Recensione di "Una piccola danza Macabra" di Nico Priano, Argonauta Edizioni.
"A Ovada, piccola cittadina di provincia, tra il Monferrato e la Liguria, sta arrivando la prima-
vera. C’è qualcuno che scava, nella notte: sono buche profonde, terra smossa per ospitare dei corpi. E c’è una strana processione, un rituale antico e anacronistico che governa le vite di borghesi insospettabili, ormai prossimi alla vecchiaia. Una faccenda difficile da decifrare, tra sparizioni e falsi indizi. Una vicenda troppo complicata per gli investigatori locali guidati dal maresciallo Scacciamondi, di fresca nomina.
Sarà invece il vecchio maresciallo Priano, ormai in pensione, ad avvicinarsi alla soluzione del caso. Una vicinanza che circonda le cose senza riuscire a coglierle per intero. Una piccola danza macabra è un noir dürrenmattiano, costantemente in bilico, dove la verità è una medaglia a due facce. Al tempo stesso è il racconto ironico e disincantato della periferia italiana."
Una piccola storia sbagliata. O forse giusta, chissà. La fragilità umana in tutte le sue sfumature. Con una stile letterario graffiante, con immagini chiare e nitide, Priano regala uno spaccato di vita di una città di provincia dove l’arrivo della primavera è un regalo caduto dal cielo, che regala tepore, colore e rinascita. Eppure qualcuno scava. Smuove la terra che diventerà rifugio. Per chi? E perché?
Un noir dove il bene, il male, la vita, la morte oscillano, mantengono un equilibro instabile tra ironia e incredulità. Il susseguirsi dei fatti offusca l’orizzonte delle cose, tanto che a volte il lettore si ritrova davanti a una trama che pagina dopo pagina sembra perdere consistenza per poi concretizzarsi nuovamente. E sta proprio qui la capacità di Priano, quella di tenere il lettore sulla corda: quale sarà la realtà delle cose?
Con un ritmo altalenante a volte allegro, a volte lento, l’autore mostra la continua lotta tra il bene e il male, tra la gioia e il dolore, tra la depressione e l’euforia. E la verità? La verità sarà davvero quella?
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