venerdì 26 agosto 2022

Recensione de "L'improbabilità dell'amore" di Hannah Rothschild Neri Pozza

 Recensione de "L'improbabilità dell'amore" di Hannah Rothschild Neri Pozza

“La vita della trentenne Annie McDee negli ultimi tempi ha preso una brutta piega: dopo la rottura con lo storico fidanzato si ritrova sola, in un appartamentino un po' squallido, l'unico che può concedersi con il suo magro stipendio di cuoca. Cinque settimane prima, a uno speed-dating organizzato in un museo di Londra, ha conosciuto Robert e, ora che vorrebbe fargli un regalo di compleanno, è costretta a rovistare in un negozio di seconda mano. Tra cumuli di ciarpame e scarti appartenuti a chissà chi, Annie nota un quadro appoggiato a una parete, dietro una pianta di plastica. Il proprietario non ne sa granché: ha acquistato la baracca alla cieca, cianfrusaglie e ninnoli compresi. Spinta da un impulso irresistibile, la giovane donna acquista il dipinto, salvo doversene pentire la sera stessa, quando Robert la molla senza nemmeno presentarsi a cena. Decisa a restituire il quadro per riavere indietro i soldi, il giorno dopo Annie pedala fino al negozio del rigattiere, ma al suo arrivo ha un'amara sorpresa: l'area intorno alla bottega è chiusa dal nastro della polizia e al suo posto non restano che macerie fumanti. Poche ore dopo la sua visita nel negozio, qualcuno vi ha fatto irruzione, ha legato il titolare, sparso benzina ovunque e lanciato uno straccio in fiamme. Il locale è bruciato in poche ore. Davanti all'accaduto, a Annie non resta che rassegnarsi al sacrificio delle sue settantacinque sterline e tornarsene a casa con il dipinto sottobraccio. Nelle settimane successive, tuttavia, la sua vita e la sua persona sembrano stranamente diventare oggetto di improvviso interesse e curiosità di un gran numero di bizzarri individui.”
-Intelligente, spiritoso, affascinante-, così c’è scritto sulla copertina. Ed è vero, per certi versi lo è. Un prologo sorprendente che però poi non ha più nulla a che vedere con i capitoli successivi. Originale la parte del quadro, quando è lui stesso a parlare e a farlo con un’ironia esilarante. C’è di tutto in questo romanzo: l’arte, la tragedia dell'Olocausto, la cucina e i problemi famigliari. Buona la narrazione che però a tratti risulta un po’ confusa. Ben caratterizzati i personaggi e gli ambienti.



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