, perché ci è cresciuto dentro. Anche per questo quando Milca, una ragazzina albanese salvata da un giro di prostituzione minorile, gli chiede di indagare sulla morte sospetta di un amico, Mariolino non può tirarsi indietro. La versione ufficiale parla di overdose ma qualcosa non torna: una scena del crimine contaminata e un muro di silenzi dietro cui si intravede un intreccio torbido di speculazioni edilizie, lavoro in nero e minacce sono segnali che Mariolino riconosce seduta stante. Con l’aiuto di un ispettore scorbutico, Migliaccio scava a fondo. E, nel mentre, deve fare i conti con la ferita mai rimarginata della perdita di sua madre."

"La morte non paga doppio" non è solo un libro giallo, ma un libro che urla vita, giustizia, resistenza. Un romanzo che affronta tematiche delicate: dall’emarginazione allo sfruttamento della prostituzione; dal lavoro nero agli appalti e subappalti; dallo spaccio ai furti. L’autore racconta il mondo dei disperati, dei deboli, di quelli che vivono al margine ma che nonostante l’indifferenza del sistema resistono e lottano in nome di un futuro che a loro sembra negato.
La storia è ambientata a Genova tra osterie, vicoli e "crêuze". Una Genova multicolore e multietnica, dipinta con amore e passione. Il ritmo del romanzo è serrato, la scrittura fluente. Tanti i momenti di riflessione intrecciati a quelli di tensione. I personaggi sono perfettamente caratterizzati al punto da risultare veri, così come i dialoghi.
Molte le pagine che regalano respiri e invitano a riflettere. Del resto Morchio, con questo romanzo, lancia una denuncia sociale efficace fin dalle prime pagine, perché trattata con sapienza, tatto e intelligenza. L’autore dosa bene le parole suscitando emozioni che via via scorrono tra le pagine.

"L’indignazione è uno di quegli stati d’animo che andrebbero banditi dall’umano sentire, insieme alla compassione, alla vergogna e alla nostalgia. Sentimenti tossici che avvelenano il sangue e rovinano la vita, senza offrire alcun aiuto per migliore gli standard dell’esistenza… Eppure, non possiamo evitare di provarla ogni volta che ci imbattiamo in circostanze come questa: un poveraccio arrivato su un barcone con la speranza di una vita migliore, si ritrova a campare di espedienti e, nonostante tutto, si danna per dare una mano alla giustizia, col risultato di lasciarci la pelle ed essere bollato come spacciatore."


domenica 14 dicembre 2025

Recensione de "I rimedi del dottor Aiace Debouché" di Andrea Vitali, edito Garzanti Libri

Recensione de "I rimedi del dottor Aiace Debouché" di Andrea Vitali, edito Garzanti Libri.

"Chiuso nel retrobottega della farmacia che ha da poco acquistato a Bellano, il dottor Aiace Debouché sta facendo i suoi conti e le sue valutazioni. È una sera di febbraio del 1920, ovattata dalla neve copiosa che ha imbiancato le rive del lago e coperto il paese di una coltre immacolata. Il risultato delle analisi del dottore appare quanto mai eloquente, ma la causa un po' meno. Forse bisognerebbe indagare sulla scarsa varietà dell'alimentazione dei suoi nuovi concittadini, oppure verificare la presenza di una tara genetica che si tramanda di generazione in generazione; sta di fatto che data la frequenza con cui vengono richiesti alcuni tipi di farmaci è evidente che il malessere più diffuso in paese è la stitichezza. E lui, uomo di scienza dalle robuste ambizioni, si sente perciò investito del compito di trovare un rimedio potente e infallibile. Ma per il dottor Debouché l'arrivo a Bellano non riserva solo peculiarità di tipo sanitario. Vi trova una comunità con le proprie gerarchie, i propri riti e una spiccata tendenza al pettegolezzo. E anche la squisita mostarda del droghiere Vespro Bordonera, che oltre a vendere prelibatezze ha una figlia in età da marito che è un vero gioiello. Vuoi perché Virginia è davvero una bellezza, educata in Svizzera e con velleità di un matrimonio di livello, vuoi perché il Debouché è un ottimo partito e il migliore sulla piazza, l'incontro tra i due sembra già scritto dal destino. Solo che stavolta il farmacista scienziato i conti non li ha fatti con la dovuta accuratezza, soprattutto con sé stesso e con certi problemi che si trascina fin dalla giovinezza."

