Recensione de "La città delle bestie" si Isabel Allende, Giangiacomo Feltrinelli Editore
"Alex ha quindici anni. La malattia della madre lo costringe a lasciare una tranquilla cittadina californiana per seguire l'eccentrica nonna Kate, reporter di professione, in una spedizione nel centro dell'Amazzonia. Bisogna cercare una Bestia mostruosa e gigantesca che paralizza con il suo odore chi la incontra. Alex si trova così ad affrontare eventi e situazioni eccezionali, dalle banali punture d'insetti all'incontro con animali feroci, come l'affascinante giaguaro. Nel gruppo della spedizione c'è anche Nadia, figlia tredicenne della guida: è nata nella foresta e si muove in perfetta armonia con la natura selvaggia. Questo è il primo romanzo di una trilogia pensata per gli adolescenti, ma adatta anche al pubblico adulto della scrittrice."
Lo stile della Allende come sempre è impeccabile. E' un romanzo di avventura dove sono sono coinvolti tanti personaggi, tutti molto bene caratterizzati. Il messaggio che la Allende vuole trasmettere è il rispetto per le altre culture. Manca, forse, un po' di suspance, spesso si intuisce quello che accadrà nelle pagine che si incontreranno dopo ma questo non guasta comunque la lettura. La storia in fondo è una favola e nelle favole tutto è concesso. Il romanzo si chiude con questa frase:
"E tu (sarai sempre) il mio migliore amico perché riusciremo a vederci con il cuore".
Una frase poetica, un invito a credere che anche dopo la morte, la vita, di chi abbiamo amato, ritorna sempre
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