Recensione di "Studio sex" di Liza Marklund edizioni Marsilio
“Annika Bengtzon è una giovanissima giornalista alle prese con il primo incarico. Mentre ancora fatica a orientarsi nell'ambiente frenetico e spietato del giornalismo professionale, in un cimitero viene ritrovato il cadavere di una ballerina, stuprata e strangolata. Principale sospettato: un ministro. Annika si butta a capofitto nell'indagine e nel giro di poco tempo porta alla luce una storia di corruzione che coinvolge sex club e ambienti nazionalisti. Un mondo pericoloso, fatto di sesso e violenza, che rischia di travolgerla.”
Lettura coinvolgente, trama intricata che segue comunque una logica. La storia si muove in campi molto delicati anzi per meglio dire scottanti. La protagonista è Annika Bengtzon una giovane donna alle sua prima esperienza come giornalista di cronaca nera. Le tematiche sono forti: vite alla deriva, deliri di onnipotenza, che sfociano in violenza soprattutto verso le donne, e un mondo politico falso e corrotto. Quando il lettore crede di aver capito tutto ecco che un colpo di scena ribalta la situazione, senza comunque deluderlo. Un buon giallo che riterrei anche un giallo psicologico.
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