Recensione di "Lei mi parla ancora" di Giuseppe Sgarbi, edizioni La nave di Teseo Elisabetta Sgarbi.
«Giuseppe Sgarbi è uno scrittore e un uomo autorevole, che non dà confidenza ma non gioca con alcun segreto. Nomina le cose, fa vivere le persone e i fatti, con tacito amore e tranquillo riserbo. Una personalità – e una penna – ricca di tenerezza e istintivamente incline a incutere soggezione. Il suo sguardo ha la spregiudicatezza di chi è libero da idoli, convenzioni, retoriche e non ha paura di guardare in faccia la morte, la guerra, il disincanto di tutte le cose. Ma il suo sguardo è soprattutto quello del rispetto, che Kant considera la premessa di ogni virtù e che sembra sempre più raro». Così Claudio Magris a proposito della scrittura di Giuseppe -Nino- Sgarbi.”
-La memoria e i ricordi- così mi verrebbe da definire questo romanzo che raccoglie tutta l’opera di Giuseppe Sgarbi. Quattro romanzi scritti con una penna semplice, sincera e commovente che emoziona e che, parola dopo parola, pagina dopo pagina, scalda il cuore del lettore. Pagine che regalano vita, saggezza e che allontanano dalla mediocrità, dal rumore, dalla premura, da questo inutile apparire e rincorrersi. Pagine che sanno parlare d’amore e che danno speranza. Perché è l’amore la vera essenza di questo libro. Amore è ciò di cui Sgarbi scrive. Senza retorica, senza fronzoli, senza false modestie. L’amore per la vita, per la sua donna, per i suoi figli, per la sua terra. Atmosfere suggestive, luoghi e ambienti ben descritti, originalità e una smisurata poesia fanno di questo libro un romanzo da cui attingere forza quando questa ci viene a mancare. La forza di un amore che, se è vero amore, è amore per sempre. La forza delle parole, dei gesti, del vuoto che rimane dopo il silenzio. Un silenzio che parla… che parla di lei, che parla ancora con lui.
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