domenica 24 gennaio 2021

Recensione di "C'era un ragazzo..." di Ernesto Torta, edizioni Divinafollia

Recensione di "C'era un ragazzo..." di
Ernesto Torta
, edizioni Divinafollia.
"Ho molti difetti, ma il mio lato ironico mi ha sempre aiutato nell'affrontare la vita. Ho sempre pensato che sia molto più semplice di quello che pensi. Si parte, un giorno ci si ferma e non ci sei più. Perciò, conta il viaggio. La meta è sotto diversi centimetri di terra. Se avete un dio da pregare fatelo pure, altrimenti cercate di godervela, possibilmente non facendo del male ad altri."
Una lettura piacevole, rilassante che profuma di pane e ricordi che scaldano il cuore. Un romanzo che si può chiamare storico che a tratti è ironico, pungente, dissacrante, spregiudicato. Pagina dopo pagina si rinnova e non si ripete mai. Un romanzo che non fa invidia a tanti -romanzi storici personali- di grandi autori.
E' anche un po' la mia storia anche se sono nata nel 1967 e non nel 1958 come Torta. Ma quanta verità, quanta poesia, quanta nostalgia nelle sue parole. Quando scrivere era scrivere e non apparire e non una gara a chi scrive più libri e con quale editore, quando una fotografia era una fotografia e non un post sui social, quanto telefonare era telefonare davvero, quando andare a scuola era imparare le materie scolastiche, certo, ma anche imparare a vivere. Quando gli ideali erano punti fermi e le idee erano rispettate. Quando si poteva sognare senza sentirsi diversi...

Questo libro lo consiglio soprattutto ai giovani, a questa nuova generazione spaventata, confusa, che riceve mille input senza capire che, come scrive l'autore: ...il lascito più importante che ti deve dare l'istruzione è preparare l'individuo a superare gli ostacoli."


 

 

 

giovedì 21 gennaio 2021

Recensione de “L’apparenza delle cose” di Elizabeth Brundage edito da Bollati Boringhieri editore

Recensione de “L’apparenza delle cose” di Elizabeth Brundage edito da

"Un tardo pomeriggio d'inverno nello Stato di New York, George Clare torna a casa e trova la moglie assassinata e la figlia di tre anni sola - da quante ore? - in camera sua. Da poco, con riluttanza, George ha accettato un posto in un college locale come insegnante di Storia dell'arte, e si è trasferito con la famiglia nella vicina cittadina. George diventa subito il sospettato numero uno, e mentre i genitori cercano di salvarlo dalle accuse, un implacabile poliziotto si incaponisce nel dimostrare che Clare è un crudele assassino..."
Una storia drammatica, un giallo psicologico. La storia è molto avvincente ma purtroppo lo stile narrativo a tratti risulta pesante. L'autrice in certi momenti sembra voler fare il verso a un cronista sportivo, raccontando i fatti come se stesse facendo una sorta di telecronoca.
I personaggi, che sono ben caratterizzati, sono molti e alcuni servono solo per fare da sfondo alla storia e per portare a galla le vicissitudini di un'intera comunità che soffre in silenzio, senza trovare la forza di urlare il dolore che via via irrompe senza pietà.
Solo verso la fine si riesce a comprendere il motivo della scelta del titolo. Il messaggio che l'autrice vuole lasciare è che non è così importante come ci appaiono le cose, ma come le cose sono realmente. È quindi necessario non fermarsi all'apparenza ma conoscere veramente le storie di vita di ogni personaggio per capire i suoi difetti, le sue paure e le sue debolezze, e soprattutto per comprendere il suo modo di agire.
Il finale, che è incerto ma di forte impatto emotivo, lascia il lettore con l'amaro in bocca: perché spesso le tragedie possono essere evitate. Basterebbe, poco per fermare una mano omicida. Basterebbe osservare e ascoltare il prossimo.



domenica 3 gennaio 2021

Recensione di "So che ci rivedremo presto" di Kristin Harmel Garzanti Libri editore.

 Recensione di "So che ci rivedremo presto" di Kristin Harmel Garzanti Libri editore.

"Emily è ferma davanti alla tela e non può fare a meno di fissarla. Quando le è stato recapitato il pacco, proveniente da una galleria d’arte tedesca, dapprima ha pensato a un errore. Poi lo ha aperto e, negli occhi della donna ritratta, ha riconosciuto la persona che l’ha cresciuta e che ora le manca più che mai, sua nonna. Ora che intorno a lei il lavoro, l’amore e la vita vanno a rotoli. Non ha idea di chi possa averle mandato il quadro, né tantomeno chi sia l’autore della dedica scritta a mano. Poche semplici parole che esprimono un sentimento profondo. Sicuramente non suo nonno, che ha abbandonato la famiglia senza più dare notizie. Mille domande affollano la mente di Emily, che decide di indagare. Deve andare in Germania per capire cosa leghi quel paese a sua nonna. Passo dopo passo, quei luoghi le raccontano di un passato segreto e sconosciuto. Le raccontano delle sue radici in modo inaspettato, quasi inaccettabile. Per Emily la seconda guerra mondiale era stata sino ad allora solo un capitolo di storia da studiare a scuola. Ora invece scopre che è parte della sua famiglia. Scopre che quel periodo buio ha fatto da sfondo a un grande e impossibile amore. È arrivato il tempo per Emily di ricostruire le proprie origini e venire a patti con le scelte che ha fatto, con la rinuncia che le brucia nel cuore. Perché oggi, come ieri, bisogna avere il coraggio di credere nei propri desideri, di dire la verità anche se fa male, di dare spazio al possibile."
Un romanzo che scalda, che va dritto al cuore e che fa credere nell'amore eterno.
Una storia ben congegnata, che affonda le sue radici in un passato lontano, una saga familiare accattivante. I personaggi che sono ben caratterizzati e intimamente ben descritti, si mescolano in una trama ideata con abilità narrativa e credibile. Il tema principale sono la Seconda Guerra Mondiale e il destino di due uomini, due ragazzi tedeschi non nazisti, prigionieri in America, che si ritrovano con un fucile in mano semplicemente perché hanno l'età giusta per combattere e non perché simpatizzano per Hitler. Il giudizio, il pregiudizio, l'odio, l'amore, il perdono e l'accettazione, la famiglia e la libertà sono i veri protagonisti di questo romanzo accattivante che non cade mai nel banale. Una lettura che trascina, uno stile letterario sicuro e molto piacevole.