domenica 30 dicembre 2018

Recensione de "La misura dell'uomo" di Marco Malvaldi Giunti Editore.

Recensione de "La misura dell'uomo" di Marco Malvaldi Giunti Editore.
Non sono certo originale nell'affermare che avrei voluto scriverlo io. Però è così!
Uno stile letterario "scanzonato" ma ineccepibile. Una storia coraggiosa. Ogni volta che uno scrittore decide di affrontare la "storia" lo fa solo se è coraggioso. Altrimenti inventa così evita di correre il rischio di trovarsi imbrattato da eventuali critiche fatte da quei -noiosi e petulanti storici- che non sanno distinguere la storia dal romanzo storico. Malvaldi fa centro e che centro!
Questo giallo è un giallo a sfondo storico ambientato nel '500. Un morto, un mistero, diversi personaggi storici e lui: Leonardo da Vinci. E' lui che dovrà impegnarsi in un'indagine. Non mancano colpi di scena e quelle perle di saggezza che tanto fanno bene al cuore e che ci ricordano che siamo uomini e quindi mortali e tutto meno che infallibili.

lunedì 24 dicembre 2018

Recensione di "Leo, un breve romanzo iniziatico" di Alessandro Troisi e Daniele Mansuino. edizioni Leucotea Edizioni .

Recensione di "Leo, un breve romanzo iniziatico" di Alessandro Troisi e Daniele Mansuino. edizioni Leucotea Edizioni .
Confesso che ero scettica. Non sapevo cosa aspettarmi da questo libro. Temevo di non comprendere l'argomento. Mi sono dovuta ricredere. Gli autori con una scrittura semplice e discorsiva sono riusciti ad affrontare un argomento complesso: quello del l'esoterismo. L'hanno fatto in modo singolare offrendo al lettore una visione della vita tra Illuminismo e oscurantismo, tra raziocinio e irrazionalità. Una visione ottimista, perché Leo, il protagonista del romanzo, inizia e continua la sua ricerca per comprendere il mistero della vita con ottimismo e speranza, guardando la vita stessa attraverso la sua bellezza e armonia.


venerdì 21 dicembre 2018

Recensione de "L'essenza della colpa" di Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini, Fratelli Frilli Editori

Recensione de "L'essenza della colpa" di Andrea Novelli e Gianpaolo ZariniFratelli Frilli Editori
Ritengo che non sempre i romanzi scritti a quattro mani riescano ad essere dei buoni romanzi ma la coppia Novelli Zarini, invece, ha trovato la ricetta giusta. Stile e storia si amalgamano alla perfezione. Tutto scorre e tutto è chiaro fin dall'inizio. Uno stile letterario tutto meno che semplice. I concetti e i messaggi che gli autori vogliono trasmettere al lettore non cadono mai nella banalità e nel contempo vengono espressi con molta chiarezza. I personaggi sono caratterizzati alla perfezione e il loro profilo psicologico è necessario al lettore per comprendere meglio la storia.
L'investigatore Michele Astengo è un uomo complicato, dall'animo travagliato. E' solo, ha paura della solitudine ma nello stesso tempo ha paura di impegnarsi in una storia d'amore. Un uomo che “preferisce rimanere defilato... e che lascia volentieri la saccenza intraprendente a chi pensa di essere al centro dell'attenzione.”
Bellissima la figura del -cinese-, un uomo che Astengo osserva ogni giorno dalla finestra del suo ufficio. Un uomo che passa tutto il suo tempo davanti ad un pc. Forse è un hacker o forse no. Astengo non lo sa. Non sa di cosa si occupi il cinese ma lo invidia per la sua calma. E' convinto che qualsiasi cosa accada il cinese starà sempre lì davanti al suo pc. Forse non si sposterebbe da lì nemmeno se arrivasse una scossa di terremoto a far ballare i muri del palazzo. Forse il cinese è quello che lui vorrebbe essere: un uomo tranquillo.
Michele Astengo verrà chiamato a risolvere un mistero che riguarda una famiglia molto importante e potente: la famiglia Argentero che gestisce un'azienda produttrice di profumi. Una famiglia che non conosce la felicità. Le loro dinamiche famigliari mettono in evidenza l'importanza delle figure paterne e materne in una famiglia. A volte la loro mancanza o i loro comportamenti errati possono spingere i figli alla deriva. Una storia difficile e triste ma che gli autori hanno saputo raccontare senza mai cadere nello scontato arricchendo il tutto con saggezza e maestria. Cosa non semplice e non da tutti.



sabato 8 dicembre 2018

Recensione di " Dopo la mareggiata" di Daniela Bruno Edizioni LeucoteaMatteo Moraglia.

