domenica 2 giugno 2024

Recensione di "Per un'ora d'amore" di Piergiorgio Pulisci Piergiorgio Pulixi, edito Rizzoli.

Recensione di "Per un'ora d'amore" di Piergiorgio Pulisci Piergiorgio Pulixi, edito Rizzoli.


“Il legame tra un padre e una figlia è qualcosa di sacro che niente e nessuno dovrebbe spezzare. Maria Donata aveva promesso al suo, Italo, che, per quanto fosse andata lontano da casa, avrebbe sempre trovato un modo di ritornare. Quando però viene uccisa, con indosso un abito da sposa che non le apparteneva, è Italo ad abbandonare la pace delle sue vigne nel sud della Sardegna e volare a Milano, dove la vita aveva portato Maria Donata, per prendersi cura del nipotino Filippo “Pippo” di due anni e scoprire cosa possa essere accaduto alla figlia. Dopo otto mesi di indagini infruttuose, l’omicidio però rischia di essere archiviato e Italo ha un’unica speranza: il criminologo Vito Strega. Già dai primi accertamenti, la sua squadra ha il sospetto che questa morte sia collegata a una serie di femminicidi che stanno scuotendo la città: un disegno criminale più ampio e oscuro, nel quale nessuna donna sembra essere al sicuro.”

Uno stile letterario preciso che dà vita a una narrazione non lineare che crea suspense e mostra diverse prospettive della storia. Un romanzo carico di situazioni, temi e luoghi che, pur sovrapponendosi, non generano confusione ma si completano perfettamente.
Un componimento -forte- ambientato in una Milano spietata, violenta e carica di crudeltà, dove i personaggi, ben caratterizzati, risultano essere tutti diversi soprattutto nell’animo. L’autore mostra una grande capacità riuscendo a calarsi nei meandri più scuri dell’essere umano dove gioia e dolore si mischiano, così come il bene e il male. Un’opera carica di attualità che affronta un tema difficile e delicato, quello della violenza di genere. Un argomento difficile e pericoloso da trattare. Pulixi lo fa senza cadere nella retorica, nel banale e nel -già detto-. Interessa e travolge il lettore con misura e delicatezza conducendolo passo dopo passo a quella disarmante quotidianità che sembra impossibile debellare: la -violenza contro le donne-.
Argomento trattato in tutte le sue forme: dall’annientamento della soggettività sul piano psicologico, economico e sociale, fino arrivare ai barbari omicidi.
L’autore ci fa amare, fin dalle prime pagine, Donata Seu, una ragazza tranquilla che dalla Sardegna va a vivere a Milano insieme al suo piccolo Filippo, senza sapere che proprio a Milano troverà la più brutale delle morti. Così come la troverà il padre di Donata, non nel fisico ma dentro -nel cuore-. Perché un femminicidio non riguarda solo la vittima ma anche tutti i suoi affetti.
Pulixi tratta questa striscia di sangue, che sembra non aver mai fine, con profondità d’animo. Per trattare un argomento di spessore come la violenza di genere non basta avere talento e non basta nemmeno conoscere la psicologia femminile. Serve avere cognizione e competenze sulle dinamiche sociali e sul patriarcato. Non basta leggere i giornali di cronaca, non basta dire: -Io sono contro-. Pulixi mostra tutto questo, spazia tra cultura e conoscenza di queste disarmanti dinamiche sociali che portano a epiloghi disperati.
Un romanzo giallo che non è solo un romanzo giallo. Questo libro è un noir che ci pone davanti a una domanda: nasciamo buoni e poi crescendo la società che ci circonda ci insegna il male? Oppure è solo una questione genetica che disegna la nostra indole?



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