Recensione di "Bevande incluse" di Roberto Centazzo, @TEA edizioni
“Cala Marina: un piccolo mondo con i suoi riti, i suoi protagonisti, i suoi segreti; un velo di malinconia, una buona dose di ironia, gli incontri, i casi del destino, le storie.
Luglio 1967. Cala Marina è un incantevole paese della riviera di ponente, dove il tempo scorre lento, soprattutto nella stazione ferroviaria, tra le chiacchiere di una piccola comunità che passa lì le proprie giornate: Dalmasso, il capostazione triste, e Ludovica, la barista sensibile; Silvano, dentro la sua edicola piena di fumetti, e il professor Martinelli, pendolare, matematico e filosofo; Bartolomeo, il tassista, e Norberto, il maresciallo della Polfer, e infine Adelmo, l'uomo delle pulizie, che è muto ma osserva tutto ciò che scorre sotto i suoi occhi, e trova il modo di raccontarlo. Come la storia della bella Barbara, che soffre per il suo matrimonio infelice e senza amore con il truce Eusebio, il proprietario dell'Hotel Italia. Eccola, nella sua quotidiana lotta per far quadrare i conti sempre in perdita a causa delle spese folli del marito al casinò, nel suo desiderio frustrato di maternità, nella sua mesta voglia di vivere e di cambiare. Finché Barbara un giorno, appeso il grembiule alla porta della cucina, sale su un treno e fa perdere le sue tracce, così, senza un saluto, creando un incredibile scompiglio nelle assolate giornate di Cala Marina...”
Con ironia, con una scrittura piacevole e pulita, anche in questo romanzo, Centazzo fa sorridere e riflettere. Sono tanti i personaggi che pagina dopo pagina incontriamo in questo libro e nessuno di loro ha un ruolo secondario, perché tutti sono parte integrante della storia. Una storia che è uno spaccato di umanità: gioia, dolore, emozioni contrastanti, svariati sentimenti e tormenti dell’anima, occasioni perdute, rimpianti e rimorsi, sogni. Questi sono gli ingredienti di questo gradevole romanzo.
I personaggi sono ben caratterizzati, così come sono ben descritti luoghi e ambienti. Un romanzo che descrive la vita, quella vera e che fa riflettere sulla fragilità umana.
“La vita è un regalo e come tale va vissuta, senza perdersi in calcoli meschini, senza tormenti, senza recriminazioni e, soprattutto, senza rimpianti e senza rimorsi. Non devi far altro che prenderla così com'è, come un menu a prezzo fisso, l'intera offerta, il buono e il meno buono, il giusto e lo sbagliato, tutto il pacchetto, insomma, primo, secondo, contorno e dessert, bevande incluse.”
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