Recensione de "Il respiro delle anime" di Gigi Paoli, Giunti Editore.
Non conoscevo Paoli. Ero al salone del libro di Torino, mi sono avvicinata al suo libro attirata dalla copertina, poi dal titolo, poi dalla quarta di copertina. A volte i libri ti chiamano.
“Il respiro delle anime” mi ha chiamata. E ha fatto bene.
Uno stile letterario eccellente mai prolisso e ripetitivo. Descrizioni perfette e mai noiose. Paoli tiene il lettore ancorato alla storia. E che storia. Racconta il mondo dei giornalisti e quello dei palazzi di giustizia.
Giustizia? Potrà esserci veramente una giustizia? Può davvero essere scoperta la verità sul mondo criminale o meglio può essere denunciata quella terribile verità?
La storia toglie il respiro, va venire caldo proprio come il caldo soffocante che a luglio c'è a Firenze. Sì, siamo a Firenze, una città splendida, una città d'arte. Una città dove “niente è mai come sembra”.
Un'ondata di morti per overdose. Una partita di droga tagliata male?
Un ciclista ucciso da un'auto pirata. Un Incidente?
Carlo Alberto Marchi, cronista, si troverà a fare i conti con un mondo spietato e brutalmente corrotto.
Un giallo magistrale. Un giallo che mostra il lato peggiore dell'uomo: quello di credersi onnipotente.
Un giallo che mostra le debolezze dell'essere umano.
Un giallo che mette il lettore di fronte ad una scomoda verità, quella delle verità negate. Avete mai pensato al fatto che noi tutti sappiamo solo quello che vogliono farci sapere? Io sì e questo giallo mi ha fatto riflettere anche su un altro fatto: che spesso il male nasce dal bene. E allora forse il “bene” non è sempre così necessario e forse, alla fine, vince chi molla.
“Il respiro delle anime” mi ha chiamata. E ha fatto bene.
Uno stile letterario eccellente mai prolisso e ripetitivo. Descrizioni perfette e mai noiose. Paoli tiene il lettore ancorato alla storia. E che storia. Racconta il mondo dei giornalisti e quello dei palazzi di giustizia.
Giustizia? Potrà esserci veramente una giustizia? Può davvero essere scoperta la verità sul mondo criminale o meglio può essere denunciata quella terribile verità?
La storia toglie il respiro, va venire caldo proprio come il caldo soffocante che a luglio c'è a Firenze. Sì, siamo a Firenze, una città splendida, una città d'arte. Una città dove “niente è mai come sembra”.
Un'ondata di morti per overdose. Una partita di droga tagliata male?
Un ciclista ucciso da un'auto pirata. Un Incidente?
Carlo Alberto Marchi, cronista, si troverà a fare i conti con un mondo spietato e brutalmente corrotto.
Un giallo magistrale. Un giallo che mostra il lato peggiore dell'uomo: quello di credersi onnipotente.
Un giallo che mostra le debolezze dell'essere umano.
Un giallo che mette il lettore di fronte ad una scomoda verità, quella delle verità negate. Avete mai pensato al fatto che noi tutti sappiamo solo quello che vogliono farci sapere? Io sì e questo giallo mi ha fatto riflettere anche su un altro fatto: che spesso il male nasce dal bene. E allora forse il “bene” non è sempre così necessario e forse, alla fine, vince chi molla.
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