Recensione di "Mai fidarsi delel apparenze" di Liane Moriarty, edizioni Mondadori.
“I Delaney sono un punto di riferimento per la loro comunità, e Joy e Stan sono l’invidia di tutti i loro amici. Dopo cinquant’anni di matrimonio e di duro lavoro alla scuola di tennis di loro proprietà, sono pronti a godersi serenamente la pensione. Joy è però dispiaciuta che nessuno dei quattro figli – Amy, Logan, Troy e Brooke – voglia rilevare l’attività di famiglia; la Delaneys Tennis Academy è stata per tutti una seconda casa che ha saputo accogliere gioie e dolori, per quanto lei preferisca ricordare soprattutto le prime. Non ha nipoti a cui badare, anche se è certa che presto arriveranno, e per occupare il tempo si dedica all’ascolto di podcast su argomenti disparati, dall’emicrania alla demenza senile. Solo un bussare insistente in tarda serata interrompe la voce del suo speaker preferito. Una sconosciuta si presenta alla porta confusa e sanguinante dopo un litigio con il fidanzato. Stan e Joy la fanno entrare, contenti di ospitare Savannah – questo il nome della ragazza – nella loro casa spaziosa per tutto il tempo che vorrà. Quando però il giorno di San Valentino Joyscompare e la ragazza non si trova da nessuna parte, la polizia interroga l’unica persona rimasta: Stan. E, per essere uno che si dichiara innocente, sembra avere molto da nascondere. Persino i suoi figli non sono sicuri che dica la verità. Costretti a riesaminare la loro storia familiare sotto una luce del tutto nuova, i Delaney riaprono vecchie ferite e scoprono ombre inquietanti. Il loro padre è davvero l’uomo che hanno sempre creduto che fosse? E qual è la parte giusta da cui stare?”
Un romanzo che parte con il “botto” perché parte con il dramma: la scomparsa di una donna, moglie e madre di quattro figli. Una donna dalla “famiglia ingombrante”. Poi la storia rallenta in quanto l’autrice si dilunga sulla storia passata e presente dei vari componenti della famiglia. Di conseguenza viene meno la tensione creatasi fin da subito nel lettore. Però, come dice il titolo “Mai fidarsi delle apparenze”, consiglio più che giusto da dare e da seguire. Perché procedendo nella lettura del libro, tutto piano piano si trasforma. La narrazione diventa veloce, arrivano i colpi di scena e quello che l’autrice aveva seminato qua e là, e che in un primo momento poteva sembrare inutile, acquista un senso. E che senso! Niente appare com’è e nulla è come appare. Tutto si ribalta, si trasforma lasciando il lettore senza parole.
Uno stile letterario singolare, carico di “Show don't tell” precisi e straordinari. Ottime le descrizioni degli ambienti e le caratterizzazioni dei personaggi. Una storia nella storia, sentimenti, emozioni, rabbia, rancori, solitudine. Una storia di vita. Una vita nella storia.