Recensione di " Dopo la mareggiata" di Daniela Bruno Edizioni LeucoteaMatteo Moraglia.
Un romanzo scorrevole. Un balsamo per l'anima. Una scrittura fluida dal contenuto profondo. Un vero romanzo di vita. Donata, una donna, una ultraottantenne, che va in casa di riposo. Ed è proprio lì, chiusa nella sua stanza, che riflette con amore, compressione e delicatezza su quello che è avvenuto prima della mareggiata. Sulla sua vita, sui suoi dolori, sulle sue gioie, su lei. Un romanzo di vita legato alla grande capacità dell'autrice di descrivere la vita, con i suoi alti bassi, con il suo andirivieni. Proprio come una mareggiata. Proprio come l'amore. Proprio come la vita.
“Lo dico a lui, lo dico a me stessa. Perché ci credo, voglio crederci, e perché vorrei ci credesse anche lui. Perché è già così faticoso e difficile in alcuni momenti, imparare a vivere, che nessuno merita di morire di rimpianti o nei sensi di colpa se non ce l'ha fatta."
Un romanzo che consiglio. Un romanzo che insegna.

sabato 1 dicembre 2018

Recensione di "Schema di morte" di Annamaria Naso, Historica Edizioni

Recensione di "Schema di morte" di Annamaria NasoHistorica Edizioni
Un giallo riuscitissimo. Un intreccio ben delineato. Tutto è chiaro e tutto torna. Buone le descrizioni grazie ad uno stile letterario semplice ma nel contempo preciso. Ottime le analisi del commissario Mara Nicolosi, una donna siciliana che vive al nord. Una donna testarda e nello stesso tempo sensibile, che deve indagare su due brutali omicidi, uno dei quali, è l'omicidio di una bambina di nove anni. Efficaci i colpi di scena così come i personaggi che risultano veri per la capacità che l'autrice ha, di farli dialogare, rispettando inflessioni dialettali e atteggiamenti tipici dei luoghi dove vivono. Un giallo che fa riflettere su temi odierni come quello della pedofilia, della violenza sessuale e della droga. Una trama che non risparmia al lettore una triste analisi: che l'essere umano purtroppo a volte, è tutto meno che umano, perché un uomo che violenta e uccide una bambina non può essere chiamato né uomo e né umano.

giovedì 29 novembre 2018

Recensione di "44 gatti in noir", di AA. VV., Fratelli Frilli Editori

Recensione di "44 gatti in noir", di AA. VV., Fratelli Frilli Editori
È proprio vero che chi rimane vivo nei ricordi non muore mai. E se poi chi muore, rimane vivo anche tra le pagine di un libro, in più racconti, allora forse da un momento all'altro potrebbe tornare e sorprendere tutti, dicendo: “Eccomi qui! Ero solo partito e ora sono tornato.”
Se poi si tratta di Marco Frilli, la frase potrebbe essere: “Belìn, ero solo partito e ora sono tornato. Vi ho presi tutti per il culo. Abelinati!”
Che poi, io, Marco Frilli non l'ho mai conosciuto. Forse, ma non ne sono sicura, attraverso una mail mi aveva gentilmente risposto che un mio manoscritto -E la vita danzò-, non poteva essere preso in considerazione dalla sua casa editrice. E aveva ragione, non era propriamente un giallo, però io avevo provato ugualmente a proporglielo.
Ho imparato a conoscere Marco Frilli attraverso la prima e la seconda antologia giallo-noir, dedicata alla sua memoria. E con “44 gatti in noir” ho imparato a conoscere anche il gatto che non so per quale motivo ho sempre un po' temuto. Ora so che un gatto è capace di tutto, anche di salvare un neonato abbandonato, una donna segregata e violentata, che i gatti amano la letteratura, che sono ottimi investigatori, che miagolano solo per un motivo e che sanno amare il proprio padrone in modo smisurato e incondizionato.
Esattamente lo stesso amore con cui gli autori -frilli- e non, hanno amato e continuano ad amare Marco Frilli. Racconti scritti con cura e talento che lasciano in bocca un sapore buono, il sapore dell'amicizia e del rispetto. Quel sapore che non conosce invidia perché qui i -44 gatti- sono tutti uguali, camminano tutti sulla stessa strada, per arrivare alla stessa meta: credere che tutto sia ancora possibile, che attraverso le ali della fantasia tutto possa realizzarsi, e soprattutto per una buona causa, perché parte dei proventi delle vendite del volume sarà devoluta all'Associazione di volontariato Amore Vero.
Ho però una domanda da fare: ma davvero Marco Frilli è partito per quel lungo viaggio senza ritorno sulla terra? Uhm... bah... mah... “Si dice che ogni tanto il Demonio si prenda gioco degli uomini”. Ecco, a volte, io, mentre ero immersa nella lettura di questi racconti, ho sentito una “voce che raschia” parlare.
Complimenti a tutti gli autori.

mercoledì 21 novembre 2018

Recensione di "Dovevo morire per farti vivere" di Francesco Brunetti, edito Liberodiscrivere associazione culturale edizioni

