giovedì 14 novembre 2019

Recensione di "Ti ammazzerò stasera" di Marco Neirotti, Golem Edizioni

Recensione di "Ti ammazzerò stasera" di Marco NeirottiGolem Edizioni
"Un centro di provincia cresciuto rapidamente, non più paese e non ancora città, confuso tra un’identità di antichi valori che si sfaldano e una nuova identità ricalcata sul modello proposto con insistenza dai media. Qui sono state accolte e integrate nel tempo emigrazioni diverse, ma l’arrivo di profughi sistemati in un’ex caserma fa divampare con violenza l’inquietudine, la paura, il bisogno di nemici che rispecchiano il clima che stiamo vivendo oggi. Dopo il lancio di molotov nella struttura, la tensione irrompe in tutti gli ambienti. Nell’arco di una giornata i pochi militari della stazione dei Carabinieri devono fronteggiare segnali di razzismo violento, l’irrequietezza dei rifugiati, il progetto d’omicidio messo a punto da un esaltato e due suoi gregari, la cecità di genitori, l’ira opposta di gente pacifica che si oppone al nuovo clima..."
Un titolo intrigante così come è intrigante la quarta di copertina. L'argomento è intrigante.
Una storia triste, agghiacciante. Una storia che fa male. Una storia che è realtà. Una realtà che si chiama: -giorni nostri-.
Purtroppo, però, lo stile letterario dell'autore rende la lettura pesante. La narrazione, tutto meno che semplice, costringe spesso il lettore a fare dei -passi- indietro per comprendere meglio la storia che sta leggendo. Un argomento così importante doveva essere trattato in modo più semplice. La storia dovrebbe arrivare a tutti: giovani, vecchi, studenti, letterati e non letterati. Perché il razzismo esiste, bisogna parlarne ma non in questo modo.
Temo che un lettore poco paziente potrebbe interrompere la lettura alla decima pagina. La mia recensione vuole essere una critica costrittiva. Ripeto: ciò di cui parla il libro è un argomento coraggioso e per la scelta dello stesso faccio i complimenti all'autore. Chi parla d'odio mettendoci la faccia ha tutto il mio rispetto, chi invece si nasconde sui social dietro a post idioti carichi di odio e di razzismo, al contrario, ha tutto il mio sdegno. Chiunque stia dalla parte dei più deboli merita gratitudine. L'autore lo fa, parla dei deboli e il messaggio che vuole lanciare è: -non aiutiamoli a casa loro ma qui a casa nostra-
L'autore parla di civiltà. Avrebbe dovuto farlo con più semplicità. Un libro che comunque consiglio.


1 commento:

  1. L'argomento è molto interessante, ma se non fossi stata presente alla presentazione difficilmente sarei andata oltre le prime pagine.

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