Con questo ultimo romanzo Vitali ci riporta a Bellano, comune della provincia di Lecco che per l'autore è diventato un teatro dove mettere in scena la vita di personaggi tragicomici. E sono ancora una volta i personaggi, così ben caratterizzati solo già dal nome, a tenere il lettore sulle spine. Quale sorte avrà attribuito a loro la penna di Vitali? Il malcapitato dottor Debouché dovrà fare i conti con gli abitanti di quella sponda del lago che nonostante le difficoltà rimangono sempre in piedi. L'intreccio delle vicende fa riflettere sulle bizzarrie che spesso ci offre la vita, dove tutto non è proprio come appare.



domenica 23 novembre 2025

Recensione de "Il nostro momento imperfetto" di Federica Bosco, Garzanti Libri.

 Recensione de "Il nostro momento imperfetto" di Federica Bosco, Garzanti Libri.


"La vita non rispetta mai i piani, e Alessandra lo scopre nel peggiore dei modi. Credeva di avere tutto sotto controllo: il lavoro come docente di fisica all’università, una famiglia impegnativa ma presente, un uomo solido al fianco, un’esistenza senza scossoni che, varcata la soglia dei quarant’anni, le regala una stabilità agognata a lungo. Una stabilità che crede di meritare. Finché il castello di carte crolla per un colpo di vento inaspettato. Un colpo di vento che spalanca la finestra e travolge tutto, mandando in pezzi la sua relazione d’amore e una buona dose delle sue certezze di donna, insieme alla fiducia, all’autostima e all’illusoria certezza di conoscere l’altro. La tentazione, allora, è di tirare i remi in barca, di smettere di provare, perché il dolore è troppo forte, ma è proprio fra i dettagli stonati della vita che le cose accadono e l’improvvisa custodia dei due nipoti, deliziosi e impacciatissimi nerd, le regala una maternità che arriva quando ormai il desiderio è da tempo riposto in soffitta, portando con sé una rivoluzione imprevista, fatta di richieste di affetto e di rassicurazione e di lezioni in piscina osservate con orgoglio dagli spalti. È così che Alessandra incontra Lorenzo, un uomo dall’ottimismo senza freni, anche se fresco di divorzio con un’ex moglie perfida e una figlia adolescente, capricciosa e viziata. Tante cose li accomunano, ma tante li dividono, perché la paura è tanta e troppe le difficoltà, e ci vuole coraggio per azzardare un percorso sconosciuto che rischia di portarti fuori strada, ma ti permette di ammirare panorami inaspettati e bellissimi. Perché a volte la felicità risiede nella magia di un momento imperfetto."

Scorrevole con andamento allegro, nonostante i drammi che l'autrice racconta con vera maestria. Non mancano l'ironia, la leggerezza, la consapevolezza che la vita è oggi… che poi domani chissà. E non manca l'amore, il vero e unico protagonista di questo libro. È intorno all'amore che girano le pagine del romanzo. Amore passionale, materno, paterno, figliale. E poi c'è la grinta, necessaria per andare avanti malgrado i no e le porte chiuse in faccia. Malgrado le cadute, la rabbia e i litigi. L'amore, l'unica salvezza per ognuno di noi. La Bosco ancora una volta ci stupisce ricordandoci che non è mai troppo tardi per ricominciare. Come non è mai troppo tardi per dire: «No, non ci sto!»


lunedì 13 ottobre 2025

Recensione di "Dal terrazzo e piccole fughe" di Zena Roncada, edizioni temposospeso.

Recensione di "Dal terrazzo e piccole fughe" di Zena Roncada, edizioni temposospeso.


"In 87 brevi racconti, l’autrice ci dona miniature che attraversano le stagioni, accolte come amiche e pensieri floreali che resistono alla malinconia. Ci racconta il suo amore per il terrazzo, ma anche per le strade, che nella pianura lasciano andare via (ma poi riportano sempre a casa), con uno sguardo fresco e complice della vita in tutte le sfumature."

