Recensione de "Il rifugio" di
Tana French
Einaudi editore
"Patrick Spain e i suoi due bambini vengono ritrovati morti in un complesso residenziale mezzo abbandonato per colpa della crisi. Jenny, la madre, è in fin di vita. All'inizio Mick «Scorcher» Kennedy, incaricato delle indagini, pensa alla soluzione più scontata: un padre sommerso dai debiti, travolto dalla recessione, ha tentato di uccidere i propri cari e si è tolto la vita. Ma ci sono troppi elementi che non quadrano: le telecamere nascoste nell'appartamento, i file cancellati su uno dei computer e il fatto che Jenny temesse che qualcuno fosse entrato in casa loro per spiarli. A complicare il quadro, c'è il quartiere in cui vivevano gli Spain - un tempo noto come Broken Harbour - che riporta a galla ricordi dolorosi del passato di Scorcher."
E' il primo romanzo di questa autrice che leggo. Credo che li leggerò tutti.
“Il rifugio” è il quarto romanzo di Tana French. Un giallo che lascia senza parole, un giallo che non "molla" mai, costruito su una trama investigativa che mette a nudo le personalità dei vari personaggi che via via si susseguono.
“Per quale motivo li voleva morti? Era una delle molte ragioni per cui l’omicidio è un crimine speciale: è l’unico che ci fa chiedere perché. Rapine, violenze sessuali, frodi, spaccio e tutta la sporca litania dei reati hanno la spiegazione già inclusa nell’atto. Devi solo inserire il colpevole nello spazio giusto come una chiave nella serratura. L’omicidio invece ha bisogno di una risposta”
Sono tante le domande che l'autrice indirettamente pone al lettore. Un giallo che fa riflettere, che non giudica, perché tutti siamo potenzialmente vittime e carnefici.
“Il rifugio” è un romanzo forte, a tratti fastidioso, duro, freddo, cinico ma maledettamente umano soprattutto quando parla del male che s'annida nei meandri oscuri della nostra mente. La French disegna una tragica e compassionevole generazione di giovani illusi che hanno pagato in prima persona la crisi economica che ha sconvolto l’Europa nel 2007. L’Irlanda, che è la patria dei protagonisti di questo giallo, ha subito pesantemente questa crisi economica, sociale e culturale. Alla French va il merito di essere riuscita a rappresentare il dolore di una generazione delusa e ingannata dai "draghi del potere".
Una storia che rimane anche quando hai concluso il libro.
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