Recensione di "Dovevo morire per farti vivere" di Francesco Brunetti, edito Liberodiscrivere associazione culturale edizioni
Un romanzo magistrale. Una scrittura fluida che non ha niente da invidiare ad altri scrittori già affermati. Una storia originale che supera di gran lunga le tante storie già lette. Una trama avvincente, un finale inaspettato. Un thriller psicologico speciale, perché l'autore non offre e tanto meno impone al lettore nessuno giudizio. Brunetti lascia al lettore la libertà di decidere da che parte stare, con chi stare e perché. Non lascia spazio alla compassione per nessuno dei personaggi. Li rispetta tutti perché tutti sono uguali, tutti hanno un lato negativo e positivo. Tutti meritano rispetto.
Guido, giornalista di professione, ha sulla scrivania un manoscritto incompiuto. Davvero è incompiuto?
Guido ha sulla scrivania una rivoltella. Chi la impugnerà per porre fine al dolore?
Laura, il suo grande amore, ha in mano il manoscritto di Guido e quest'ultimo ancora non sa che un editore è interessato alla pubblicazione.
Ma anche un magistrato e un ispettore di polizia hanno in mano quel manoscritto, la chiave di tutto o forse la chiave di niente.
Un giallo psicologico che scava nell'intimo del lettore e lo fa con gentilezza: “Che cosa valgono anni di studi severi e regole ferree al fine di inculcare che esiste un taglio netto tra ciò che è bene e ciò che è male, tra quello che si può e quello che si deve fare, tra desiderio e rinuncia...”
Questo è il grande messaggio che Francesco Brunetti lascia al lettore. Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi può condannarci davvero se abbiamo scelto per amore, di non dire o meglio di non dire chiaramente la verità, per non ferire e infierire su chi amiamo? Quanti messaggi abbiamo lanciato con gli sguardi, con le parole scritte, cambiando nomi, giorni e luoghi per dire quello che in realtà il nostro cuore non ci permetteva di dire? E tutto in nome dell'amore.
Un amore malato? Un amore sano? Sembra che questo non faccia differenza.
Quante volte abbiamo sperato che le nostre parole scritte arrivassero dritte al cuore di chi amiamo? Forse è proprio per questo che si diventa scrittori. Per -dire- quello che non possiamo -dire-, per smascherare verità nascoste. Ma sarà giusto non -dire-? Per quanto vogliamo illuderci che la verità non è mai una sola, sappiamo benissimo che la verità è dettata dai fatti e per questo è solo una. Forse uno scrittore è un codardo, usa la scrittura perché ha paura di dire la verità. In fondo le parole scritte possono essere sempre cancellate. In fondo la verità sta negli occhi di chi le legge anche se spesso fa finta di non comprenderle.
Un romanzo che merita perché va oltre. Non leggetelo se non volete affrontare la vostra verità. Leggetelo se volete sciogliere i nodi che vi legano alla vostra verità e ritornare finalmente ad essere liberi.

venerdì 16 novembre 2018

Recensione di "Rosso Cadmio 524" di Alessandro Marenco, edito Pentagora

Recensione di "Rosso Cadmio 524" di Alessandro Marenco, edito Pentagora
Il protagonista è l'orto. L'orto che fornisce all'uomo i mezzi per resistere. Un orto ferma il tempo che scorre ed è proprio il tempo che, con il suo incedere, ci rende perdenti.
Il tempo passa ma noi ce ne dimentichiamo. Viviamo nella convinzione di essere eterni.
Il tempo ci frega tutti ma non i protagonisti di questo romanzo che sanno benissimo come fregare il tempo. Lo fregano coltivando un orto.
Purtroppo, però, c'è sempre qualcuno che deve rovinarti la giornata e, a tratti, anche la vita.
Così ecco che arriva il nemico: il Comune che, dove loro hanno costruito l'orto, vuol fare altro.
Ecco che puntuale arriva il grande progetto edilizio.
Ecco che puntualissimi arrivano gli speculatori.
Ma i protagonisti di questo romanzo resistono. Eccome se lo fanno e lo fanno con la "pazienza dei vinti". Per loro coltivare un orto significa risparmiare cibo, difendere la terra rendendola sempre forte e migliore. Avere un orto per loro significa condividere qualcosa con gli altri ed è proprio la condivisone che manca a tanti "umani" quelli che si fa prima a chiamare stupidi. Gli stupidi non sanno cosa voglia dire partecipare e condividere.
Gli stupidi non sanno che la vita può profumare di pane, di marmellata e di verdure appena colte dall'orto.
Ecco cosa insegna questo libro: a resistere, nonostante gli stupidi.
"Ma lottare non vuol mica picchiarsi o sparare o fare le barricate. Lottare vuol dire resistere, opporsi a chi ti vuole allineato e convinto. Lottare vuol dire cercare di capire, darsi da fare per trovare un senso, farsi spiegare le cose da persone di cui ci fidiamo e non da uno scatolone. Lottare vuole dire anche non credere a quelli che ti dicono che son finiti i tempi..."

domenica 11 novembre 2018

Recensione di "Cara scuola" di Maria Tarditi, Araba Fenice Libri

Recensione di "Cara scuola" di Maria Tarditi, Araba Fenice Libri
In questo libro la Tarditi narra i suoi anni di insegnamento, dai tardi anni '40 agli anni '80. Una piacevole lettura ricca di aneddoti e riflessioni. Le pagine sono intrise d'amore, l'amore che l'autrice provava per l'insegnamento e per i bambini. Sono quest'ultimi i protagonisti del romanzo come, allo stesso modo, i bambini sono stati i protagonisti della sua vita lavorativa. La Tarditi è riuscita a non cambiare il suo modo di fare scuola nonostante la scuola intorno a lei stesse cambiando. Non abbassava mai la testa e nemmeno lo sguardo. Lei guardava i suoi bambini come dovrebbe fare una buona madre: senza distinzioni. A tutti doveva insegnare a leggere e scrivere. A tutti cercava di insegnare che la conoscenza rende forti e che cercare e dire la verità rende liberi. 