Non è un romanzo, non è una raccolta di poesie. Eppure è tanto. Questo scritto è un dono, una carezza che salva da questo tempo ingannevole e rumoroso.
Tempo. Tempo. Tempo. È sempre una questione di tempo, quello quantificabile in minuti, ore, giorni, mesi e anni.
Tempo. Tempo. Tempo. È sempre una questione di tempo quello qualificabile in gesti, pensieri, riflessioni, emozioni e parole. E il tempo -quantificabile- e -qualificabile- andrebbe speso bene, proprio perché passa, proprio perché segna, a volte graffia.
Zena ci invita a riflettere sulla qualità del tempo, su quello che abbiamo vissuto, che viviamo e che forse, chissà, vivremo ancora.
L’autrice ci aiuta a porgere sguardi precisi e curiosi carichi di consapevolezza e speranza. Sguardi verso il terrazzo, verso strade, verso i sentimenti, i colori e le loro sfumature. È colmo di vita questo libro carico di pagine che arrivano leggere, ma che elargiscono energia e forza. Ricco di buoni propositi. Pagine che profumano di erba appena tagliata e di pane appena sfornato, che insegnano a cogliere quello che di bello la vita ci dà e a non piangere quello che ci toglie. È un susseguirsi di stagioni la nostra vita e Zena lo spiega attraverso i colori che riesce a dare alle parole.
Un piccolo capolavoro, terreno fertile di salvezza.



venerdì 3 ottobre 2025

Recensione di "Come le lucciole" di Francesca Pongiluppi (Vera Vittoria Rossa) Solferino edizioni.

Recensione di "Come le lucciole" di Francesca Pongiluppi (Vera Vittoria Rossa) Solferino edizioni.


"Alla vigilia del G8 di Genova, mentre i suoi compagni si preparano alla grande protesta destinata a segnare tristemente l’inizio del nuovo millennio, Sonia antepone, per la prima volta, se stessa al movimento. Deve mettere ordine nel suo passato, congelato nel 1984 con la morte di Jolanda, che è stata come una seconda madre per lei. Ora anche il marito di lei, Giannetto, è mancato, e la vita sembra convocare Sonia a Ca’ Mimosa, la casa delle sue vacanze di bambina, in alto tra le rocce di un paese lontano dal mare. Per un addio o per un nuovo inizio? Quando Sonia riesce a entrare nella misteriosa «camera verde», a cui mai aveva avuto accesso nelle estati della sua infanzia, scopre l’incontro più importante: quello con il diario di Jolanda. E le pagine, come un bisturi, aprono ferite inattese, svelano segreti sconcertanti: la storia di Jojo, i suoi anni di sfruttamento nella Libia coloniale, l’approdo in Liguria, l’incontro con Giannetto, la guerra e la Resistenza, un amore capace di tornare in altre forme. Immergendosi in quella vita, Sonia ha la sensazione di liberare Jolanda e di liberare se stessa, ritrovando una dimensione più autentica della militanza e della lotta. "Come le lucciole" è un romanzo politico e di formazione, che racconta un’impresa capace di unire attraverso il tempo le anime di donne diversissime: la ricerca del proprio posto nel mondo e di nuovi modi di abitarlo."

Un romanzo politico e sociale, disposto su due piani temporali: quello contemporaneo e quello dell'epoca fascista, che l’autrice intreccia con abilità. Guerra, violenza, abuso, ideali, giustizia, libertà e uguaglianza. Sono questi gli ingredienti di "Come le lucciole", un libro che pagina dopo pagina cattura l’attenzione del lettore, il quale non potrà che confrontarsi con una grande verità, ovvero che la memoria è l’unica arma che tutti noi abbiamo per evitare di ripetere gli errori del passato.
La scrittura della Pongiluppi è una scrittura precisa e allo stesso tempo empatica. Riesce a emozionare scuotendo l’animo del lettore che è costretto a riflettere su quale sia la strada giusta da intraprendere quando tutto fuori grida odio e intolleranza, quando fuori tutto brucia e l’aria diventa irrespirabile.
Un romanzo coraggioso dal forte impatto emotivo che va letto con occhi severi e imparziali.

"Ho ricevuto l’eredità del vero, in un momento cruciale per chi amo e per ciò in cui credo. Di me ho imparato che, se non posso essere in primis fedele e me stessa, non riesco più a sentirmi bene con gli altri. E forse, non riesco nemmeno a esser loro fedele."

Un romanzo che graffia e segna. E che grida che la violenza non può essere mai giustificata. E che la forza di un ricordo è necessaria per affrontare il presente, fondamentale per pensare al futuro.



lunedì 22 settembre 2025

Recensione di "Vola golondrina" di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, edizioni Giunti Editore

Recensione di "Vola golondrina" di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, edizioni Giunti Editore

