domenica 31 dicembre 2023

Recensione de "La donna che salvò la bellezza" di Sara Rattaro. Edizioni Mondadori.

Recensione de "La donna che salvò la bellezza" di Sara Rattaro. Edizioni Mondadori.


“Un romanzo intenso e appassionante che racconta la storia di Fernanda Wittgens, la prima direttrice donna della Pinacoteca di Brera, che con coraggio ha sfidato il nazifascismo e ha salvato non solo opere di inestimabile valore, ma anche vite umane.
Rachele è solo una ragazzina quando nel 1939 vengono promulgate le leggi razziali e la sua vita di colpo cambia. Per lei, ebrea, niente più scuola, niente più amici e una paura strisciante che riempie le sue giornate. Per fortuna incontra un ragazzo che le dà la forza per affrontare i terribili cambiamenti che sconvolgono la sua esistenza. Vittorio ha appena quindici anni, eppure ha un coraggio sconfinato. Lavora, per volere del padre fascista, come uomo di fatica alla Pinacoteca di Brera, fianco a fianco con la direttrice Fernanda Wittgens, che aiuterà nella sua straordinaria missione. Due sono gli obiettivi di Fernanda: salvare dai bombardamenti e dalle razzie naziste le opere d'arte conservate nei musei milanesi e aiutare familiari, amici, ebrei e perseguitati a espatriare e mettersi in salvo. Un'impresa pericolosissima e che potrebbe costarle la vita. Ma a lei non importa.”

Un romanzo che insegna o perlomeno che ricorda a tutti che non si deve mai dimenticare che ogni guerra porta dolore. Provoca orrori e mancanze improvvise. Causa la perdita della libertà di pensiero, di scelta. Cancella la vita.
Con “La donna che salvò la bellezza” ci ritroviamo nell’arco temporale del secondo conflitto mondiale in una Milano distrutta dalle bombe e devastata dal fascismo.
La narrazione viaggia su due binari paralleli:
- su uno troviamo l’arte, la Pinacoteca di Brera, i primi bombardamenti e Fernanda che con coraggio e determinazione cerca di mettere in salvo la bellezza. Per riuscire nel suo intento si fa aiutare da Vittorio, un dolcissimo ragazzo figlio di un uomo fascista, fedele a Mussolini. Il padre, credendo il figlio un indolente con nessuna voglia di lavorare, pensa che, obbligandolo a sfacchinare nel museo di Brera, possa cambiare la sua visione del mondo e avvicinarsi al fascismo. Ignaro del fatto che la passione per l’arte di Fernanda non farà altro che infondergli valori opposti.
- sull’altro troviamo Rachele, una ragazzina ebrea che poco alla volta vede negarsi tutto, tutta la sua libertà fino a quando, con l’inasprirsi delle leggi razziali, lei e la sua saranno costretti a scappare e nascondersi.
Ciò che lega le due storie è l’amore tra Vittorio e Rachele.
Fernanda non solo metterà in salvo le opere d’arte ma anche molte famiglie ebree.
Una narrazione chiara che riporta a galla sentimenti che già consociamo ma che spesso, forse, diamo per scontati e acquisiti. La grandezza di questo romanzo è saper raccontare il fascismo e tutto il suo orrore senza cadere nel banale, in tutto quello che può essere definito già visto e già letto.

- «Hanno fatto una strage di ebrei sul Lago Maggiore.» Nessuno fece domande e lui continuò.
«Li hanno tirati fuori dagli alberghi dove si erano rifugiati e li hanno fucilati.»
Mia madre portò le mani alla bocca e mio padre si appoggiò al tavolo come se cercasse un appoggio per non cadere.
«C’erano anche dei bambini.»
Guardai le valigie e mossi appena la testa. Non avevo nemmeno la forza di piangere. Era come se l’incredulità e la disperazione mi avessero prosciugato le lacrime. Per cinque anni, dal 1938 al 1943, avevamo vissuto privati di tutto, isolati ed esclusi. E adesso dovevamo anche cercare di salvarci la vita.-

Un romanzo rivolto ai ragazzi ma che dovrebbe essere letto anche dagli adulti che a loro volta dovrebbero spiegare e ricordare di più ai giovani quello che è stato il fascismo, un’ideologia che potrebbe ritornare.
Conoscevo la storia di Fernanda Wittgens, una grandissima donna che non è stata sola amante dell’arte ma, come afferma la Rattaro, anche della vita. Questo romanzo accende i riflettori su di lei e porta a galla quello che non dovrebbe mai essere dimenticato: l’orrore che provoca l’odio di un essere umano verso un altro essere umano.
Io ho amato tutti i romanzi di Sara. Mi piace il suo stile, l’ho affermato più volte. Ritengo che fra quelli che lei ha scritto per un pubblico “giovane” questo sia il migliore. Dovrebbe essere letto nelle scuole. Letto e riletto. Per non dimenticare e per insegnare ai ragazzi che «… il fascismo è un alone che respinge chiunque si opponga alla violenza.»


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