"Fin che sono piccoli, i bambini sono sinceri: non dicono nemmeno le bugie caritatevoli o diplomatiche. Crescendo, purtroppo si guastano. Si fanno furbi, imparano a tacere la verità e ad elargire sviolinate opportunistiche. Come gli adulti."

mercoledì 7 novembre 2018

Storie di Vita

Hai una storia nascosta nel cassetto del tuo cuore? 

Se sì, invia il tuo manoscritto all'indirizzo mail: storiedivitaleucotea@gmail.com


sabato 3 novembre 2018

Recensione de "L'enorme Haiku" di Carlo Rovello, edizioni insedicesimo

Recensione de "L'enorme Haiku" di Carlo Rovello, edizioni insedicesimo
"Capita di vivere in un deserto affettivo", scrive l'autore. Ed è tristemente vero. Viviamo in un mondo di frasi fatte e abbracci obbligati. Siamo vittime di consuetudini sociali, regole famigliari che ingrigiscono e tagliano i sentimenti facendone coriandoli. Non puoi amare chi ti vorrebbe diverso da quello che sei.
L'autore scrive e intreccia versi antichi con quelli moderni. Strofe e parole si mischiano giocando fra di loro. E mentre giocano parlano d'amore.
"Il cuore ha tutto in sé
Se non ha un amore lo inventa
se non ha parole le trova
se non c'è vento lo alza"
Rovello ha scritto davvero l'enorme Haiku.

giovedì 1 novembre 2018

Recensione de "Le unghe ombre" di Laura Maggesi e Ilaria Musetti, edito Araba Fenice Libri

Recensione de "Le unghe ombre" di Laura Maggesi e Ilaria Musetti, edito Araba Fenice Libri
Un buon stile letterario in un romanzo scritto a quattro mani. Un giallo intenso, una buona resa degli anni '60. Una storia che scava nel passato, che ha radici lontane. Un passato che ritorna e che porta dolore. Personaggi ben delineati, una Savona ben descritta. Una signora viene uccisa nel suo appartamento. Il commissario Bogliano indaga sull'omicidio, insieme al suo aiutante Caligari. Un'indagine sofferta, difficile ma svolta sempre con rispetto e umiltà. Un finale sorprendente e molto umano. Un finale che insegna che “ci vuole davvero poco tempo per uccidere qualcuno”.


mercoledì 24 ottobre 2018

Recensione di "C'era una lucciola a settembre" di Marco Collareda, Edizioni Leucotea

Recensione di "C'era una lucciola a settembre" di Marco CollaredaEdizioni Leucotea.
Una scrittura scorrevole, a tratti "allegra". L'inframezzarsi di vocaboli dialettali rende il romanzo molto piacevole.
Siamo nel veneto. Nell’estate del 1990 tre amici si mettono sulle tracce di un mistero che affonda le sue radici nel passato. Un passato che ritorna ad essere presente, un passato di lotta fascista e partigiana. Un passato che si ripresenta più vivo che mai e che riapre voragini dolorose. Un bosco, una ragazza, un cadavere. I ragazzi, improvvisandosi detective, saranno protagonisti di un'avventura particolare perché dovranno affrontare orchi, anguane e streghe. O forse soldati fascisti o forse ancora partigiani. Chi davvero si aggira in quei boschi?
Un autore che ha tutte le carte in regola per continuare a scrivere. Un romanzo consigliatissimo!

martedì 16 ottobre 2018

Recensione di "Fore Morra" di Diego Di Dio, TimeCRIME editore.

Recensione di "Fore Morra" di Diego Di DioTimeCRIME editore.
Romanzo magistrale. Uno stile letterario fluido, mai ricercato ma nello stesso elegante. Gli stati d'animo, così come i sentimenti, le angosce e le paure dei personaggi sono descritti così bene da essere provati anche dal lettore. Trama avvincente fin dalle prime pagine. Siamo a Napoli e si parla di criminalità organizzata. Il romanzo narra la storia di una coppia di sicari, un uomo e una donna. La protagonista è Alisa, forte e carismatica che sopravvive ad abusi, violenze e ingiustizie. Lui, Buba, è un uomo forte sia fisicamente che di carattere, che non sa esprimere l'amore a parole ma lo fa benissimo con i gesti. A tratti il romanzo è un film d'azione, anzi molto meglio. Alcune lotte corpo a corpo sono descritte in maniera così magistrale che al lettore sembra quasi necessario schivare i colpi che si sferrano i personaggi. E' un romanzo che racconta la brutalità dell'uomo ma in mezzo a tutto questo mare di scellerata brutalità, ci sono i sentimenti, che salvano Alisa e Buba e alcuni dei loro amici. Perché l'amore salva sempre, questo l'autore lo sa e lo dice. “il respiro delle onde giungeva a noi come una preghiera sussurrata”. Questo romanzo sa essere anche poesia.

