Recensione de "L'uomo dei tulipani" di Elia Banelli, Alter Ego Edizioni.
Sono una divoratrice di libri e posso affermare dopo anni e anni passati a leggere, che un libro funziona quando non stanca il lettore, evitando che quest'ultimo durante la lettura si distragga pensando magari alla lista della spesa. Purtroppo capita e quando capita vuol dire che il libro non funziona. Anche per un giallo vale lo stesso discorso ma non solo. Un giallo funziona quando i dettagli inseriti dall'autore servono al lettore per risolvere il caso di omicidio. Un giallo non funziona quando parte dei dettagli inseriti non servono a nulla se non ad arricchire il libro di parole. Un giallo funziona quando i profili psicologici dei personaggi sono ben delineati, quando la vita degli stessi viene raccontata per trasmettere un messaggio al lettore. Un giallo funziona quando il lettore riesce quasi a stare dalla parte dell'assassino, perché ci deve essere ben un motivo se ha deciso di uccidere. Un giallo funziona quando ha una buona dose di intimismo, quella che basta per mettere in risalto i sentimenti e gli stati d'animo dell'essere umano, portando a galla i moti più profondi della nostra coscienza.
Nel giallo 'L'uomo dei tulipani' si trovano tutte queste cose, quindi è un giallo che funziona.
Siamo a Città di Castello, ridente cittadina in provincia di Perugia, un'anziana signora molto ricca viene uccisa colpita da un vaso sulla testa.
Tutti credono ad un incidente, tutti meno Franco Laganà, un appuntato dei carabinieri che ritrova sul corpo della vittima un petalo di tulipano finto.
Chi ha ucciso questa donna e perché? Forse Lorenzo Fiorucci, consulente finanziario che fin dall'inizio del romanzo dichiara di avere il bisogno di uccidere?
'L’uomo dei tulipani' è un giallo sorprendente perché tutti i personaggi che via via il lettore incontra hanno un ruolo ben preciso in una trama ben congegnata. Uno stile letterario efficace, lineare mai prolisso.
Un giallo che fa riflettere sul valore della vita, riportando alla mente del lettore quel “mal di vivere” presente nella poesia e nella letteratura del '900.
Un giallo che non ha nulla da invidiare ai “grandi gialli”. Un giallo con la G maiuscola.
Nel giallo 'L'uomo dei tulipani' si trovano tutte queste cose, quindi è un giallo che funziona.
Siamo a Città di Castello, ridente cittadina in provincia di Perugia, un'anziana signora molto ricca viene uccisa colpita da un vaso sulla testa.
Tutti credono ad un incidente, tutti meno Franco Laganà, un appuntato dei carabinieri che ritrova sul corpo della vittima un petalo di tulipano finto.
Chi ha ucciso questa donna e perché? Forse Lorenzo Fiorucci, consulente finanziario che fin dall'inizio del romanzo dichiara di avere il bisogno di uccidere?
'L’uomo dei tulipani' è un giallo sorprendente perché tutti i personaggi che via via il lettore incontra hanno un ruolo ben preciso in una trama ben congegnata. Uno stile letterario efficace, lineare mai prolisso.
Un giallo che fa riflettere sul valore della vita, riportando alla mente del lettore quel “mal di vivere” presente nella poesia e nella letteratura del '900.
Un giallo che non ha nulla da invidiare ai “grandi gialli”. Un giallo con la G maiuscola.
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