Recensione di "Tre piani" di Eshkol Nevo, Neri Pozza editore
“In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Il parcheggio è ordinatissimo, le piante perfettamente potate all’ingresso e il citofono appena rinnovato. Dagli appartamenti non provengono musiche ad alto volume, né voci di alterchi. La quiete regna sovrana. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore. Sorto da una brillante idea narrativa: descrivere la vita di tre famiglie sulla base delle tre diverse istanze freudiane – Es, Io, Super-io – della personalità, Tre piani si inoltra nel cuore delle relazioni umane: dal bisogno di amore al tradimento; dal sospetto alla paura di lasciarsi andare.”
Il romanzo, scritto magistralmente, arriva diretto all’animo del lettore. Ambienti ben descritti, personaggi perfettamente caratterizzati. L’autore riesce a far immedesimare il lettore in almeno uno degli aspetti caratteriali di ogni personaggio. Il lettore ama e odia; trema e sta immobile; grida e si tacita, piange e ride. Frustrazione e ansia animano tutto il romanzo.
I dialoghi-monologhi risultano veri, ironici e sinceri. L’autore con abilità davvero singolare riesce a trasportare il lettore in una storia che potrebbe essere la storia di tutti: chi nella vita non ha mai sbagliato? Chi non ha mai chiesto scusa? E soprattutto chi nella vita non è riuscito, nonostante gli innumerevoli tentativi, a farsi perdonare?
Inoltre Nevo mostra una fotografia della società israeliana con le sue complessità e vulnerabilità. Tre piani è uno romanzo che invita a tanti spunti di riflessione. L’animo umano, così difficile da comprendere, e spesso da accettare, in questo libro viene ribaltato e messo a nudo. Un romanzo che insegna a non dimenticare che siamo essere umani, per questo fragili.
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