mercoledì 26 settembre 2018

Recensione de "L'inganno" di Charlotte Link, Corbaccio, editore

Recensione de "L'inganno" di Charlotte Link, Corbaccio, editore
Anche con questo romanzo giallo l'autrice fa centro. Una storia intrigante, non scontata dove tutto fila e fila veloce. Tre omicidi, un bimbo adottato, vite sconvolte dal dolore. Ma tutto è come appare? Da dove nasce così tanta sofferenza? E soprattutto il fine, davvero, giustifica i mezzi? Un giallo psicologico che sta dalla parte dei perdenti e i perdenti hanno sempre bisogno di una parola di conforto.
"Qual è precisamente la sua tragedia?"
"L'ingiustizia. Nessuno sa cosa si prova. Il fatto di dover continuamente ingoiare ingiustizia. Sapere che c'è un colpevole a piede libero. Mentre noi siamo nella merda. Per sempre..."
Un giallo che insegna che il dolore può trasformarci in bestie feroci, spaventandoci.

venerdì 14 settembre 2018

Recensione de "La vita non è uno scherzo" di Maria Tarditi, Araba Fenice Libri

Recensione de "La vita non è uno scherzo" di Maria Tarditi, Araba Fenice Libri
Con una narrazione unica, semplice, scorrevole e allo stesso tempo precisa e mai ripetitiva, la Tarditi regala al lettore una "perla" di saggezza.
Un romanzo commovente, profondo e vero. E' la storia di una dura esistenza che va dalla fine dell'800 agli anni '30, tra Dogliani e le Langhe.
Racconta la vita di Pinotu, un figlio di nessuno, che tra il lavoro, la guerra, la prigionia e la servitù, affronta una vita segnata da ingiustizie, cattiverie, perdite incolmabili legate ad immensi dolori. Nonostante questo, Pinotu, non si arrende. La grandezza di questo romanzo sta nel messaggio che riesce a trasmettere al lettore, ovvero che senza speranza non si può vivere. La Tarditi insegna che si può sempre sperare in un domani migliore, perché il domani siamo noi. Un romanzo che consiglio vivamente a tutti, soprattutto a chi non ha ancora capito che la vita è una cosa meravigliosa.

mercoledì 5 settembre 2018

Recensione de "Il gioco serio" di Hjalmar Soderberg, Iperborea Casa Editrice

Recensione de "Il gioco serio" di Hjalmar Soderberg, Iperborea Casa Editrice
Siamo nel 1900 eppure non sembra che sia così perché la storia d'amore raccontata sembra ambientata ai giorni nostri. Una storia d'amore che sorprende il lettore per i suoi risvolti psicologici.
Arvid e Lydia sono un uomo e una donna chi si amano. Davvero si amano? E' vero amore o solo passione? E' sogno. E' sesso? Solo l'amore può dare sicurezza?
Il lettore si troverà davanti a tutte queste domande tra avvenimenti storici e analisi degli stessi. Alla storia d'amore fa da cornice una Stoccolma meravigliosa, la parte migliore del libro a mio avviso.

mercoledì 29 agosto 2018

Recensione de "Lo spaventapasseri" di Bruno Morchio, edizioni Garzanti

Recensione de "Lo spaventapasseri" di Bruno Morchio, edizioni Garzanti
Cesare Almansi, avvocato genovese, decide di candidarsi per il Senato. Qualcuno cerca di fermarlo spaventandolo con delle telefonate minatorie. Almansi si rivolge all’investigatore Bacci Pagano, suo ex compagno del liceo, chiedendogli di scoprire chi sia l'autore delle telefonate. Pagano farà conoscenza con l'intera squadra elettorale che fa da supporto all'avvocato. Conoscerà Lou una donna affascinante e bella con la quale inizierà una relazione tutto meno che facile. La storia si svolge a Genova, città magica con i suoi pregi, difetti e incoerenze. Una narrazione efficace quella di Bruno Morchio che non delude mai il lettore coinvolgendolo fin dalle prime pagine. Una storia carica di rabbia e dolore. La gioventù che ritorna ma che forse, per certi versi, sarebbe stato meglio che fosse rimasta un ricordo. Un Bacci Pagano arrabbiato e teso che rischia in prima persona. Un Bacci Pagano che, come sempre, ha sete di giustizia. Un'indagine pericolosa, paure e orrori che ritornano a galla e che, inevitabilmente, causano dolore. Bacci Pagano indaga con gli occhi del passato portando alla luce un triste e inaspettato presente. Un romanzo giallo che insegna che "Interrogare il passato non serve a niente. È al futuro che bisogna fare le domande. Senza il futuro il presente è solo disordine."

domenica 19 agosto 2018

Recensione di "Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove" di Roberto Carboni, Fratelli Frilli Editori.