"Montefosco, paese dell'Appennino Tosco-Emiliano, pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile 1948. Il silenzio notturno è rotto dal rumore di una moto lanciata lungo la strada principale, mentre il suo guidatore canta a squarciagola con un accento straniero. Questo episodio si ripete per diverse notti, fino a che in una casa abbandonata viene trovato il cadavere di un uomo ucciso barbaramente, accanto alla sua motocicletta, una vecchia Guzzi GT 17 con sidecar. Bologna, 1972: in maggio le elezioni decreteranno l'inaspettato successo del Movimento sociale italiano- Destra nazionale. La giovanissima giornalista Penelope Rocchi, detta Lope, deve tornare a Montefosco, dove è nata, per scrivere un pezzo su Ardito Richeldi, candidato nelle liste del MSI e coinvolto in uno scandalo legato al finanziamento di gruppi neofascisti. Ardito è stato ucciso dai colpi di una Ruby, pistola degli anni '30 di fabbricazione spagnola ormai sparita dalla circolazione. Spagna, 1936. Allo scoppio della guerra civile il comunista italiano Pedro e l'anarchico Bakunin – fuggiti dalle persecuzioni fasciste attraverso la Francia – si sono uniti alle Brigate Internazionali: è qui che Pedro ha incontrato la militante Golondrina, se ne è innamorato e con lei ha dato vita alla piccola Maria… C'è un filo rosso che unisce questi personaggi e le loro storie: toccherà a Lope Rocchi trovarlo, stringerlo tra le dita, riavvolgerlo fino a far luce su ogni evento. Perché solo le donne e gli uomini che sanno fare i conti con i fantasmi del passato sono davvero liberi."

I fantasmi del passato possono sagomare il presente?
In questo storia pare proprio di sì.
Il romanzo si snoda in trentotto capitoli ben congegnati e in contesti storici diversi. Ogni pagina intreccia resistenza, speranza e idealismo.
La prosa di Guccini e Macchiavelli è una prosa fluida e nello stesso tempo precisa. Tante le immagini suggestive, ben caratterizzati i personaggi, veritieri ed efficaci i dialoghi.
È un’opera che invita il lettore a riflettere sulla natura umana, soprattutto su come spesso le nostre scelte ci conducono per labirinti oscuri.
Gli autori descrivono un’umanità che resiste, che porta avanti ideali, che si riveste di resilienza. E lo fanno con profonda maestria.


mercoledì 17 settembre 2025

Recensione di "Dryadem. La leggenda" di Marie Albes, Delrai Edizioni.

 Recensione di "Dryadem. La leggenda" di Marie Albes, Delrai Edizioni.

"Ayres è una giovane donna intrappolata in una routine noiosa nella cittadina costiera di Wells. Lavora in una libreria antiquaria e in un negozio di fiori, ma la sua vita viene sconvolta da sogni ricorrenti di una foresta oscura e di una figura eterea che la chiama per nome. La notte del suo ventiduesimo compleanno, durante la Festa della Resilienza, incontra uno sconosciuto misterioso, la cui presenza sembra alterare il ritmo stesso della realtà. Man mano che strane visioni e inquietanti fenomeni si intensificano, Ayres scopre di essere legata a una leggenda antica quanto la Terra stessa: la storia di Dryadem, la custode della Natura, un’entità che governa l’equilibrio tra gli elementi e il destino degli uomini. Segnata da un misterioso simbolo apparso sulla sua pelle, Ayres si ritrova al centro di un conflitto segreto tra forze primordiali e un antico male che minaccia di spezzare l’armonia del mondo. Guidata dai suoi sogni e da un enigmatico libro antico, dovrà scegliere se abbracciare il suo legame con la leggenda o restare un’estranea nella propria esistenza. Ma il destino è già in moto, e mentre le ombre si allungano sulla sua vita, lei capirà che alcune verità non possono essere ignorate… e che il confine tra mito e realtà è molto più sottile di quanto abbia mai immaginato."

Nonostante non sia mai stata attratta dai miti celtici e da ciò che riguarda la magia della Natura, questo romanzo mi ha catturata fin dalla prima pagina. E non solo perché è ben scritto ma per le sensazioni che mi ha provocato. La storia è un viaggio sia fisico che metafisico.
La Natura, la vera protagonista del libro, chiede attenzione e amore. L’autrice ci accompagna in un teatro carico di colori, luci ed emozioni che vincono sul buio, sull’odio, sulla miseria umana. La Albes ha dato vita ha una trama originale, dove i personaggi principali (Aires e James), molto ben caratterizzati, danno vita a pagine di ampio respiro. Stupiscono la capacità e la dolcezza nelle descrizioni, così come la sintonia e l’armonia nelle azioni. Non basta avere fantasia per scrivere in questo modo.
E poi c’è l’Amore, il vero senso dell’esistenza per tutti noi.