domenica 24 luglio 2022

Recensione di "La vita che volevo" di Lorenzo Licalzi, Rizzoli edizione.

Recensione di "La vita che volevo" di Lorenzo Licalzi, Rizzoli edizione.

“Alzi la mano chi può rispondere di sì. Chi non ha mai rimpianto un'occasione mancata o una decisione che non ha preso. E non ha mai fantasticato un'altra vita; la vita che, forse, voleva davvero. È quel che succede ai personaggi di questo libro lieve e imprevedibile: Laura che credeva di aver fatto pace con gli uomini e non sa che la guerra è appena cominciata; Maddalena che ha sbagliato incrocio e ha perso la sua unica chance; Lorenzo che, grazie a uno sguardo, finalmente apre gli occhi; Patrizia e Carla, casalinga l'una, donna in carriera l'altra, che fanno i conti con la stessa "assenza di fondo", mentre i mariti giocano a un tavolo di poker il loro "ultimo giro". Uomini e donne che si guardano indietro, o allo specchio, e scoprono, con sorpresa, curiosità o spavento, che come dice Lorenzo: "lo di vite ne avrei potute fare almeno cinque o sei". Perché le vie del destino sono infinite, e se è vero che Dio ha inserito nelle nostre esistenze la variabile "caso" per movimentare un po' la situazione, è anche vero che a volte del caso nemmeno ci accorgiamo, perché fa capolino nelle cose più piccole: una sveglia che non suona, un numero di telefono sbagliato, un caffè preso in un bar diverso dal solito. Ma non c'è motivo di disperare: forse, sembra suggerire Licalzi con il tono scanzonato di sempre, tutte le vite che avremmo voluto le stiamo vivendo, proprio ora, in altri universi, in cui altri noi sono alle prese con altre storie.”
A ogni capitolo corrisponde un racconto. A ogni racconto una riflessione.
Una composizione narrativa praticamente perfetta, dove le parole, una dopo l’altra arrivano al lettore con precisione: parole che fanno bene, male, che fanno tremare, ridere… che sdrammatizzano la vita. La vita sognata, amata, avuta. Forse sbagliata o corretta. Ma la vita ce la facciamo davvero noi? O chi per noi? Basta un attimo e la vita, la nostra vita, può cambiare in meglio, in peggio, può finire. Può diventare l’urlo della pazzia che ci coglie; la pietra che lanciamo; il semaforo che non rispettiamo. Comunque sempre vita.
Una contrapposizione di storie che hanno un legame, sta al lettore coglierlo. Uno stile letterario allegro… ma non troppo. Un libro da dieci e lode.



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