Recensione di "Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove" di Roberto CarboniFratelli Frilli Editori.
Il titolo è una garanzia: non ci sono buoni sentimenti in questo romanzo. C'è tanta avidità, molta cattiveria e una buona dose di violenza. Ingredienti così ben amalgamati da renderlo un giallo speciale. E' speciale infatti Lucio Zanotti, il protagonista, che con una partita a scacchi pensa di risolvere e giocarsi la vita. Il lettore può solo volergli bene e stare in ansia per la sua sorte. Nessun buon sentimento suscita invece sua moglie che, fin dalla prima pagina, il lettore vorrebbe vedere morta. Il cadavere con la testa spezzata, però, non sarà il suo ma quello di un uomo. Ma quale uomo? Tutto appare com'è e nulla è come appare. Su questa affermazione ruota l'intero giallo. Un buon stile narrativo che scorre e a tratti corre facendo venire al lettore un bel fiatone. Un gioco di finzioni. L'autore prende in giro il lettore che ben contento lo lascia fare. Sa che non verranno deluse le sue aspettative soprattutto quando gli regalerà un po' d'amore, quell'amore che Lucio ha ben vivo dentro di sé e che è solo per una donna: sua madre.

Recensione de "L'eco del peccato" di Valerio Marra edizioni Alter Ego Edizioni

Recensione de "L'eco del peccato" di Valerio Marra edizioni Alter Ego Edizioni
Frascati: un giovane assicuratore con la passione per il calcio muore in seguito ad un incidente stradale che al vice questore Festa appare tutto fuorché una triste casualità. L’indagine è ben architettata e i particolari descritti sono tutti funzionali alla storia, così come gli indiziati che via a via vengono scagionati. Ogni personaggio porta una croce ovvero un passato che limita il suo presente. Ottima la capacità dell'autore di passare dall'indagine vera e propria alla parte intimistica senza stancare il lettore. Il giallo strappa anche qualche sorriso e mette il lettore davanti ad una grande verità: che la vita va vissuta e non sopravvissuta. Efficienti e mai eccessive le frasi espresse in dialetto napoletano che esaltano la grande simpatia dei partenopei. E' inserito senza cadere nel ridicolo anche il mondo del soprannaturale: i lupi mannari esisteranno davvero?
Inoltre l'autore, con una scrittura garbata che mai sconfina in assurdi 'voli' letterari, regala al lettore un po' di poesia:
“Il silenzio ha le ali.
Può planare come un soffio di vento tra le montagne, scavalcare le nuvole e volare oltre l'universo. Ha le ali immerse nei colori dell'arcobaleno e spruzzate con polvere di farfalla.
Nel silenzio puoi volare anche tu.
Puoi sfiorare le stelle più luminose e rivedere gli occhi di chi si trova lassù.
D'un tratto, quella magia si spezzerà, facendoti atterrare bruscamente con i piedi per terra.
Lasciando tra le tue mani i ricordi più belli e solo un briciolo di polvere di stelle.”
Uno stile letterario scorrevole e una buona capacità descrittiva fanno di questo giallo un gran bel romanzo.

sabato 18 agosto 2018

Recensione di "Boccadoro e il cappotto rosso" di Armando d'Amaro Fratelli Frilli Editori

Recensione di "Boccadoro e il cappotto rosso" di Armando d'Amaro Fratelli Frilli Editori
Siamo a Genova in un lontano 1939. Sotto il ponte di Sant'Agata viene ritrovato il cadavere di una donna morta accoltellata. Le indagini del commissario Boccadoro, a cui viene assegnato il caso, vengono ostacolate dal Questore di Genova, che vorrebbe salvare il buon nome di un medico coinvolto nell'omicidio, amico dei 'potenti', a discapito però di un giovane ribelle. Nel frattempo il Bisagno esonda causando vittime e innumerevoli disastri. Le disumane leggi razziali, la morte e la descrizione di una Genova in pieno degrado sociale e materiale lasciano al lettore notevoli spunti di riflessione, inframezzati a pagine di autentica umanità.
Uno stile letterario ineccepibile che tiene alta l'attenzione del lettore per l'originalità della narrazione che l'autore inframezza con preziose annotazioni. Tali note, che non risultano mai pesanti e tanto meno inopportune, forniscono al lettore preziosi cenni storici, conducendolo in una piacevole ed interessante lettura.

