Recensione di "D'amore e ombra" di Isabel Allende, edizione Giangiacomo Feltrinelli Editore
“Tutto ruota intorno a una ragazza, Evangelina, in preda a periodici stati di trance che raccolgono intorno a lei una piccola folla di devoti e di curiosi. Irene e Francisco, intenti a indagare sul misterioso fenomeno, sono testimoni involontari dell'intervento di un gruppo di militari che pretendono di ricondurre alla ragione la famosa ragazzina. Evangelina reagisce alla brutale intrusione ridicolizzando l'ufficiale che comanda i militari, e da questo episodio, apparentemente banale, prende l'avvio un'inquietante vicenda perché Evangelina, di lì a poco sequestrata dalle forze di polizia, viene data per scomparsa.”
Questo romanzo è una fotografia che raffigura un paese allo stremo. Un paese che subisce arresti arbitrari, esecuzioni sommarie e sparizioni. La Allende, attraverso i vari personaggi che via a via si susseguono, racconta alla perfezione il Cile, oppresso dalla dittatura di Pinochet. Delinea il destino di uomini, donne, di un'umanità stravolta dalla miseria e dalla cattiveria. Racconta le ingiustizie sociali, il coraggio, la paura che sono il pane quotidiano di questo popolo. Grida i diritti umani, denuncia i soprusi. Un libro che insegna, che lascia il segno, che dovrebbe essere adottato come libro di testo nelle scuole.
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