Recensione de "La regola dell'equilibrio" di Gianrico Carofiglio Einaudi editore
“È una primavera strana, indecisa, come l'umore di Guido Guerrieri. Messo all'angolo da una vicenda personale che lo spinge a riflettere sulla propria esistenza, Guido pare chiudersi in se stesso. Come interlocutore preferito ha il sacco da boxe che pende dal soffitto del suo soggiorno. A smuovere la situazione arriva un cliente fuori del comune: un giudice nel pieno di una folgorante carriera, suo ex compagno di università, sempre primo negli studi e nei concorsi. Si rivolge a lui perché lo difenda dall'accusa di corruzione, la peggiore che possa ricadere su un magistrato. Quasi suo malgrado, Guerrieri si lascia coinvolgere dal caso e a poco a poco perde lucidità, lacerato dalla tensione fra regole formali e coscienza individuale. In un susseguirsi di accadimenti drammatici e squarci comici, ad aiutarlo saranno l'amico poliziotto, Carmelo Tancredi, e un investigatore privato, un personaggio difficile da decifrare: se non altro perché è donna, è bella, è ambigua, e gira con una mazza da baseball.”
-Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne, arriva al punto di non distinguere più la verità, né in se stesso, né intorno a sé-.
Un romanzo dal ritmo incalzante, che parla del bene e del male che albergano dentro di noi. Una storia carica di chiaroscuri. La trama gira e si inerpica nel sistema giudiziario italiano. L’autore racconta senza reticenza il nostro Paese, la sua “coscienza” e quella forma mentale tipica dell’italiano, ovvero scegliere la propria verità, interpretando i fatti secondo il proprio piacimento.
Nel “La regola dell’equilibrio” Carofiglio ritorna a parlare di un tema a lui caro: la “banalità del male” attraverso il quale risveglia la coscienza del lettore. Chi non ha mai perso l’equilibrio? Tutti. Il male, però, sta nel non ammetterlo, dichiarandosi innocente e pretendendo di essere assolto.
Una prosa solida, scorrevole, dove tutto “è pesato” con cura. Un romanzo che parla dell’essere umano e che fa riflettere sulle fragilità e sull’esistenza.
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