venerdì 3 agosto 2018

Recensione di" Genova d'autore", autori vari, Morellini Editore

Recensione di" Genova d'autore", autori vari, Morellini Editore
Genova è tanta -roba-.Ti sorprende oppure ti lascia così come ti ha trovato. E' passionale ma nello stesso tempo fredda e calcolatrice. E' egoista ma sa essere anche molto generosa. E' coraggiosa e sa rimboccarsi le maniche. Falsa e onesta è comunque Genova. E' la superba e lo sarà per sempre. Sono di parte, lo so. Genova è la mia città anche se non vivo più tra i suoi caruggi da diversi anni. Sono felice di averla ritrovata in questi 11 racconti che abbracciano Genova e tutti, anche le città, hanno bisogno di un abbraccio.
Ed è vero come scrive Barbara Fiorio: “I genovesi non portano in giro facce allegre, maniman che qualcuno si faccia l'idea sbagliata”, ma i genovesi, aggiungo io, quando ridono lo fanno con il cuore.

giovedì 26 luglio 2018

Recensione de "Le addizioni femminili" di Alberto Fezzi, Historica Edizioni

Recensione de "Le addizioni femminili" di Alberto FezziHistorica Edizioni
Luca, un uomo di trent'anni. Vita apparentemente soddisfacente. Gestisce un bar, il suo bar. Un uomo riflessivo, forse troppo. Troppo legato al passato, troppo distante dal presente. Cosa gli manca? L'amore? Una donna? O forse altro?
Questo romanzo è un capolavoro, non tanto per lo stile letterario che è ineccepibile, ma per quello che trasmette al lettore. Questo romanzo lascia la -consapevolezza-. La consapevolezza di noi stessi. Tutti diversi ma tutti uguali. Tutti stupidi ma tutti intelligenti. Tutti il contrario di tutti. Una cosa in comune però l'abbiamo: dobbiamo amare e farci amare. Siamo nati per amare. Senza l'amore non si va avanti. Di questo bisognerebbe farsene una ragione. Non basta però amare e farsi amare. È necessario amare se stessi. Fezzi in questo romanzo insegna proprio questo. E lo fa con tenerezza, facendo sorridere e commuovere, mettendoci in discussione. Insegna che anche il dolore, la paura, la malinconia fanno parte della vita. Non vuole essere un romanzo che -insegna-. Fezzi non ha questa pretesa ma il lettore, dopo che avrà letto questo suo romanzo, imparerà qualcosa: che la vita va rispettata e che dobbiamo -accettare la necessità di dover provare a sorridere, sempre-

mercoledì 18 luglio 2018

Recensione de "L'assassino di Florence Nightingale Shore" di Jessica Fellowes.

Recensione de "L'assassino di Florence Nightingale Shore" di Jessica Fellowes.
Il romanzo è tratto da una storia vera: l'omicidio irrisolto di Florence Nightingale Shore.
Siamo in Inghilterra, è appena finita la prima guerra mondiale. Florence Nightingale Shore, infermiera, sale su un treno a Londra. Era diretta verso una piccola città per fare visita ad un'amica. Non arriverà mai a destinazione perché viene brutalmente uccisa sul treno. La polizia chiude il caso dichiarandolo irrisolto ma la protagonista del romanzo, una giovane cameriera, indagherà sul delitto insieme ad un'amica e ad un poliziotto. Questa è la prima pecca del romanzo perché risulta tutto molto discutibile. L'omicidio viene messo in secondo piano. Mancano i profili psicologici dei personaggi che ruotano intorno alla storia. Un buon stile letterario, un'ottima traduzione ma la storia risulta lenta e a tratti troppo descrittiva. La trama ha poco -giallo- e molto più -rosa- e, per meglio dire, non decolla.

martedì 10 luglio 2018

Recensione de "Il dottor Glas" di Hjalmar Soderberg edito da Edizioni Lindau

Recensione de "Il dottor Glas" di Hjalmar Soderberg edito da Edizioni Lindau
“Vita, non ti capisco. Non dico , però, che sia colpa tua. Ritengo più probabile che io sia un cattivo figlio, piuttosto che tu una madre indegna.
E infine ho avuto quasi una specie di intuizione: forse la vita non la si deve capire. Tutta questa storia di spiegare e di capire, tutta questa caccia alla verità è forse una strada sbagliata. Noi benediciamo il sole, perché viviamo esattamente alla distanza necessaria. Alcuni milioni di miglia più vicino o più lontano e verremmo inceneriti oppure geleremmo. E se fosse così anche per la verità?
L’antico mito filandese dice: -Colui che vede il volto di Dio, deve morire-. Ed Edipo sciolse l’enigma della Sfinge e divenne il più misero tra gli uomini.
Non risolvete indovinelli! Non fate domande! Non pensate! Il pensiero è un acido che corrode. All’inizio pensi che distrugga soltanto quel che è marcio e malato e che deve essere tolto. Ma il pensiero non la pensa così: esso distrugge alla cieca. Comincia con la preda che tu gli getti più volentieri e con più gioia: ma non credere che possa saziarlo! Non smetterà fin quando non avrà rosicchiato l’ultima cosa che ti è cara.
Forse non avrei dovuto pensare tanto, avrei piuttosto dovuto continuare i miei studi. -Le scienze sono utili perché impediscono agli uomini di pensare-. E' uno scienziato che l'ha detto.
Forse avrei anche dovuto vivere la mia vita, come si usa dire, oppure 'sfarfallare', come si usa anche dire. Avrei dovuto sciare, giocare a calcio e vivere sano e allegro con donne e amici. Avrei dovuto sposarmi e mettere al mondo dei bambini: mi sarei dovuto creare dei doveri. Sarebbe stato per me un sostegno e un freno. Forse è stato anche stupido non buttarsi nella politica e non presentarsi ai comizi elettorali. Anche la patria esige qualcosa da noi.
Primo comandamento: non devi capire troppo...”
E' un romanzo scritto sotto forma di diario. Stoccolma: un dottore confessa i propri problemi e affida le proprie riflessioni e segreti al suo diario.
Tutto il diario gira intorno alle reazione emotive del dottore ai problemi di coppia della signora Gregorius, moglie del bigotto Reverendo Gregorius.
Ciò che colpisce leggendo il Dottor Glas sono i temi ancora attuali ai giorni nostri. Il dottor Glas riflette sull'amore, sulla morale, sull’aborto, sull’eutanasia, sull'adulterio e sulla violenza sessuale tra le mura domestiche.
Il dottor Glas è un uomo bloccato dalle vita e l’incontro con la signora Gregorius provoca in lui un -terremoto- di sensazioni e una voglia incredibile di -urlare-
Un romanzo straordinario che consiglio a tutti. Un buon lettore non può non leggerlo perché un buon lettore non si astiene mai da mettere in discussione se stesso.

