Recensione de "Lo zio cadavere“ di Ian Macpherson 8tto Edizioni
"Hayden McGlynn, cabarettista in difficoltà, come uomo di spettacolo sa bene che commedia e tragedia vanno spesso di pari passo. Tornato a Dublino per il funerale di suo zio Eddie, l'uomo che l'ha cresciuto, morto "nel fiore degli anni" - precisamente ottantasei - dopo aver notato una ferita sospetta sulla testa del defunto e una ringhiera delle scale manomessa, conclude che Eddie è stato assassinato e inizia a indagare. Hayden è un detective improvvisato che, piuttosto di risolvere un crimine, preferirebbe dedicarsi al suo noir celtico, un romanzo poliziesco che è tale soltanto nella sua mente ma non sulla carta: nessuna storia, nessuna struttura, nemmeno l'incipit. Ad affiancarlo nelle indagini, tre eccentriche ziette e un narratore autoreferenziale, irresponsabile e invasivo, che perde spesso la trama - letteralmente! - per seguire personaggi secondari che interessano soltanto a lui. Dopo pochi giorni il cerchio sembra restringersi attorno agli improbabili indiziati, ma la verità si dissolve per ricomporsi in un quadro che sottrae a Hayden ogni certezza, ricompensandolo però con il miracolo dell'atto creativo. E la storia riparte esattamente dal punto in cui era cominciata.”
Una narrazione semplice, una scrittura brillante, una storia dentro la storia. Questo libro è una commedia drammatica, caratterizzato da umorismo molto sottile e profonda ironia. Una storia raccontata in un modo inconsueto ed è proprio per questo che mi complimento con l’autore e con la casa editrice che, per me, hanno fatto una scelta coraggiosa. Nonostante questo i personaggi sono ben caratterizzati, le scene ben descritte, non mancano i colpi di scena. La storia affronta anche temi importanti che offrono spunto di riflessione. Un libro piacevole ma per leggerlo bisogna conoscere l’arte dell’ironia. Non è un libro per tutti, questo sì, infatti è lo stesso autore ad affermare che è indicato a chi ama le matrioske ma fatte di parole.
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