Recensione de "Il Turista" di Massimo Carlotto edizioni Rizzoli
“Il Turista è un serial killer perfetto, diverso da ogni altro. Tanto per cominciare, non firma i suoi omicidi e non lancia sfide ai detective, perché farsi catturare è l'ultimo dei suoi desideri. È un mago del camuffamento, non uccide secondo uno schema fisso e mai due volte nella stessa città o nello stesso Paese: per questo lo chiamano il Turista. In più, non prova empatia né rimorso o paura, esercita un controllo totale sulla propria psicopatia. In altre parole, è imprendibile, l'incubo delle polizie di tutta Europa. Anche il più glaciale degli assassini, però, prima o poi commette un passo falso che lo fa finire in gabbia. Succede a Venezia -il territorio di caccia ideale per qualunque assassino- e la gabbia non è un carcere: è una trappola ben più pericolosa, tesa da qualcuno che in lui ha scorto la più letale delle opportunità. Anche Pietro Sambo ha fatto un errore, uno solo ma pagato carissimo. Adesso, ex capo della Omicidi, vive ai margini, con il cuore a pezzi. Poi arriva l'occasione giusta, quella per riconquistare onore e dignità. Ma per prendere il Turista dovrà violare di nuovo le regole, tutte, rischiando molto più della propria reputazione.”
Il Turista è un thriller complesso e ben articolato. L'autore, con uno stile letterario preciso, senza fronzoli, giri articolati di parole e senza troppe lunghe descrizioni degli ambienti, ha scritto un romanzo che si compone di diverse storie, tutte con un denominatore comune: la violenza psicologica e fisica. I personaggi, tutti di indiscutibile e innegabile immoralità, si muovono in modo spietato, violento e crudele. Nella storia, pagina dopo pagina, ci si trova di fronte a poliziotti corrotti, organizzazioni clandestine, terribili compromessi, tradimenti, intrighi e poche certezze. L'onesta è merce rara. L’evoluzione della trama è ben congegnata e ciò che separa il bene dal male cambia in continuazione perché quello che conta, per i protagonisti, è non cadere in trappola. Infatti in questo thriller non ci sono i buoni e i cattivi perché la giustizia privata la fa da padrona, combattendo contro la legalità e uscendone vincitrice.
Del resto, come scrive Carlotto: “Tutti fingono, la menzogna è l’unica moneta di scambio che abbia valore. Solo che noi dobbiamo essere più bravi.”
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