venerdì 6 luglio 2018

Recensione di "Scuro e stirboro" di Alessandro Marenco ed Emiliano Olivieri Delfino Enrile Editore

Recensione di "Scuro e stirboro" di Alessandro Marenco ed Emiliano Olivieri Delfino Enrile Editore

-Eh, ctonie, come dire sotterranee. Pensa che l'omicidio di Alduccio sia da ascrivere agli ambienti esoterici?
-Ma non saveisa, adesso. A me mi smia che ian dato una bella randellata e gli hanno doverto la zucca come una rizza der castagne. ...-

Uno stile letterario genuino, un dialetto italianizzato, è vero, ma gustoso. Una Valbormida autentica, con i suoi pregi e difetti, un buon bicchiere di vino, del buon cibo. Tutto questo fa da cornice al commissario Montenotte, con il suo sottoposto Fazzino, il suo aiutante Passerotti e l'immancabile Caratello. Tutto scorre. Ingredienti amalgamati che non fanno un grumo: omicidio, movente, colpevole. Un giallo che vuole essere divertente, è vero, ma nel contempo umano. Perché se uno uccide un motivo ce l'ha, perché: “.... alla fine l'unico che non dava la colpa a nessuno era proprio il sassino.”
Un giallo che insegna due cose fondamentali: che nessun uomo può essere un grande uomo se non ama e comprende il prossimo e che il requisito necessario per rendere vero un uomo è l'autocritica e la forza di ridersi addosso. Fanno centro questi autori, questi due matotti valbormidesi. E centro lo fanno perché, in questo mondo dove tutti vogliono apparire piuttosto che essere, loro non solo sorridono ma fanno sorridere. Leggetelo che magari, poi, starete meglio.

mercoledì 4 luglio 2018

Recensione de "Il respiro delle anime" di Gigi Paoli, Giunti Editore.

Recensione de "Il respiro delle anime" di Gigi PaoliGiunti Editore.
Non conoscevo Paoli. Ero al salone del libro di Torino, mi sono avvicinata al suo libro attirata dalla copertina, poi dal titolo, poi dalla quarta di copertina. A volte i libri ti chiamano.
“Il respiro delle anime” mi ha chiamata. E ha fatto bene.
Uno stile letterario eccellente mai prolisso e ripetitivo. Descrizioni perfette e mai noiose. Paoli tiene il lettore ancorato alla storia. E che storia. Racconta il mondo dei giornalisti e quello dei palazzi di giustizia.
Giustizia? Potrà esserci veramente una giustizia? Può davvero essere scoperta la verità sul mondo criminale o meglio può essere denunciata quella terribile verità?
La storia toglie il respiro, va venire caldo proprio come il caldo soffocante che a luglio c'è a Firenze. Sì, siamo a Firenze, una città splendida, una città d'arte. Una città dove “niente è mai come sembra”.
Un'ondata di morti per overdose. Una partita di droga tagliata male?
Un ciclista ucciso da un'auto pirata. Un Incidente?
Carlo Alberto Marchi, cronista, si troverà a fare i conti con un mondo spietato e brutalmente corrotto.
Un giallo magistrale. Un giallo che mostra il lato peggiore dell'uomo: quello di credersi onnipotente.
Un giallo che mostra le debolezze dell'essere umano.
Un giallo che mette il lettore di fronte ad una scomoda verità, quella delle verità negate. Avete mai pensato al fatto che noi tutti sappiamo solo quello che vogliono farci sapere? Io sì e questo giallo mi ha fatto riflettere anche su un altro fatto: che spesso il male nasce dal bene. E allora forse il “bene” non è sempre così necessario e forse, alla fine, vince chi molla.