lunedì 27 maggio 2019

Recensione de "Le congiunzioni della distanza" di Mimma Leone Alter Ego Edizioni

Recensione de "Le congiunzioni della distanza" di Mimma Leone Alter Ego Edizioni
“Nella vita, solo chi riesce a tornare a zero arriva dove vuole”
Un romanzo che non riesco a catalogare in nessun genere. Non solo perché lo stile letterario della Leone si avvicina molto a un componimento lirico ma perché ciò che tira le fila di tutta la narrazione è l'introspezione. E questo filo non si spezza mai grazie alla bravura dell'autrice che non cade mai nel banale, nel già visto e scontato.
La protagonista è Ginevra una donna matura con un passato da studentessa paurosa carica di dubbi. È una docente di antropologia all'università di Venezia. È riuscita, nonostante la sua emotività, a diventare qualcuno, tutti quegli anni passati a studiare sono valsi sicuramente a qualcosa. Un giorno però apprende una cattiva notizia: la sua amica d'infanzia Anna è scomparsa. Da qui parte un romanzo magistrale denso di sentimenti in particolare quello dell'amicizia. I personaggi ben caratterizzati invitano il lettore ad interrogarsi sull'importanza della famiglia, dell'abbandono e della solitudine. Un libro che tiene il lettore incollato alle sue pagine grazie alla capacità dell'autrice di creare forti suggestioni. La Leone invita il lettore a riflettere sulla vita, sull'amore, sull'importanza del passato, sul disarmante presente e l'incerto futuro.
Mimma Leone esamina, scomponendolo, l’animo umano mettendo in risalto il bene e il male, la forza e la fragilità. Lo fa senza imporre giudizi, senza mai offrire soluzioni. La grandezza di questo romanzo sta nella spontaneità perché è scritto con il cuore e l'anima, un cuore sicuramente nobile e un animo altrettanto poetico

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