giovedì 29 novembre 2018

Recensione di "44 gatti in noir", di AA. VV., Fratelli Frilli Editori

Recensione di "44 gatti in noir", di AA. VV., Fratelli Frilli Editori
È proprio vero che chi rimane vivo nei ricordi non muore mai. E se poi chi muore, rimane vivo anche tra le pagine di un libro, in più racconti, allora forse da un momento all'altro potrebbe tornare e sorprendere tutti, dicendo: “Eccomi qui! Ero solo partito e ora sono tornato.”
Se poi si tratta di Marco Frilli, la frase potrebbe essere: “Belìn, ero solo partito e ora sono tornato. Vi ho presi tutti per il culo. Abelinati!”
Che poi, io, Marco Frilli non l'ho mai conosciuto. Forse, ma non ne sono sicura, attraverso una mail mi aveva gentilmente risposto che un mio manoscritto -E la vita danzò-, non poteva essere preso in considerazione dalla sua casa editrice. E aveva ragione, non era propriamente un giallo, però io avevo provato ugualmente a proporglielo.
Ho imparato a conoscere Marco Frilli attraverso la prima e la seconda antologia giallo-noir, dedicata alla sua memoria. E con “44 gatti in noir” ho imparato a conoscere anche il gatto che non so per quale motivo ho sempre un po' temuto. Ora so che un gatto è capace di tutto, anche di salvare un neonato abbandonato, una donna segregata e violentata, che i gatti amano la letteratura, che sono ottimi investigatori, che miagolano solo per un motivo e che sanno amare il proprio padrone in modo smisurato e incondizionato.
Esattamente lo stesso amore con cui gli autori -frilli- e non, hanno amato e continuano ad amare Marco Frilli. Racconti scritti con cura e talento che lasciano in bocca un sapore buono, il sapore dell'amicizia e del rispetto. Quel sapore che non conosce invidia perché qui i -44 gatti- sono tutti uguali, camminano tutti sulla stessa strada, per arrivare alla stessa meta: credere che tutto sia ancora possibile, che attraverso le ali della fantasia tutto possa realizzarsi, e soprattutto per una buona causa, perché parte dei proventi delle vendite del volume sarà devoluta all'Associazione di volontariato Amore Vero.
Ho però una domanda da fare: ma davvero Marco Frilli è partito per quel lungo viaggio senza ritorno sulla terra? Uhm... bah... mah... “Si dice che ogni tanto il Demonio si prenda gioco degli uomini”. Ecco, a volte, io, mentre ero immersa nella lettura di questi racconti, ho sentito una “voce che raschia” parlare.
Complimenti a tutti gli autori.

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